mercoledì 28 febbraio 2024

I morti degli anni 70’: Miki Mantakas. Di Vincenzo Maria D’Ascanio.


 

Alle tre di notte, nel tentativo di dare fuoco alla porta di casa, militanti della “Brigata tanas” versano cinque litri di benzina sull’ingresso dell’appartamento abitato dalla famiglia Mattei. Mario Mattei, il capofamiglia, era il segretario della sezione missina del quartiere. Quella che doveva essere un’azione intimidatoria si trasforma in una tragedia. Virgilio, di 22 anni, militante missino nel corpo paramilitare dei Volontari Nazionali, e il fratellino Stefano di 8 anni, muoiono non riuscendo a scampare alle fiamme. Gli attentatori lasciano sul selciato una rivendicazione della loro azione: “Brigata Tanas – guerra di classe – Morte ai fascisti – la sede del MSI – Mattei e Schiavoncino colpiti dalla giustizia proletaria

Furono condannati a 18 anni di reclusione, per incendio doloso e duplice omicidio colposo, oltre che per uso di esplosivo e materiale incendiario - con pena prescritta - tre esponenti dell'organizzazione Potere Operaio, tra cui Achille Lollo. Solo nel 2005 ammise di avere realizzato, con altri, un attentato dimostrativo con una bomba artigianale non esplosa rivolto a Mario Mattei, ma sostenne sempre di non aver incendiato la casa con la benzina. Le effettive dinamiche dell'atto non sono mai state chiarite.

Tuttavia la vicenda ebbe delle ulteriori ripercussioni. Infatti, il 28 Febbraio 1975 sarà ucciso a Roma Mikis Mantakas, studente greco fuorisede iscritto al Fuan (fronte Unitario di Azione nazionale, associazione studentesca di estrema destra). Fu ucciso da due proiettili nel corso degli scontri avvenuti proprio durante il processo agli imputati accusati del Rogo di Primavalle. Mantakas muore davanti alla sezione del Movimento Sociale Italiano (MSI) di Via Ottaviano preso d’assalto dai manifestanti di estrema sinistra.

La giornata era iniziata con scontri all'ingresso del Palazzo di Giustizia nel settimo giorno del processo dove c'è Achille Lollo alla sbarra e gli iscritti al Msi hanno dato vita a manifestazioni fin dal primo giorno. Gli scontri diventano sempre più ingestibili, anche perché un corteo di militanti della sinistra extraparlamentare arriva dinanzi al tribunale senza essere autorizzato.

Tra i manifestanti in prima fila si trova il ventenne Alvaro Lojacono che si scontra con un avversario politico, da cui sarà separato da parte dei carabinieri del maggiore Antonio Varisco, che qualche anno dopo verrà assassinato dalle Brigate Rosse. Alle ore tredici, con la sospensione dell'udienza, i manifestanti del corteo di sinistra vanno verso la sede missina di via Ottaviano 9 per assaltarla. Fabrizio Panzieri e Alvaro Lojacono, appostati alla sinistra del portone, sparano verso l'ingresso del palazzo. Mantakas, asserragliato nell'edificio con altri esce da una porta secondaria, ma viene raggiunto in piena fronte dalla pallottola sparata da Lojacono con la sua P38.

Dopo due ore Panzieri viene fermato subito da un poliziotto, mentre i missini identificano Lojacono, portando alla perquisizione di casa sua. Nell'appartamento del padre (noto economista), vicino a Campo de' Fiori, una cameriera apre agli agenti, ma il giovane non c'è. In primo grado (nel marzo del 1977) Lojacono viene scagionato dall'accusa di omicidio. In secondo grado è invece condannato a sedici anni di reclusione. Ricorrendo in Cassazione, rimane in libertà dandosi alla latitanza

Fuggito prima in Algeria e poi in Svizzera viene comunque condannato a diciassette anni di carcere a Lugano per l'omicidio del giudice Girolamo Tartaglione; ne sconterà nove e ne passerà due in semilibertà, prima di essere liberato; ma non sconterà neanche un giorno per l'assassinio di Miki Mantakas in quanto non viene rinviato a giudizio né viene sostenuta l'accusa di omicidio.

La sezione dell'MSI di via Ottaviano fu ancora al centro di ulteriori sciagure che portarono anche alla sua temporanea chiusura, come quando fu ucciso Walter Rossi di Lotta Continua due anni dopo da parte di elementi di estrema destra. Il gruppo musicale Amici del Vento dedicò a Mantakas un brano intitolato “Nel suo nome.” Allo studente fu anche dedicato il nome di una radio privata, Radio Mantakas, nelle Marche.

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