domenica 2 gennaio 2022

Perché Berlusconi non può essere "nemmeno proposto" come Presidente.


 

Berlusconi non può essere “nemmeno proposto” come Presidente della Repubblica, perché durante i suoi governi sono stati cancellati i diritti dei lavoratori, ha creato decine di tipologie contrattuali che hanno come fine unico il continuo ricatto del lavoratore, ha sminuito la forza dei sindacati nella contrattazione collettiva, facendo credere ai lavoratori di essere “imprenditori di se stessi.” Tutto questo, senza creare nessun posto di lavoro, anzi.

 

Berlusconi non può essere “nemmeno proposto” come Presidente della Repubblica, perché sempre durante il suo secondo governo, iniziato nel 2001, ha appoggiato una guerra criminale nel Medio Oriente, rendendo quell’area una polveriera i cui effetti si mostrano tutt’oggi, costringendo migliaia di persone a fuggire da paesi dove dominano instabilità e violenze, dove i popoli vivono in uno stato di guerra che sembra non vedere una fine. È stato oggettivamente responsabile dei fatti accaduti durante il G8 di Genova, dove cittadini innocenti sono stati picchiati, umiliati, vessati da forze dell’ordine incentivate anche dai suoi violenti e avventati discorsi.

 

Durante il Governo Prodi bis è stata accertata la compravendita di politici per passare nel suo schieramento. Nel suo terzo Governo iniziato nel 2008 ha utilizzato i suoi mass media per distruggere moralmente e politicamente i suoi avversari politici (su tutti il caso Boffo), è arrivato a baciare le mani a un sanguinario dittatore davanti a tutto il mondo, ha tentato d’inserire (fortunatamente riuscendoci solo in parte) delle vallette in organismi politici.

 

Soprattutto, attraverso i suoi mass media, ma anche grazie all’utilizzo irresponsabile del servizio pubblico, ha introdotto nel tessuto sociale italiano un sistema di disvalori fatto di consumismo, individualismo, carrierismo esasperato, materialismo. Di fatto, ha legittimato l’evasione fiscale e delegittimato la giustizia.

 

Questi sono tra i motivi per cui Berlusconi non può essere nemmeno proposto come Presidente della Repubblica: soprattutto il messaggio verso le nuove generazioni sarebbe devastante. In tutto questo non è tollerabile l’atteggiamento di quegli organi d’informazione, non solo di destra, che stanno spostando il dibattito non tanto sulle sue responsabilità politiche, quanto piuttosto sulla sua condotta morale. Com’è accaduto anche nel passato, il centro sinistra sta pericolosamente cadendo nella trappola, dove i comportamenti individuali di Silvio Berlusconi si travestono in discussioni sulle libertà individuali del singolo cittadino. Com’è già accaduto il dibattito passa dalla politica a un referendum nazionale sulla persona di Berlusconi, scadendo così in secondo o terzo piano le sue responsabilità politiche, i suoi drammatici errori in politica estera e nel suo atteggiamento accondiscendente verso quei poteri “oscuri” da sempre presenti nel nostro tessuto sociale, politico, economico.

 

Spero che la sinistra non cada in questo ennesimo errore. Silvio Berlusconi deve essere considerato per la sua storia politica, non per la sua storia personale. Il dibattito sul futuro Presidente della Repubblica non può diventare una questione di Gossip.


Vincenzo Maria D’Ascanio


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