Da tempo procede un interessante processo di decolonizzazione da parte
di alcune nazioni africane che si stanno coraggiosamente liberando dal giogo occidentale.
L’anno scorso lo Zimbabwe aveva bloccato le esportazioni del prezioso litio, elemento fondamentale della transizione energetica che negli ultimi due anni ha avuto un aumento dei costi del 1100%, inaugurando la ricca industria delle batterie e bloccando il saccheggio occidentale.
Ai primi di quest’anno il Niger ha nazionalizzato l’acqua potabile,
strappata dalle grinfie delle multinazionali francesi, programmando un grande piano di distribuzione.
Recentemente il Burkina Faso, anch’essa nazione del Sahel e quinto
produttore mondiale di oro, ha deciso di revocare le licenze alle
multinazionali occidentali e nazionalizzare le miniere del prezioso minerale.
“Sappiamo come estrarre il nostro oro e non capisco perché dobbiamo permettere che lo facciano le multinazionali”, ha dichiarato il
presidente ad interim.
Dopo decenni, anzi secoli, di colonialismo occidentale, l’Africa sta
lentamente avviando un processo di decolonizzazione e di riappropriazione delle proprie immense risorse, pur flagellata da mille contraddizioni, colpi di Stato, violenze di ogni genere e soffocanti influenze straniere.
Davanti a questi scenari il mio pensiero non può che tornare alla nostra terra, ricchissima di risorse e potenzialità, oggi sotto attacco
delle multinazionali dell’energia. Sarebbe bello se la presidente della Sardegna, che è un’ingegnera esperta in materia energetica, potesse dire
“Sappiamo come estrarre il nostro oro, che è l’energia rinnovabile, e non capisco perché dobbiamo permettere che lo facciano le
multinazionali, che si intascano incentivi stratosferici, si arricchiscono alle nostre spalle e devastano il nostro territorio”.
Sarebbe bello. Ma noi, a differenza delle coraggiose nazioni africane, non abbiamo ancora iniziato un processo di decolonizzazione. E non potremo neanche iniziarlo, perlomeno finchè insisteremo a
farci governare da fedeli rappresentanti della politica coloniale italiana.
Quando troveremo il coraggio di sostenere la politica anticolonialista, allora e solo allora troveremo rappresentanti politici capaci di
innescare un vero processo di decolonizzazione.
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