martedì 30 novembre 2021

Cagliari: mascherine all'aperto per le feste


 

L'allerta c'è, ed è alta. La possibilità che la variante Omicron sbarchi in Sardegna esiste ma per fortuna il laboratorio dell'Azienda ospedaliera cagliaritana e quello sassarese stanno lavorando a pieno ritmo sequenziando un altissimo numero di tamponi, per cui è altrettanto alta la possibilità di riscontare subito la presenza della variante. Bisogna bloccare subito Omicron ma anche la diffusione del virus, ed è per questo che anche a Cagliari si sta prendendo in seria considerazione l'ipotesi di istituire l'obbligo delle mascherine all'aperto in un periodo, quello natalizio, dove gli assembramenti possono essere frequenti.

 

Mascherine a Cagliari L'idea del sindaco Paolo Truzzu è la stessa che tanti suoi colleghi hanno avuto ed attuato: obbligo di mascherina all'aperto durante il periodo natalizio nelle vie dello shopping e nelle aree dove è più alto il rischio di assembramenti. «Sicuramente il tema mascherine all'aperto sarà affrontato oggi nell'incontro del Comitato di ordine pubblico e sicurezza insieme a prefetto, questore e altre forze dell'ordine. Stiamo valutando la possibilità di introdurle, ovviamente limitandole ai giorni in cui ci sarà più assembramento e in determinati orari», ha affermato ieri Paolo Truzzu.

 

Sequenziamenti nell'Isola. È sempre stata nei primi posti in Italia ma la scoperta della Omicron ha intensificato ancor di più i controlli. E adesso la Sardegna, con l'Aou di Cagliari in prima linea, è la prima regione in Italia per sequenziamento dei tamponi per intercettare l'evoluzione delle varianti. Un primato emerso dall'ultimo bollettino dell'Istituto superiore di Sanità sulle varianti nel periodo 25 settembre-8 novembre. L'Isola ha, infatti, sequenziato il 15,1% dei tamponi, subito dietro il Trentino-Alto Adige con il 10,5%. «Il sequenziamento è fondamentale per scovare le varianti e affrontare con efficacia la pandemia - sostiene Ferdinando Coghe, direttore sanitario dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari - La Sardegna con l'Aou cagliaritana e quella di Sassari è impegnata con grande determinazione nella lotta contro il Covid 19».

 

I nuovi contagi Nuovo calo dei contagi in Sardegna, dove i casi di Covid tornano sotto quota 100 (98 nelle ultime 24 ore). Sono stati processati 4.684 tamponi per un tasso di positività del 2%. Aumenta il numero di pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva, 16 (+ 2), così come quelli in area medica, che salgono a 67 (+ 5). Si registra però il decesso di una 88enne, residente nel Sud Sardegna. Sono invece 7.975 i positivi individuati in tutta Italia (due giorni fa erano 12.932) e 65 le vittime. Il tasso di positività sale al 2,9%.

 

Vertice al Viminale Si è svolto ieri il vertice tra il ministro dell'Interno ed i prefetti dei capoluoghi di regione - collegati da remoto - per mettere a punto il piano di controlli in vista dell'entrata in vigore del Super Green pass dal 6 dicembre. «In questa fase molto delicata, le forze di polizia continueranno a dare il massimo e ad agire con responsabilità ma anche con la necessaria fermezza, effettuando controlli più serrati con particolare attenzione alle aree e alle fasce orarie di maggiore afflusso di persone», ha sottolineato Luciana Lamorgese.

 

Paziente zero. Ieri sono risultati positivi alla Omicron la moglie e i due figli del paziente zero italiano della variante, il campano proveniente dall'Africa australe. I quattro, vaccinati, non presentano sintomi rilevanti. Invece non sono sequenziabili, per via della bassa carica virale, i test della madre e della suocera, positive e in buone condizioni, che hanno avuto contatti stretti con il manager dell'Eni, sua moglie e i due figli. E a proposito dei due figli «dagli ultimi test effettuati non emergono positivi tra i compagni di classe», sottolineano dall'Asl di Caserta.

 

Michele Masala

 

 

Articolo tratto da L’Unione Sarda del 23.03.2020

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Federico Marini

marini.federico70@gmail.com

skype: federico1970ca

 

sabato 27 novembre 2021

Il sentimento della nazione


 

Fondazione "Giuseppe Siotto"

Evento di GIA Comunicazione di Giorgio Ariu 

e Fondazione "Giuseppe Siotto" 

Pubblico  · Chiunque su Facebook o fuori Facebook

 

Venerdì 10 dicembre alle ore 18.30 presso il Salone dei Ritratti di Palazzo Siotto, in via dei Genovesi 114 a Cagliari, si terrà la presentazione del libro 'Il sentimento della nazione' di Antonello Angioni, edito da GIA.

