«Ci
interessa sapere come il culto della persona di Stalin sia andato continuamente
crescendo e sia divenuto, a un dato momento, fonte di tutta una serie di
gravissime deviazioni dai principi del partito, dalla democrazia del partito e
dalla legalità rivoluzionaria... Ci interessa sapere come il culto della
persona di Stalin sia andato continuamente crescendo e sia divenuto, a un dato
momento, fonte di tutta una serie di gravissime deviazioni dai principi del
partito, dalla democrazia del partito e dalla legalità rivoluzionaria» (Nikita Chruscev, dal discorso al XX Congresso del PCUS)
(07
Settembre 1953) Nikita Chruscev diventa segretario del Partito Comunista
dell’Unione Sovietica, e subito dopo avvia un lento processo
di destalinizzazione del paese. In particolare riabilita gli epurati e i
deportati sopravvissuti nei gulag, mille dei quali alla fine del 1953 hanno già
fatto ritorno a casa. Il processo di destalinizzazione raggiunge la sua fase
più acuta nel febbraio del 1956, quando Khruscev, con un ‘rapporto segreto’ al
XX congresso del Partito Comunista dell’Unione Sovietica, denunzia i crimini di Stalin e i danni arrecati all’URSS dal ‘culto della
personalità’.
Nel
rapporto del Comitato Centrale del partito al XX Congresso, in numerosi
discorsi dei delegati al Congresso stesso ed anche prima, durante la sessione
plenaria del Comitato Centrale del PCUS, si è parlato molto del culto della personalità e delle
sue dannose conseguenze.
Dopo la morte di Stalin il Comitato Centrale del Partito cominciò ad attuare una politica intesa a spiegare decisamente e coerentemente che non è lecito ed è estraneo allo spirito del marxismo-leninismo esaltare una sola persona, e trasformarla in un superuomo in possesso di doti sovrannaturali simili a quelle di un Dio. Un simile uomo è ritenuto in grado di sapere tutto, vedere tutto, pensare per tutti, fare qualsiasi cosa ed essere infallibile nella propria condotta.
Fu il Primo Segretario del Comitato Centrale
del Partito Comunista dell'Unione Sovietica (PCUS; in carica dal 1953 al 1964)
a denunciare pubblicamente i crimini di Stalin, dando avvio alla cosiddetta
"destalinizzazione", e anche il primo leader sovietico a visitare gli Stati Uniti (il 15
settembre 1959), paese con cui intese stabilire un rapporto di pacifica
coesistenza.
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