lunedì 15 maggio 2023

Palestina, 15 Maggio, il giorno della tragedia.


 

L'esodo palestinese del 1948 conosciuto soprattutto nel mondo arabo, e fra i palestinesi in particolare, come nakba (letteralmente "disastro", "catastrofe", o "cataclisma"), è l'esodo della popolazione araba palestinese durante la guerra civile del 1947-48, al termine del Mandato Britannico, e durante la guerra arabo-israeliana del 1948, dopo la fondazione dello Stato di Israele. Nakba è il nome assegnato a questo evento dalla storiografia, non solo araba.

Durante tale conflitto, più di 700.000 arabi palestinesi abbandonarono città e villaggi, o ne furono espulsi, e, successivamente, si videro rifiutare ogni loro diritto al ritorno nelle proprie terre, sia durante sia al termine del conflitto.

La proporzione fra i palestinesi che erano fuggiti o che furono cacciati, le cause e le responsabilità dell'esodo, il suo carattere accidentale o intenzionale, come pure il diniego, dopo la cessazione dei combattimenti, del diritto al ritorno degli abitanti arabo-palestinesi (musulmani e cristiani), sono un soggetto fortemente dibattuto sia da parte degli studiosi della questione israelo-palestinese, sia da parte degli storici specialisti degli eventi di tale periodo.

Questo esodo è anche all'origine della successiva problematica dei rifugiati palestinesi, che costituisce uno dei contenziosi più difficili da risolvere del più ampio conflitto arabo-israeliano e del conflitto israelo-palestinese. I rifugiati palestinesi e i loro discendenti registrati dall'UNRWA erano 5.149.742 nel 2015, distribuiti in GiordaniaStriscia di GazaCisgiordaniaSiria e Libano; di questi molti risiedevano nei campi-profughi palestinesi.

L'espressione Yawm al-Nakba (in arabo: "Giorno della Nakba"), identifica la ricorrenza, commemorata ogni anno il 15 maggio, con la quale le genti palestinesi e lo Stato di Palestina, con altri paesi arabi, rievocano l'estromissione nel 1948 di buona parte degli abitanti arabi della Palestina dai confini dello Stato d'Israele. Nel febbraio 2010 la Knesset ha varato una legge che proibisce di manifestare pubblicamente in Israele lutto e dolore il 15 maggio.

Alcuni storici della nuova storiografia israeliana hanno definito l'esodo palestinese un atto di pulizia etnica.


Wikipedia

domenica 14 maggio 2023

Massificare le idee per massificare le persone (Professor X)


 

Basta poco per controllare un popolo. Controllarne il pensiero è la chiave. E i social ne sono il palcoscenico.

Per dominare un popolo, come avevano ben compreso i tiranni e i demagoghi della storia, bisogna penetrare nel suo intimo, alimentare le sue paure, orientare i suoi vizi e i suoi gusti, prevenire e incanalare i suoi entusiasmi. I conduttori televisivi, gli opinionisti, gli influencer sono i nuovi sacerdoti al servizio degli unici dei che l’uomo adora: la televisione e i social.

In questi luoghi le opinioni vengono esternate in una delirante frenesia, il pensiero stesso perde valore, perché anziché essere meditato, costruito attraverso la riflessione, diventa vuoto, aleatorio come la chiacchiera. Non importa ciò che si dice ma il fatto che lo si dica: la coerenza è ormai un anacronismo e si possono tranquillamente smentire le proprie affermazioni, a patto che lo spettacolo continui.

«Il vecchio George Orwell aveva capito tutto, ma al rovescio. Il Grande Fratello non ci osserva. Il Grande Fratello canta e balla. Tira fuori conigli dal cappello, si dà da fare per tenere viva la tua attenzione in ogni singolo istante di veglia. Fa in modo che tu possa sempre distrarti; che tu sia sempre assorbito.»

Da anni ormai assistiamo a un progressivo impoverimento del linguaggio, a un costante svilimento delle cultura, a una crescente massificazione delle idee. Massificare le idee per massificare le persone, affinché i loro pensieri siamo prevedibili, influenzabili, facilmente controllabili, facili da convertire in denaro, vendendo prodotti, o in voti elettorali. E i social in questo aiutano. E molto.

 

(Professor x)

S’Istoria sarda in limba sarda. Di Francesco Casula.

  In unas cantas pimpirias, in televisione, apo contau s'istoria  sa literadura, sa poesia sarda.  - in sa de tres chistionende de s ...