La battaglia per l'Insularità è arrivata al
punto di svolta. Ieri, a tre anni dall'approdo in
Parlamento, è stata calendarizzata per giovedì 28 ottobre la discussione in
Aula al Senato della proposta di legge di iniziativa popolare (duecentomila
firme raccolte) per il reinserimento del principio in Costituzione. Intanto il
Consiglio regionale ha recepito l'accordo Stato-Regione da 574 milioni di euro,
266 proprio per colmare il gap: per l'assessore al Bilancio Giuseppe Fasolino
«abbiamo ottenuto dal Governo qualcosa di fondamentale, cioè il primo
riconoscimento della condizione di insularità».
In programma. Il
testo che l'Aula di Palazzo Madama esaminerà tra poco più di una settimana
prevede l'aggiunta di un comma nell'articolo 119 della Carta: «Lo Stato
riconosce il grave e permanente svantaggio naturale derivante dall'insularità e
dispone le misure necessarie a garantire un'effettiva parità e un reale
godimento dei diritti individuali e inalienabili».
La norma aveva superato il 27 ottobre di
un anno fa l'esame della commissione Affari costituzionali del Senato. Dodici mesi di silenzio che hanno spinto, nei giorni scorsi, i membri della
commissione speciale Insularità del Consiglio regionale a lanciare un appello-ultimatum per accelerare i tempi dell'iter
legislativo: «Lo Stato è consapevolmente sordo, al punto che sta creando le
condizioni per una vera e propria Sardexit».
Ora lo Stato ha deciso di ascoltare. «Un nuovo inizio» «Abbiamo atteso a lungo e ora abbiamo finalmente una data»,
ha commentato Michele Cossa, presidente della commissione speciale e tra gli
artefici più importanti di questa lunga battaglia, «la Sardegna merita di
riconquistare quell'attenzione che per troppo tempo le è stata negata. L'auspicio
è di poter segnare il "punto zero" della ripartenza, per festeggiare
un nuovo inizio che non può più prescindere dal riconoscimento della condizione
insulare».
Il consigliere dei Riformatori ha
ricordato «la straordinaria mobilitazione di cui sono stati capaci il popolo
sardo, la politica nella sua interezza e senza distinzioni, l'associazionismo e
il volontariato, il mondo accademico, dello sport, dell'università, della cultura».
Senza dimenticare «la grande compattezza e lo
spirito di collaborazione con cui su questo tema, sin da subito, hanno lavorato
tutti i senatori sardi». Ora, ha detto Cossa, «contiamo, con lo
stesso entusiasmo, di portare a casa il risultato più atteso: la consacrazione
del principio di insularità in Costituzione che fisserà un limite inderogabile
per il legislatore, obbligandolo a tenere conto di questo cambiamento in tutti
i suoi atti».
L'accordo. L'intesa appena siglata dalla Regione con il Governo vale 308 milioni di
risparmi sui contributi alla finanza pubblica spalmati nei prossimi quattro
anni, a cui vanno aggiunti 266 milioni
dedicati al superamento del gap (66 per l'anno in corso, 100 per il 2022 e 100
per il 2023). Le opposizioni sono state critiche per il fatto che il Consiglio
non sia stato informato in tempo dei termini di un accordo che lo Stato ha
stipulato anche con Friuli Venezia Giulia e Sicilia.
Cesare Moriconi (Pd) ha ricordato che il
presidente del Friuli, Massimiliano Fedriga, ha ritenuto di dover anticipare
alla massima assemblea friulana i dettagli di un patto che, solo
successivamente, firmerà con il Governo nazionale e che consentirà un risparmio
di 2 miliardi e 4 milioni di euro nei prossimi cinque anni. «Un'informativa»,
ha spiegato il dem, «sfociata in un odg approvato all'unanimità che autorizza
il governatore Fedriga a stipulare, ma soprattutto ribadisce la centralità
dell'Assemblea legislativa».
Le critiche La stessa cosa non è accaduta
in Sardegna dove «Solinas ha ritenuto di dover solo informare il Consiglio con
la solita diffusione di un comunicato stampa, e del documento firmato,
ovviamente, nemmeno l'ombra delle bozze».
Anche il capogruppo dei Progressisti
Francesco Agus ha stigmatizzato il metodo di comunicazione. Ad ogni modo, per il progressista, «si tratta di un accordo al ribasso: si parla di costi connessi all'Insularità, per ora queste risorse annuali
stanziate dal Governo coprirebbero appena i costi dei soli abitanti di
Quartucciu o di Tempio. Si tratta insomma di una piccola concessione. Sembra la
solita partita di giro, sono somme che ballano. La rivendicazione va molto più
avanti, le altre regioni sono più organizzate di noi e in queste ore stanno
portando avanti la loro battaglia».
Roberto Murgia.
Articolo
“Unione Sarda,” 21.10.2021
Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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