mercoledì 19 gennaio 2022

Ieri ancora 228mila casi e 434 morti, mai così tanti nella quarta ondata.


 

Tra tamponi, quarantene e vaccini, studenti e genitori sono travolti dalle nuove regole, con una gimkana quotidiana tra norme e cavilli che inevitabilmente generano confusione. Il risultato è che molte classi finiscono in Dad o, nel migliore dei casi, con la presenza in aula dimezzata per via della quarta ondata che sembra non volersi attenuare, almeno nelle aule. Per questo il governo, come fa sapere lo stesso ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi, sta lavorando ad una semplificazione, insieme con ministero della Salute e Comitato Tecnico Scientifico.

 

L'Italia potrebbe aver raggiunto ieri il picco dei contagi da SarS-CoV2, con un valore medio dell'incidenza di circa 2.200 casi a settimana per 100.000 abitanti. Ma, se la percentuale di posti occupati da pazienti Covid nei reparti di area non critica sembra essere stabile al 29%, in un giorno è aumentata in 14 regioni. Intanto nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute, i nuovi contagi registrati sono 228.179 (con il ricalcolo la Puglia ha comunicato 12.414 nuovi casi, i restanti 16.175 sono riconteggi di casi diagnosticati con tampone antigenico del primo gennaio) contro gli 83.403 del giorno prima, ma il dato come ogni lunedì risentiva del ridotto numero dei test: ieri sono stati 1,48 milioni, tra tamponi molecolari e antigenici, a fronte dei 541 mila del giorno precedente.

 

Nelle ultime 24 ore l'aumento riguarda anche le vittime: sono 434, contro i 287 del giorno prima. Si tratta della cifra più alta registrata dall'aprile scorso, e il record per questa quarta ondata, anche se i numeri risentono di un riconteggio della Sicilia. Il bollettino del ministero riporta inoltre che gli attualmente positivi in Italia sono 2,56 milioni, con un incremento di 6.878 nelle ultime 24 ore. Dall'inizio della pandemia i casi totali sono poco più di 9 milioni, mentre i decessi sono 141.825. I dimessi e i guariti sono invece 6.314.444, con un incremento di 220.811 rispetto a lunedì. Il tasso di positività è stabile al 15,4%, lo stesso di lunedì.

 

I pazienti in terapia intensiva sono 1.715, 2 in meno nel saldo tra entrate e uscite; gli ingressi giornalieri sono 150. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 19.448, 160 in più in un giorno. Tuttavia saranno i dati dei prossimi giorni a fornire un quadro più preciso della situazione dell'epidemia, osservano gli esperti. Sul raffreddamento della curva dei contagi bisognerà aspettare gli effetti quantitativi (ritardati) delle attività correlate ai saldi e della riapertura delle scuole, come sottolinea l'analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo M.Picone, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr).

 

Una conferma indiretta della probabile inversione di tendenza arriva dal Piemonte, dove per la prima volta dopo 115 giorni la presenza di Covid cala nelle acque reflue. Le analisi indicano un trend in discesa sia nel depuratore di Torino che in quelli degli altri tre quadranti, Novara, Cuneo e Alessandria. La variante principale si conferma Omicron. Secondo l'epidemiologo Pier Luigi Lopalco «abbiamo raggiunto il picco della pandemia dopo la Befana, ne stiamo uscendo. E il mese prossimo questa situazione non ci sarà più».

 

«Non voglio fare previsioni troppo ottimistiche, ma credo che in primavera potremo fare i conti con una situazione nuova, con la popolazione in gran parte vaccinata oppure entrata in contatto col virus». Dello stesso avviso il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri: «verosimilmente abbiamo toccato il picco e assisteremo a breve a una decrescita dei casi che potrebbe portare a una nuova modifica delle misure per allentare la presa». I dati di Agenas intanto mostrano che la percentuale di posti occupati da pazienti Covid nei reparti ordinari è salita in 14 regioni: Abruzzo (30%), Calabria (42%), Friuli (31%), Lazio (28%), Liguria (40%), Lombardia (35%), Marche (28%), Molise (14%), Bolzano (19%), Trento (26%), Puglia (22%), Sicilia (36%), Toscana (26%) e Veneto (26%).

 

di Silvana Logozzo



Articolo “La Nuova Sardegna,” 17.01.2022

Federico Marini

marini.federico70@gmail.com

skype: federico1970ca

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