Frantziscu
Cilocco
nacque a Cagliari nel 1769. Di famiglia agiata e istruito, era notaio della
Reale Udienza e fratello di Antoni, uno degli implicati nella rivolta di
Palabanda. Repubblicano convinto, pur avendo partecipato alla difesa di
Cagliari dallo sbarco francese del 1793, fu uno degli
animatori della cacciata del 28 aprile 1794 contro i piemontesi a Cagliari,
nota come Die de s’aciapa.
Sostenitore
e amico di Giomaria Angioy, nel novembre del 1795, col notaio Antonio Manca e
con l’avvocato Giovanni Falchi, fu inviato dagli Stamenti nel Capo di Sopra per
diffondere il pregone che contraddiceva gli
ordini del governatore di Sassari Santuccio il quale, in difesa del feudalesimo
e impaurito dalle spinte repubblicane che dilagavano, tentò di operare una
secessione e vietò di obbedire a direttive che giungevano da Cagliari.
In
un contesto di penuria di raccolto e di estrema disperazione del popolo,
l’opera di Cilocco e dei repubblicani, sostenuti anche dal basso clero che ben
conosceva la miseria dei contadini e pastori, infiammò tutto il Logudoro, che
si organizzò con accordi antifeudali fra paesi che rifiutarono di riconoscere e
di pagare i diritti alle autorità feudali. Assieme a Mundula e altri
rivoluzionari assediarono Sassari sostenuti da migliaia di armati e arrestarono
il governatore Santuccio. Quindi si diressero verso Cagliari, ma nel frattempo
gli equilibri erano mutati e le forze della reazione li raggiunsero e li
costrinsero a liberare gli arrestati. Una vicenda che per molti aspetti appare
come antesignana della sfortunata marcia di Angioy dell’anno successivo.
Rifugiato
in Corsica a seguito della violentissima reazione feudale, Cilocco negli anni
seguenti riorganizzò i rivoltosi e preparò i piani per uno sbarco in Sardegna. Prima
avvenne uno sbarco nel marzo del 1802, con l’obiettivo fallito di organizzare
un assalto a Tempio contro il comandante militare della Gallura. Quindi nel
giugno successivo assieme al prete Frantziscu Sanna Corda sbarcò nuovamente con
un manipolo di patrioti a Lungoni (oggi Santa Teresa Gallura) e conquistarono
la torre di guardia e altri presidi del territorio. Dinanzi
alla torre di Lungoni proclamarono solennemente la nascita della Repubblica
Sarda.
Organizzarono
gruppi di resistenza con pastori e alcuni banditi per combattere contro
l’invasore piemontese, ma a causa del tradimento di un bandito e delle famiglie
di ragazzi fucilati per rappresaglia, Cilocco venne catturato e tradotto a
Sassari. Sanna Corda nel frattempo cadde con altri insorti combattendo nella
difesa della torre di Lungoni.
Dopo un
periodo di prigione e di continue torture nella vana speranza di costringerlo a
tradire i suoi ideali e i suoi compagni, Cilocco venne
condannato a morte. L’esecuzione avvenne in Carra Manna, l’attuale
piazza Tola nel centro storico di Sassari il 30 agosto del 1802.
Frustato
orrendamente e martoriato da numerose torture dinanzi alla folla convocata per
assistere, venne quindi impiccato. Dopodiché venne decapitato e squartato. Le sue membra furono appese alle porte di accesso alla città
come lugubre monito a chiunque volesse osare ribellarsi all’autorità dei Savoia.
In seguito i suoi resti furono arsi e inceneriti, e le ceneri sparse al vento,
credendo forse di poter distruggere assieme al suo corpo la sua idea di libertà
e uguaglianza per la nostra gente.
Ma il
ricordo che ancora oggi vive dimostra che il sacrificio di Frantziscu Cilocco,
caduto a soli 33 anni per la nascita della repubblica sarda, non è stato vano. La
sua memoria non è svanita nel vento come le sue ceneri, e la sua lotta continua
instancabile in noi.
Onore a
tibe, patriotu: sa gherra sichit!
Liberu – Lìberos Rispetados Uguales
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