mercoledì 24 novembre 2021

VIA I SAVOIA! La decisione di far “sloggiare” Margherita di Savoia dalle strade di Bonorva. La bocciatura di Prefetto e Soprintendente. Di Francesco Casula.


 Il ricorso al TAR Sabato scorso, Massimo D’Agostino, recentemente confermato sindaco di Bonorva, ha partecipato alla 148° Presentazione di “Carlo Felice e i tiranni sabaudi”. Intervenendo nel dibattito ha ricordato e ricapitolato la vicenda della decisione dell’Amministrazione comunale, nella passata Consiliatura, di dedicare la via attualmente intitolata a Margherita di Savoia, a Virgilio Tetti, studioso, ex sindaco del paese e cittadino illustre.

 

Decisione dell’Amministrazione “bocciata” dal Prefetto ma contestata dall’Amministrazione stessa e ora affidata alla valutazione del TAR, da cui a Bonorva attendono l’esito del ricorso. Queste le motivazioni, espresse dal soprintendente di Sassari, cui il Prefetto si era rivolto per un parere, in base a un Decreto monarchico fascista ma ancora in vigore (Regio Decreto n° 1158 del 1923) :”Si stravolgerebbe un presunto equilibrio toponomastico e urbanistico basato sul fatto che la via è situata nel centro storico di Bonorva, nei pressi della chiesa parrocchiale e della Piazza Santa Maria; al capo opposto della piazza, rispetto alla via Regina Margherita, si pone Corso Umberto I, che prosegue poi con Corso Vittorio Emanuele III.

 

È evidente che tale rispondenza non è casuale dal momento che Umberto I e Margherita di Savoia regnarono insieme sino al 1900, anno in cui Umberto venne assassinato, e prese il suo posto appunto il figlio Vittorio Emanuele III. La disposizione delle due vie alle estremità opposte della piazza sulla quale si affaccia la Parrocchiale – prosegue la nota – dimostra la chiara volontà di rappresentare, in concreto sul piano urbanistico, i due poteri di riferimento, quello politico e quello religioso, lo Stato e la Chiesa”.

 

 

Dopo queste precisazioni, dal Soprintendente arriva anche una difesa d’ufficio dei Savoia stessi: “Non va trascurato che, fermo restando il giudizio storico sulla famiglia reale italiana, Margherita di Savoia fu tuttavia una figura particolarmente cara alle popolazioni locali, nonché un personaggio che ebbe con la Sardegna particolare legame, dal momento che fu in stretti rapporti di affettuosa amicizia con la nobile famiglia Pes di Villamarina”.

 

Bene dico io. Ma chi può riferire a Bruno Billeci e al Prefetto che siamo in uno Stato repubblicano, fin dal 1946? E per di più laico? E quindi parlare di equilibrio urbanistico, fra Monarchia e Chiesa è per lo meno fuori luogo e fuori tempo massimo? E ancora: chi può rammentare a Billeci che siamo nel 2021 e «il potere» di opporsi alla volontà popolare degli abitanti di Bonorva gli deriva dal Regio Decreto n° 1158 del 1923, firmato da Vittorio Emanuele III. (alias Sciaboletta), figlio della Margherita di Savoia di cui si chiede la rimozione della Via a lei dedicata?

 

In merito poi a Margherita di Savoia non si tocca perché “particolarmente cara alle popolazioni locali”. C’è da chiedersi: in virtù di quali azioni e comportamenti? Da quali misteriosi archivi ha tratto questo suo giudizio? La storia ci dice ben altro: fu un personaggio nefasto per la Sardegna (e l’Italia tutta): profondamente reazionaria, fu una nazionalista convinta e sostenne la politica imperialista e coloniale delirante di Francesco Crispi. Come sostenne la repressione delle rivolte popolari, specie quelle avvenute nei moti di Milano del 1898 (8 e 9 maggio), quando le truppe del generale Fiorenzo Bava Beccaris, con i cannoni, spararono sulla folla inerme uccidendo 80 dimostranti e ferendone più di 400.

 

Il re Umberto I (suo marito), ribattezzato dagli anarchici Re mitraglia, forse per premiare il generale stragista per la portentosa «impresa» non solo lo insignì della croce dell’Ordine militare di Savoia ma in seguito lo nominerà senatore! Ma non basta. Sosterrà le scelte più nefaste e infami del figlio Sciaboletta (alias Vittorio Emanuele III) e fu una convinta sostenitrice del Fascismo. Per l’esimio soprintendente fu “cara alle popolazioni locali”! Un altro grande merito della Regina Margherita, sarebbe stato, sempre a parere del Soprintendente, quello di essere stata “in stretti rapporti di affettuosa amicizia con la nobile famiglia Pes di Villamarina”.

 

Capperi! Bel merito! Si tratta di una delle famiglie «nobili» sarde più ascare, più corrive e complici con tutte le politiche di sfruttamento e di repressione dei tiranni sabaudi. Dei ricchissimi Marchesi di Villamarina, baroni di Quartu e signori dell’Isola Piana, ricordo un famigerato discendente,Giacomo Pes di Villamarina, vissuto fra il 1750 e il 1827. Fu colonnello, comandante della Piazza militare di Cagliari, intimo amico di Carlo Felice e capo riconosciuto della reazione ai moti antifeudali e antipiemontesi, che volle reprimere con inaudita e burocratica ferocia.

 

Francesco Casula

Storico e saggista della cultura sarda.

 

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