 Alla presentazione, introdotta e moderata da Aldo Accardo, presidente della Fondazione Siotto, parteciperà l'autore.

 Per info e prenotazioni:

fgsiotto@gmail.com
070682384

www.fondazionegiuseppesiotto.org

Il libro. L’opera di Antonello Angioni, avvocato-letterato, costituisce un importante lavoro che fornisce – in modo chiaro e semplice e attraverso un percorso rigoroso e documentato – una chiave di lettura ben strutturata sulle plurisecolari vicende che stanno alla base dell’autonomismo sardo. Sono pagine destinate ad un lettore colto, anche se non specialista.

 Da questo punto di vista, il libro assume un significato particolare anche sul piano della divulgazione. La lettura apre un ulteriore terreno di riflessione su tematiche “storiche”, all’interno del dibattito politico e culturale della Sardegna, che hanno conosciuto momenti di particolare accelerazione negli anni Settanta e Ottanta del Novecento allorché hanno espresso le punte più alte di una discussione molto vivace e appassionata

 

07:00 Mercoledì 08 Dicembre. Niala Experience - Su Tuvu Nieddu


 Pubblico  · Chiunque su Facebook o fuori Facebook

Spettacolare percorso nel Parco di Niala e La sorgente Su Tuvu Nieddu nel territorio di Ussassai. Un luogo inaspettatamente fiabesco dove l'acqua ha modellato le rocce calcaree e creato piccole cascate e piscine naturali dal colore smeraldo.


un sentiero adatto a tutti anche ai più piccoli!

 

Per pranzo una esperienza di sapori al Niala Ristoro e tradizioni, con i suoi piatti tipici, come i culurgiones e i prodotti locali, in un ambiente curato immerso nella foresta e a due passi dalla ferrovia del Trenino Verde.


https://nialaristoroetradizioni.it/

 

Posti limitati
Prenotazioni entro fine novembre.
Sconti per i bambini fino agli 11 anni.

Possibilità di spostamento da Sassari in Pullmann

Per info e prenotazioni contattare Laura al 3318233978

Trasporti, sport, feste e mascherine: le nuove regole per evitare chiusure


 

Le novità non mancheranno. Con l'obiettivo unico di «trascorrere un Natale normale. Per i vaccinati», ha puntualizzato il presidente del Consiglio Mario Draghi annunciando l'entrata in vigore del nuovo Decreto anti Covid dal 6 dicembre al 15 gennaio 2022. Ecco le novità in 13 domande e risposte.

 

Cosa è il Super Green pass? E' il certificato verde "rafforzato" che spetta ai vaccinati e ai guariti e consente maggiore libertà nella vita sociale anche nelle regioni in fascia bianca. Permette quindi l'accesso a spettacoli, eventi sportivi, ristorazione al chiuso, feste, discoteche e cerimonie pubbliche. In caso di passaggio in zona gialla e arancione non scattano restrizioni o limitazioni per chi lo possiede. In zona rossa invece le restrizioni previste si applicheranno a tutti.

 

Chi ha il Green pass "base"? Chi non è vaccinato o guarito. Per averlo si dovrà effettuare un tampone antigenico valido per 48 ore o molecolare per 72 ore. In questo modo si potrà lavorare o spostarsi. Questo certificato però, anche in zona bianca, non consente di essere spettatori di eventi sportivi, non è concesso l'ingresso nei locali di ristorazione al chiuso e sono vietate le feste e discoteche.

 

Quali regole per i trasporti pubblici? Per viaggiare sui treni dell'Alta velocità e sugli aerei basta avere il Green pass "base". Ma il nuovo Decreto introduce questo obbligo anche per altri mezzi di trasporto: treni regionali, autobus locali e metropolitane.

 

Chi può andare in palestra? L'ingresso nelle palestre, alle piscine e ai circoli sportivi al chiuso sarà consentito con il Green pass "base", nelle zone bianche e gialle, che servirà anche per accedere agli spogliatoi. In zona arancione i locali sportivi saranno aperti solo a chi ha il Super Green pass.

 

Sotto i 12 anni bisogna avere il Green pass? No, nessun obbligo anche quando arriverà il via libera alla vaccinazione dei bambini da 5 a 11 anni.

 

Cosa rischia chi va al lavoro senza Green pass? Il lavoratore non vaccinato o guarito deve avere un tampone antigenico o molecolare. Se non lo ha, rischia una multa da 600 a 1.500 euro, la sospensione da lavoro e lo stop a stipendi ed emolumenti.

 

La stretta riguarda anche i pernottamenti in un hotel? Sì, dal 6 dicembre si deve avere il Green pass base, anche in zona bianca e fino alla zona arancione. All'interno serve lo stesso certificato per accedere al ristorante o a piscine, palestre, centri benessere.

