Basta
poco per controllare un popolo. Controllarne il pensiero è la chiave. E i
social ne sono il palcoscenico.
Per dominare un
popolo, come avevano ben compreso i tiranni e i demagoghi della storia, bisogna
penetrare nel suo intimo, alimentare le sue paure, orientare i suoi vizi e i
suoi gusti, prevenire e incanalare i suoi entusiasmi.
I conduttori televisivi, gli opinionisti, gli influencer sono i nuovi sacerdoti
al servizio degli unici dei che l’uomo adora: la televisione e i social.
In
questi luoghi le opinioni vengono esternate in una delirante frenesia, il
pensiero stesso perde valore, perché anziché essere meditato, costruito
attraverso la riflessione, diventa vuoto, aleatorio come la chiacchiera. Non
importa ciò che si dice ma il fatto che lo si dica: la coerenza è ormai un
anacronismo e si possono tranquillamente smentire le proprie affermazioni, a
patto che lo spettacolo continui.
«Il
vecchio George Orwell aveva capito tutto, ma al rovescio. Il Grande Fratello
non ci osserva. Il Grande Fratello canta e balla. Tira fuori conigli dal
cappello, si dà da fare per tenere viva la tua attenzione in ogni singolo istante
di veglia. Fa in modo che tu possa sempre distrarti; che tu sia sempre assorbito.»
Da anni
ormai assistiamo a un progressivo impoverimento del linguaggio, a un costante
svilimento delle cultura, a una crescente massificazione delle idee.
Massificare le idee per massificare le persone, affinché i loro pensieri siamo
prevedibili, influenzabili, facilmente controllabili, facili da convertire in
denaro, vendendo prodotti, o in voti elettorali. E i social in questo aiutano.
E molto.
(Professor
x)
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