domenica 8 agosto 2021

08 Agosto 1956: la tragedia di Marcinelle. Sa babbaiola.


 

"Il nostro vicino, che non la smetteva mai d’insultare mio padre, è entrato da noi piangendo. Gli italiani trovarono innumerevoli difficoltà d’integrazione con la comunità belga, almeno fino a quell'8 agosto 1956." (Parole del figlio di un minatore).

 

"La comunità italiana del Belgio ha pagato con il sangue il prezzo del suo riconoscimento." (Dal quotidiano "Le Monde.")

 

08 Agosto 1956: una data amara, ricordata per il disastro di Marcinelle. Un incendio divampò nella miniera di carbone del Bois du Cazier. A causare l’incidente fu un malinteso sui tempi di avvio degli ascensori. Si disse che all’origine del disastro fu un’incomprensione tra i minatori: il montacarichi, avviato al momento sbagliato, urtò contro una trave d’acciaio, tranciando un cavo dell’alta tensione, una conduttura dell’olio e un tubo dell’aria compressa.

 

Un lampo e poi l'inferno: le fiamme avvolsero travi e strutture in legno e solo sette operai riuscirono a risalire in superficie, annunciando la tragedia tra le nuvole di fumo nero. I soccorritori tentarono l'impossibile, sfidando le temperature infernali. L'indomani gli operai sono ancora prigionieri: l'incendio non è arrivato da coloro che lavorano ai livelli più bassi della miniera e per giorni si spera di poterli salvare. Tuttavia, all'alba del 23 agosto, i soccorritori ritorneranno in superficie e le loro parole saranno lapidarie: "Tutti morti". I lavoratori furono ritrovati a 1.035 metri di profondità, stretti tra loro in un'ultima disperata ricerca di aiuto.

 

Una tragedia che in Belgio non trova altri precedenti, e che causò la morte di 262 persone, di cui 136 italiani (molti dei quali originari dell’Abruzzo). Intrappolati nella miniera senz’alcuna via di uscita, i minatori saranno uccisi dalle esalazioni di gas. Le operazioni di salvataggio proseguiranno fino al 23 agosto ma, nonostante gli sforzi, non ci saranno sopravvissuti.

 

Quel giorno tante povere donne chiamarono invano i nomi dei loro mariti, figli, fratelli. Le grida, i pianti, le maledizioni diedero forma a un coro drammatico, sino a quando non si ebbe più voce per chiamare e lacrime per piangere. Solo la pietà e l'intuito dell'amore permetteranno, in alcuni casi, di riconoscere i corpi arsi dalle fiamme. Bandiera nera per l'Italia e per i 406 orfani che sempre malediranno Mancinelle.

 

È in lutto il Paese dei poveri, degli emigranti, "merce di scambio" tra i governi italiano e belga, che nel '46 firmarono l'accordo "minatori - carbone": tra il 1946 e il 1956 più di 140mila connazionali oltrepassarono i confini per andare a lavorare nelle miniere di carbone del Belgio. Era il prezzo di un accordo tra Italia e Belgio che prevedeva un imponente baratto: l’Italia doveva inviare in Belgio 2mila uomini a settimana e, in cambio dell’afflusso di braccia, Bruxelles s’impegnava a fornire a Roma 200 chilogrammi di carbone al giorno per ogni minatore. Il nostro Paese a quell'epoca soffriva ancora degli strascichi della guerra: 2 milioni di disoccupati e aree ridotte alla fame, dove si sopravviveva nella miseria più nera.

 

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