 

Chi accompagna un disabile a una festa o allo stadio deve avere il Super Green pass? No, gli accompagnatori possono avere anche il certificato verde "base".

 

Chi va all'Estero cosa deve avere? Serve il Green pass ma bisogna verificare eventuali nuove restrizioni introdotte dai Paesi di destinazione. È necessario compilare il Passenger locator form.

 

Ci sono restrizioni per gli stranieri che vengono in Italia? Al momento non sono previste restrizioni per chi arriva dall'Estero ma il governo sta valutando misure di controllo alle frontiere per chi proviene dai Paesi dove è alto il numero di contagi.

 

Chi è obbligato a fare il vaccino? L'obbligo vaccinale, oltre a personale sanitario e Rsa, da metà dicembre si estenderà anche agli operatori sanitari, inclusi gli amministrativi (gli ordini sospenderanno il personale no vax), e a tutto il personale delle strutture adibite all'esercizio di attività sanitarie e sociosanitarie (ad esclusione dei contratti esterni). Ma scatta anche per il personale scolastico, delle scuole non paritarie, dei servizi educativi per l'infanzia, dei centri provinciali di istruzione per adulti, dei sistemi regionali di istruzione e formazione professionale, dei sistemi regionali che realizzano i percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore. E infine il personale del comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico.

 

A chi spettano i controlli? Negli istituti scolastici ai dirigenti, in ambito sanitario ai responsabili delle strutture in cui presta servizio il personale obbligato. Nelle aziende private ai titolari.

 

La mascherina è obbligatoria anche all'aperto? Non c'è obbligo di uso della mascherina all'aperto in zona bianca (può esserlo però con un'ordinanza del sindaco), mentre esiste dalla zona gialla alla rossa. È sempre obbligatoria averla in tasca o in borsa e indossarla in caso di assembramenti o affollamenti.

 

Michele Masala

 

 

Articolo tratto da L’Unione Sarda del 23.11.2021

Federico Marini

marini.federico70@gmail.com

skype: federico1970ca

 

venerdì 26 novembre 2021

Operazione "Gladio" e la rete calndestina "stay Behind"


 

(26 Novembre 1956) I servizi segreti italiani e americani sottoscrivono un accordo relativo all’organizzazione della rete clandestina denominata "Stay Behind". Sono le basi dell’operazione "Gladio", che ha l'obiettivo di svolgere in Italia attività di controllo e contrasto del Partito Comunista nel caso di un’espansione sovietica in Europa occidentale. La NATO era preoccupata che l'Unione Sovietica avesse altissime possibilità di conquistare l'Europa prima dell'intervento statunitense che, data la distanza geografica, sarebbe intervenuta in un secondo momento.

 

In Italia è stata ipotizzata da più parti (anche dalla Commissione Stragi) l'esistenza di strutture nate in chiave anticomunista nelle ultime fasi della seconda guerra mondiale e nel primo dopoguerra, che poi sarebbero confluite, in tutto o in parte, in Gladio. Centro e quartier generale dell'esercito clandestino di "Gladio", fu la base militare sarda di Capo Marrargiu, che divenne il Centro Addestramento Guastatori. All'esterno della base appariva il simbolo della spada Gladio e il motto "Silendo Libertatem Servo". La costruzione della "base" iniziò attorno al 1954.

 

Per la realizzazione del Centro, la Cia destinò trecento milioni di lire. Il colonnello Renzo Rocca ebbe il compito di sovrintendere alla costruzione della nuova base stay behind italiana. Il Centro fu dotato, oltre alle strutture per l'ospitalità, anche di bunker sotterranei, poligoni di tiro, zone per i corsi sull'uso degli esplosivi, aule per le lezioni di carattere ideologico, attrezzature subacquee per l'addestramento di uomini-rana, un piccolo porto, due piste d'atterraggio per aeroplani e una per gli elicotteri. Il Centro di Capo Marrargiu doveva costituire anche la base operativa "ultima" della rete. Se la Sardegna fosse stata occupata dal nemico, il Comando si sarebbe trasferito in Inghilterra.

 

L'ex terrorista Vincenzo Vinciguerra confessò nel 1984 al giudice Felice Casson di aver compiuto l'attentato terroristico di Peteano il 31 maggio 1972, nel quale morirono tre carabinieri. Durante il processo, Vinciguerra spiegò come era stato aiutato dai servizi segreti italiani e come fuggì nella Spagna franchista dopo la strage. L'ex terrorista, sentito nello stesso anno anche nel processo relativo alla strage di Bologna, parlò apertamente dell'esistenza di una struttura occulta nelle forze armate italiane, composta sia da militari che da civili, con finalità di coordinare le varie stragi per chiudere anche la fase "riformista" della Democrazia Cristiana. A "Gladio" sono riconducibili il colpo di stato tentato del generale "Di Lorenzo" e altri tentativi di destabilizzare la democrazia parlamentare italiana

