lunedì 2 agosto 2021

la Strage di Bologna


 

"Siamo di fronte all'impresa più criminale che sia avvenuta in Italia". (Sandro Pertini)

 

(02 agosto 1980) Bologna. Alle 10:25 nella sala d'aspetto di seconda classe della stazione centrale esplode una bomba col timer, contenuta in una valigia abbandonata. La bomba causerà la morte di ottantacinque persone e il ferimento di altre duecento. In seguito si accerterà che l'ordigno è stato realizzata con 23 kg di esplosivo composto da una miscela di 5 chili di tritolo e T4 potenziata da 18 kg nitroglicerina a uso civile; un esplosivo di fabbricazione militare collocato in una valigia, poi sistemata su un tavolino portabagagli sotto il muro portante dell'ala Ovest che crolla: l'onda d'urto investe anche il treno Ancona - Chiasso in sosta sul primo binario.

 

Molti cittadini soccorrono le vittime contribuendo a estrarre le persone sepolte dalle macerie; per il gran numero di feriti il trasporto verso gli ospedali è compiuto anche usando auto private, taxi e autobus, in particolare quello della linea 37, che insieme all'orologio fermo alle 10.25 diventerà uno dei simboli della strage.

 Imponenti le manifestazioni di sdegno da parte della popolazione, accese proteste ai rappresentanti del governo presenti il 6 agosto ai funerali delle vittime nella Basilica di San Petronio. Gli unici applausi furono rivolti a Sandro Pertini arrivato in elicottero a Bologna il giorno stesso della strage; il presidente della Repubblica

in lacrime disse ai giornalisti: "Siamo di fronte all'impresa più criminale che sia avvenuta in Italia."

 Come esecutori materiali la magistratura individuò alcuni militanti di estrema destra, appartenenti ai Nuclei Armati Rivoluzionari, tra cui Valerio Fioravanti (Giusva) e Valeria Mambro. Gli ipotetici mandanti sono rimasti sconosciuti, ma furono rilevati collegamenti con la criminalità organizzata e i soliti servizi segreti deviati, un'ombra nera su tutte le stragi avvenute in Italia durante il periodo ribatezzato "Strategia della tensione"

 Le indagini si indirizzarono quasi subito sulla pista neofascista, ma solo dopo un lungo iter giudiziario e numerosi depistaggi (per cui furono condannati Licio Gelli, Pietro Musumeci, Giuseppe Belmonte e Francesco Pazienza), la sentenza finale del 1995 condannò Valerio Fioravanti e la Mambro «come appartenenti alla banda armata che ha organizzato e realizzato l'attentato di Bologna» e per aver «fatto parte del gruppo che sicuramente quell'atto aveva organizzato», mentre nel 2007 si aggiunse anche la condanna di Luigi Ciavardini, minorenne all'epoca dei fatti. 

Sa Babbaiola

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