La decisione presa nel giugno 2019 di
assegnare i ruoli di direttore generale della presidenza della Regione e della
Protezione civile regionale rispettivamente all'avvocata Silvia Curto e
all'ingegnere Antonio Pasquale Belloi costa il processo al governatore
Christian Solinas. Ieri alle 19,30 a Cagliari, al termine di un'udienza durata quattro
ore e mezza, la giudice delle udienze preliminari Ermengarda Ferrarese ha
ritenuto il dibattimento sede adeguata a valutare l'eventuale presenza o meno
dell'abuso d'ufficio contestato dal pubblico ministero Andrea Vacca al presidente, la cui
posizione passerà al vaglio del collegio della seconda sezione penale a partire
dal 15 dicembre.
Nella stessa occasione la gup ha inflitto 2
anni e 8 mesi a Maria Grazia Vivarelli, capo di gabinetto di Solinas, finita sotto
accusa per lo stesso reato e anche per induzione indebita perché avrebbe costretto Carmine Spinelli, allora
direttore generale del Personale,
a firmare l'atto di nomina di Belloi: magistrata amministrativa, al contrario del governatore (che aveva scelto il rito ordinario) aveva optato per il rito
abbreviato.
Restano da valutare le accuse rivolte
all'assessora agli Affari generali Valeria Satta, alla quale il pm contesta ugualmente l'abuso
d'ufficio (per quegli incarichi)
e la tentata concussione perché nel giugno 2020 avrebbe provato, senza successo, a convincere con
insistenti pressioni lo stesso
Spinelli a contro firmare l'atto di legittimità dell'incarico affidato a Belloi: ieri il suo avvocato
Massimiliano Ravenna non si è potuto presentare in aula a causa di un'indisposizione e la gup ha rinviato il processo al 10 novembre.
Le due nomine Tutta la vicenda ruota attorno a quelle nomine arrivate, secondo inquirenti
e investigatori della Guardia di Finanza, in assenza in capo ai nuovi dirigenti
dei titoli necessari a ottenere il posto. Per
la Procura la vicenda
è chiara. Nel giugno 2019 la Giunta aveva approvato le nomine nell'arco di una mattina pur non essendo
inserite all'ordine del giorno
e nonostante - tesi del pm - Solinas
sapesse che Curto e Belloi non avevano i requisiti previsti dalla normativa (tra gli altri, laurea,
adeguata competenza, l'aver svolto per cinque anni funzioni dirigenziali in organismi pubblici e
privati o in aziende).
La dirigente deputata al controllo sulla
legittimità della scelta aveva suggerito un parere legale o dell'Avvocatura di
Stato, ma Vivarelli aveva sollecitato il parere legislativo della Funzione
pubblica per poi andare avanti. Pochi mesi dopo Spinelli si era detto
«perplesso» su Belloi ma aveva siglato il parere di legittimità lo stesso
giorno del suo insediamento (a tempo) nel ruolo perché, secondo le accuse, era
stato rassicurato da Vivarelli la quale gli aveva detto che era tutto in regola
e non gli aveva «lasciato alternative» spiegandogli che il giorno seguente
sarebbe scattato il blocco delle assunzioni.
Dieci mesi dopo l'assessora Satta aveva
chiesto a Spinelli di firmare il rinnovo dell'incarico di Belloi («pur sapendo
della mancanza dei requisiti di legge», sostiene il pm) e davanti a una risposta negativa aveva prorogato gli incarichi di tutti i direttori generali tranne il suo facendogli sapere, da una segretaria,
che con quel «no» neanche lui
avrebbe avuto un futuro in Regione. Il diniego era rimasto ma Satta aveva modificato il decreto di
proroga: il documento era stato licenziato basandosi sul via libera ottenuto l'anno precedente.
Appello e dibattimento Tesi accolta dalla giudice riguardo Vivarelli, assistita dal legale
Rinaldo Lai che farà certamente appello dopo aver ribadito ieri «l'assenza di
elementi di colpevolezza e di «riscontri documentali» alle accuse, mentre la posizione del governatore Solinas sarà approfondita in un processo pubblico alla
presenza del suo avvocato Salvatore Casula, che a sua volta ha definito
«completamente sbagliato il cardine» dell'accusa e attaccato a testa bassa
Spinelli. Se ne riparlerà a dicembre.
Andrea Manunza
Unione Sarda, 04.10.2022
Federico Marini
skype: federico1970ca
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