 

La struttura Gladio fu ufficialmente sciolta dal Presidente del Consiglio dei Ministri Giulio Andreotti nel novembre del 1990. Contemporaneamente furono dati "in pasto" all'opinione pubblica i nomi dei 622 gladiatori, ai quali fu inviata una lettera di congedo da parte del direttore del Sismi Ammiraglio Fulvio Martini che riassumiamo: «Per ordine del Governo la struttura Stay Behind è stata sciolta in data 27 novembre 1990. Pertanto alla ricezione della presente la S.V. deve considerarsi sciolta da ogni vincolo connesso alla predetta struttura. Viene quindi a cessare ogni forma di riservatezza. Il Servizio La ringrazia per la consapevole disponibilità offerta nella possibile prospettiva di un compito legittimo e generoso nella malaugurata evenienza di un'occupazione militare dell'Italia. È con questi sentimenti che Le invio il mio grazie ed i miei più cordiali saluti».

 

Mentre la Russia apriva i suoi archivi segreti, gli Usa aggiunsero altri lucchetti ai loro, rifiutandosi di collaborare con gli organi italiani. In Italia, invece, si pensò bene di distruggere una parte di questi archivi. Ciò ha permesso al Comitato parlamentare, presieduto da Tarcisio Gitti, di votare a maggioranza la conclusione in cui si afferma sia la piena legittimità della struttura sia l'assenza di deviazioni.

La donna è vittima, non corresponsabile, della violenza subita. Di Lib.e.ru (Libero, Rispettados, Uguales)


 

Il 25 novembre è la data della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Una violenza che non è da intendersi solo come esercitata nei confronti di esseri umani di sesso femminile, ma che è caratterizzata dal contesto e dal movente che la scatena.

 

Ogni anno nel mondo migliaia di donne vengono uccise, decine di migliaia ferite, spesso gravemente, da uomini maltrattanti che hanno un rapporto malato con la propria compagna o ex. Ma oltre ai casi di violenza fisica ci sono anche quelli di violenza psicologica, un fenomeno meno appariscente ma che determina condizioni di vita infernali per milioni di donne e in cui gran parte della società è immersa silenziosamente. In questi primi 11 mesi in Italia sono state uccise 103 donne, un numero spaventoso in aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

 

A scatenare questa violenza è la concezione di possesso della donna da parte dell’uomo maltrattante, che considera la propria compagna come un oggetto che deve sottomettersi e deve vivere accettando senza alcun accenno di ribellione la condizione che le viene imposta. Condizione che prosegue anche quando si interrompe il rapporto, con persecuzioni nei confronti della propria ex.

 

Queste continue angherie e violenze, come sappiamo, spesso arrivano fino al femminicidio. Un omicidio di donne che si chiama, appunto, femminicidio per indicarne la motivazione possessiva e persecutoria che lo ha generato.

 

Per sradicare questo insopportabile fenomeno non bastano le misure repressive, peraltro scarse, inadatte e troppo spesso accondiscendenti nei confronti del maltrattante, con allarmi che vengono presi in considerazione troppo tardi. E’ necessario una grande rivoluzione culturale di tutta la società, che deve partire dal presupposto che nessun essere umano può essere proprietà di nessuno e deve svilupparsi su una linea di rispetto paritario su tutti i fronti, a cominciare da quello lavorativo, luogo in cui con più facilità si può costruire la propria autodeterminazione ma in cui molto spesso la violenza maschilista si manifesta in maniera più subdola e spietata.

 

A tutto ciò corrisponde di frequente un atteggiamento di colpevolizzazione della donna, che viene in qualche modo – come accaduto recentemente anche sotto i riflettori televisivi – ritenuta addirittura corresponsabile degli atti di violenza subiti, a causa dei suoi comportamenti evidentemente ritenuti poco remissivi.

 

Rifiutiamo categoricamente ripartizioni di colpe di fronte alla violenza subita, siamo vittime e non corresponsabili. Rivendichiamo il nostro diritto di lavorare, di interrompere una relazione, di sentirci libere di viaggiare, di uscire di casa, di vestirci come ci piace, senza avere paura.

 

Non è la nostra libertà a dover essere sottoposta a censura ma quella di chi esercita la violenza. Se non si parte da questo presupposto nessuna violenza potrà mai essere fermata! Lottiamo tutti insieme, uomini e donne, per un grande cambiamento sociale che releghi la

violenza di genere a vergognosa pagina di un barbaro passato.

 

Liberu – Lìberas Rispetadas Uguales

#Liberu

 

Genova è libera!

  (23 Aprile1945) Il CLN delibera l'avvio popolare per l’insurrezione, al fine di liberare la città di Genova dai nazifascisti . Il Comi...