Magnanimo, l’imperatore
volge il suo sguardo grazioso sulla disperazione del suo popolo. Lo fa per
tramite di un oscuro sottosegretario del piccolo partito di Lupi che arriva,
benevolo, all’ospedale di Nuoro e scopre che si, è vero quello che gli
riferiscono. L’ospedale non c’è più. E’ stato smantellato
letteralmente, e ciò che ancora continua a funzionare sopravvive solo perché
coloro che vi lavorano accettano di farlo in condizioni proibitive,
sotto-organico, cercando con le unghie e con i denti di dare risposte minime,
anche a proprio rischio e pericolo, oltre che a rischio e pericolo dei
pazienti.
E l'imperatore arriva così,
scendendo dal cielo in terrà, accolto dall’assessore, il leghista Mario Nieddu
che governa la sanità sarda da più di 3 anni ma è li come per caso, come un
turista di passaggio, come se non fosse corresponsabile del disastro e
aspettasse risposte dal cielo di Roma. Disarmante la banalità della presa
d’atto.
E io ho in mente una persona
amica. Appena operata per un tumore al seno, naturalmente al Mater Olbia, dopo
4 anni a controlli preventivi zero, tra fine dello screening, liste d’attesa di
due anni per una mammografia (la prima saltata per un piccolo contemporaneo
ricovero in ospedale), altri due anni per la prenotazione di una seconda
mammografia. Totale 4 anni senza un controllo. In
Italia, negli ultimi 3 anni, (in Sardegna per non sbagliare mancano anche i
dati) sono diminuite del 30% le diagnosi precoci per tumore e viene qui un
sottosegretario a dire che al San Francesco non funziona l’aria condizionata e
a parlare di 1 oppure 8 ASL. Lo spazio infinito tra il problema e la
statura di chi dovrebbe risolverlo.
Lucia
Chessa.
Segretaria
del Partito dei Rossomori.
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