(21
Dicembre 1975) Un commando di sei persone
condotto dal terrorista e mercenario venezuelano Ilich Ramírez Sánchez, noto
come Carlos (lo Sciacallo), fa irruzione nell'edificio del quartier generale
dell’OPEC, a Vienna, e cattura sessanta ostaggi.
Assoldato dal Fronte Popolare di liberazione della Palestina per uccidere due
alti membri dell’OPEC, un ministro iraniano ed uno saudita, lo sciacallo non
riesce a portare a termine con successo il progetto. Per lui viene emesso un
mandato di cattura internazionale.
Carlos
nasce il 12 ottobre 1949 a Caracas
(Venezuela). Suo padre, un avvocato leninista, gli diede il nome Ilich
traendolo dal patronimico di Lenin; i suoi fratelli si chiamano invece Vladimir
e Lenin, le altre due componenti del nome completo del rivoluzionario
sovietico. Studiò a Caracas e in seguito partecipò al movimento giovanile del
Partido Comunista de Venezuela.
Nel
1959 Carlos avrebbe firmato il suo primo attentato nel 1973 a Londra, sparando
contro il direttore di un grande magazzino. Carlos è considerato l'autore o l'ispiratore di vari attentati
avvenuti in Europa negli anni 70’ e 80’.
In particolare, nel 1982, organizza un attentato terroristico contro il treno Tolosa-Parigi sul quale avrebbe dovuto
trovarsi l'allora sindaco di Parigi, Jacques Chirac. Il bilancio dell’azione sono cinque morti. Carlos fu soprannominato
"Sciacallo" dalla stampa quando una copia del romanzo "Il giorno
dello sciacallo" di Frederick Forsyth fu trovata tra i suoi beni personali.
Carlos
sarebbe stato al centro di una rete terroristica internazionale e avrebbe avuto
rapporti soprattutto con gruppi oltranzisti palestinesi e con gruppi terroristi
tedeschi come la Raf. I suoi rifugi sono stati soprattutto in Siria e nello
Yemen, ma la Kopp (la sua compagna) ha raccontato che anche la "Stasi"
della Germania Est li ospitava.
Oltre al terrorismo, Carlos ha coltivato anche la sua romantica
immagine di dandy vecchia maniera, affascinato dalle belle donne, gran
bevitore, fumatore di sigari di qualità e nottambulo impenitente. Anche dopo il suo arresto ha avuto una love-story con la
sua avvocatessa francese. Il 24 dicembre 1997 Carlos fu condannato all'ergastolo dalla
Corte d'assise di Parigi per il triplice omicidio della rue Toullier del 27
giugno 1975. Alla lettura della sentenza, Carlos ha alzato il pugno chiuso
gridando: "Viva la rivoluzione". Il 23 giugno 1999 la Cassazione ha
respinto il ricorso e la condanna al carcere a vita è diventata definitiva. In
seguito la Francia ha respinto la richiesta di estradizione presentata dall'Austria
per il sequestro dei ministri dei paesi Opec (Vienna 1975).
Nel giugno 2003, Ramírez Sánchez pubblicò una collezione di scritti
dal carcere, col titolo di "Islam Rivoluzionario", dove cercò di spiegare e difendere le sue attività come
parte di un conflitto di classe. Dal carcere parigino della Santé, Carlos ha
rilasciato due interviste a quotidiani italiani in cui ha parlato del caso
Moro, di Ustica e della strage di Bologna e ha detto anche di ritenere
probabile una nuova azione delle Brigate rosse.
Nel
2004 la commissione bicamerale d'inchiesta sul caso Mitrokhin, istituita dal
Parlamento italiano, si è recata a Parigi per acquisire carte sul terrorista in
riferimento ai suoi rapporti con la rete dei servizi dell'Est. Nello stesso
anno, inutile viaggio a Parigi del pm romano Franco Ionta per interrogare il
terrorista venezuelano nell'ambito della nuova inchiesta sul sequestro e
l'omicidio di Aldo Moro.
Il
2 agosto 2010, Carlos rilasciò un'intervista al quotidiano online AgoraVox
riguardo alla strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980: scagionando i
neofascisti, egli parlò delle responsabilità della CIA
nell’organizzazione dell’atto terroristico.
Secondo la ricostruzione, "yankee, sionisti e strutture della Gladio"
fecero brillare un ordigno al fine di distruggere un carico di armi trasportato
da palestinesi o da esponenti dell'FPLP; lo scopo era quello di far ricadere su
questi ultimi la responsabilità dell'attentato.
Vincenzo
D’Ascanio
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