L'esodo palestinese del 1948 conosciuto
soprattutto nel mondo arabo, e fra i palestinesi in
particolare, come nakba (letteralmente "disastro",
"catastrofe", o "cataclisma"), è l'esodo della
popolazione araba palestinese durante la guerra civile
del 1947-48, al termine del Mandato Britannico, e
durante la guerra arabo-israeliana del 1948,
dopo la fondazione dello Stato di
Israele. Nakba è il nome assegnato a questo evento dalla
storiografia, non solo araba.
Durante tale conflitto, più di
700.000 arabi palestinesi abbandonarono città e villaggi, o ne furono espulsi,
e, successivamente, si videro rifiutare ogni loro diritto al ritorno nelle
proprie terre, sia durante sia al termine del conflitto.
La proporzione fra i palestinesi
che erano fuggiti o che furono cacciati, le cause e le responsabilità
dell'esodo, il suo carattere accidentale o intenzionale, come pure il diniego,
dopo la cessazione dei combattimenti, del diritto al ritorno degli abitanti
arabo-palestinesi (musulmani e cristiani), sono un soggetto fortemente
dibattuto sia da parte degli studiosi della questione israelo-palestinese, sia
da parte degli storici specialisti degli eventi di tale periodo.
Questo esodo è anche all'origine
della successiva problematica dei rifugiati palestinesi, che costituisce uno
dei contenziosi più difficili da risolvere del più ampio conflitto arabo-israeliano e del
conflitto israelo-palestinese. I rifugiati palestinesi e i loro discendenti
registrati dall'UNRWA erano
5.149.742 nel 2015, distribuiti in Giordania, Striscia di
Gaza, Cisgiordania, Siria e Libano;
di questi molti risiedevano nei campi-profughi palestinesi.
L'espressione Yawm al-Nakba (in arabo:
"Giorno della Nakba"), identifica la ricorrenza, commemorata ogni
anno il 15 maggio,
con la quale le genti palestinesi e lo Stato di Palestina, con altri paesi arabi,
rievocano l'estromissione nel 1948 di buona parte degli abitanti arabi della
Palestina dai confini dello Stato d'Israele. Nel febbraio 2010 la Knesset ha
varato una legge che proibisce di manifestare pubblicamente in Israele lutto e
dolore il 15 maggio.
Alcuni storici della nuova storiografia israeliana hanno
definito l'esodo palestinese un atto di pulizia
etnica.
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