martedì 21 settembre 2021

La sostituta Boi ha aperto un fascicolo senza indagati e senza ipotesi di reato. Accertamenti sulle segnalazioni relative all'acquisto di un immobile. Esposti sulla villa di Solinas. Ora indaga la Procura


 

 

La villa da 543 metri quadrati di coperto acquistata a Cagliari per un milione e centomila euro dal presidente della Regione Christian Solinas è al centro di un'inchiesta che il procuratore capo facente funzioni Paolo De Angelis ha affidato due mesi fa alla sostituta Maria Virginia Boi. Nessuna ipotesi di reato e nessun indagato: il fascicolo è iscritto al modello 45 ed è la conseguenza inevitabile di una serie di esposti anonimi arrivati all'ufficio del procuratore in cui la vicenda della compravendita dell'immobile viene illustrata con una serie di documenti.

 

A fianco della villa, nell'area del giardino in cui i precedenti proprietari avevano fatto realizzare una grande piscina, è in fase di costruzione una palazzina di quattro piani con vista sullo stagno di Molentargius e sul mare del Poetto che non apparterrebbe a Solinas. La Procura intende verificare la legittimità paesaggistica dell'intervento edilizio e i vari passaggi finanziari che hanno preceduto l'acquisto della villa e la supposta cessione dell'area destinata alla palazzina da parte del leader sardista.

 

La costruzione del nuovo edificio, per quanto di forte impatto visivo in un'area delicatissima, risulterebbe regolare perché autorizzata in base alla leggina regionale che gli ambientalisti hanno chiamato polemicamente «scempia stagni». Mentre per quanto riguarda l'operazione finanziaria, secondo il Fatto Quotidiano Solinas avrebbe ottenuto dal Banco di Sardegna, la tesoreria della Regione, un mutuo di 880 mila euro dopo aver ceduto all'imprenditore Roberto Zedda, editore di Youtg.net e fornitore di numerosi servizi per la Regione, alcuni ruderi a Santa Barbara (Capoterra).

 

Il 4 novembre 2020 Zedda avrebbe versato con due assegni in successione la caparra confirmatoria di 200 mila euro stabilita nel preliminare, con l'impegno a corrispondere altri 50 mila euro, senza però chiudere l'affare con il pagamento della differenza e col rogito notarile, che non risulterebbe registrato.

 

L'interrogativo riguarda il destino della caparra: è stata restituita all'imprenditore o Solinas l'ha trattenuta secondo contratto?, Accertare per via giudiziaria questo passaggio potrebbe essere necessario per spiegare l'anomalia legata all'importo della caparra - 250 mila euro su un totale di 550 mila, di norma si versa una percentuale minima - e sgomberare il campo dalle voci incontrollate che i servizi del Fatto hanno sollevato.

 

Resterebbe in ogni caso da chiarire, almeno sotto il profilo dell'opportunità politica, perché Solinas abbia ceduto i ruderi di Santa Barbara, acquistati nel 2002 per 40 mila euro, a un imprenditore impegnato in diversi lavori per la Regione e considerato vicino al suo consigliere personale Nanni Lancioni. A indagare sarà la Guardia di Finanza. (m.l)

 

Articolo tratto da “La Nuova Sardegna” del 21.09.2022
 
Federico Marini
marini.federico70@gmail.com
skype: federico1970ca

 

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