giovedì 16 settembre 2021

La storia del patriota Frantziscu Cilocco, ucciso per la libertà dei sardi. Di Liberu – Lìberos Rispetados Uguales


 

Frantziscu Cilocco nacque a Cagliari nel 1769. Di famiglia agiata e istruito, era notaio della Reale Udienza e fratello di Antoni, uno degli implicati nella rivolta di Palabanda. Repubblicano convinto, pur avendo partecipato alla difesa di Cagliari dallo sbarco francese del 1793, fu uno degli animatori della cacciata del 28 aprile 1794 contro i piemontesi a Cagliari, nota come Die de s’aciapa.

 

Sostenitore e amico di Giomaria Angioy, nel novembre del 1795, col notaio Antonio Manca e con l’avvocato Giovanni Falchi, fu inviato dagli Stamenti nel Capo di Sopra per diffondere il pregone che contraddiceva gli ordini del governatore di Sassari Santuccio il quale, in difesa del feudalesimo e impaurito dalle spinte repubblicane che dilagavano, tentò di operare una secessione e vietò di obbedire a direttive che giungevano da Cagliari.

 

In un contesto di penuria di raccolto e di estrema disperazione del popolo, l’opera di Cilocco e dei repubblicani, sostenuti anche dal basso clero che ben conosceva la miseria dei contadini e pastori, infiammò tutto il Logudoro, che si organizzò con accordi antifeudali fra paesi che rifiutarono di riconoscere e di pagare i diritti alle autorità feudali. Assieme a Mundula e altri rivoluzionari assediarono Sassari sostenuti da migliaia di armati e arrestarono il governatore Santuccio. Quindi si diressero verso Cagliari, ma nel frattempo gli equilibri erano mutati e le forze della reazione li raggiunsero e li costrinsero a liberare gli arrestati. Una vicenda che per molti aspetti appare come antesignana della sfortunata marcia di Angioy dell’anno successivo.

 

Rifugiato in Corsica a seguito della violentissima reazione feudale, Cilocco negli anni seguenti riorganizzò i rivoltosi e preparò i piani per uno sbarco in Sardegna. Prima avvenne uno sbarco nel marzo del 1802, con l’obiettivo fallito di organizzare un assalto a Tempio contro il comandante militare della Gallura. Quindi nel giugno successivo assieme al prete Frantziscu Sanna Corda sbarcò nuovamente con un manipolo di patrioti a Lungoni (oggi Santa Teresa Gallura) e conquistarono la torre di guardia e altri presidi del territorio. Dinanzi alla torre di Lungoni proclamarono solennemente la nascita della Repubblica Sarda.

 

Organizzarono gruppi di resistenza con pastori e alcuni banditi per combattere contro l’invasore piemontese, ma a causa del tradimento di un bandito e delle famiglie di ragazzi fucilati per rappresaglia, Cilocco venne catturato e tradotto a Sassari. Sanna Corda nel frattempo cadde con altri insorti combattendo nella difesa della torre di Lungoni.

 

Dopo un periodo di prigione e di continue torture nella vana speranza di costringerlo a tradire i suoi ideali e i suoi compagni, Cilocco venne condannato a morte. L’esecuzione avvenne in Carra Manna, l’attuale piazza Tola nel centro storico di Sassari il 30 agosto del 1802.

 

Frustato orrendamente e martoriato da numerose torture dinanzi alla folla convocata per assistere, venne quindi impiccato. Dopodiché venne decapitato e squartato. Le sue membra furono appese alle porte di accesso alla città come lugubre monito a chiunque volesse osare ribellarsi all’autorità dei Savoia. In seguito i suoi resti furono arsi e inceneriti, e le ceneri sparse al vento, credendo forse di poter distruggere assieme al suo corpo la sua idea di libertà e uguaglianza per la nostra gente.

 

Ma il ricordo che ancora oggi vive dimostra che il sacrificio di Frantziscu Cilocco, caduto a soli 33 anni per la nascita della repubblica sarda, non è stato vano. La sua memoria non è svanita nel vento come le sue ceneri, e la sua lotta continua instancabile in noi.

Onore a tibe, patriotu: sa gherra sichit!

 

Liberu – Lìberos Rispetados Uguales

#Liberu

 

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