Non sarà una passeggiata rimettere in piedi
la città di Carbonia. Mentre la campagna elettorale per la
scelta del nuovo sindaco volge al termine, la crisi che ha investito il Sulcis
minaccia di farsi ancora più nera e nemmeno i più ottimisti riescono a celare
la preoccupazione.
Rinnovamento mancato. Cinque anni fa in migliaia hanno creduto al vento del rinnovamento che ha
portato alla guida del Municipio di piazza Roma il Movimento 5 Stelle. Quel
vento ha spazzato via la vecchia politica in nome di una rinascita che però,
complice anche il Covid che ha frenato tanti progetti, non c'è stata. Lo dicono i negozi
chiusi (70 su 100 solo in centro), le strade rattoppate, le erbacce che sino a qualche settimana fa (quelle
tolte in campagna elettorale
non valgono) occupavano strade e marciapiedi:
«Davanti a casa nostra l'erba alta l'ha tagliata mio marito – dice Daniela
Senis, rione via Sanzio – ma solo perché mio figlio e quelli dei vicini potessero
giocare in sicurezza senza l'incubo delle zecche».
Il bilancio, in buona parte blindato da
192 mutui con cui i pentastellati si sono trovati a lavorare, non ha concesso
grandi spazi di manovra e così solo nell'ultima parte di consiliatura si è
potuto dare il via ad alcuni progetti che, però, devono ancora vedere la luce. Intanto sono riprese
le partenze: l'ultimo saldo migratorio è infatti negativo (-160 di cui 80 giovani all'estero): «Ho due figli emigrati – racconta Luisa Melis, pensionata – tanti genitori
speravano che la città potesse arrivare a una svolta che convincesse i giovani
a trovare qui il loro futuro. Invece è tutto fermo».
Il mondo del volontariato è stato prezioso
in questi anni, peccato però che anche i volontari se la passino male: lo
dicono le circa 200 associazioni cittadine di cui buona parte non ha una sede
in cui programmare azioni e attività. E il malessere si evince anche dai numeri del
reddito di cittadinanza: raccontano
di 800 percettori che presto supereranno la quota 1000/1200 senza che per loro ci sia un solo progetto
di lavoro avviato. L'economia. Non troveranno risposta lavorativa nelle imprese che arrancano: circa 800
hanno chiuso i battenti negli ultimi 6 anni e, ora che l'edilizia potrebbe dare
risposte concrete grazie al bonus 110 per cento, la burocrazia, in primis un
Comune sotto organico di oltre 100 unità, blocca tutto.
E intanto la città, dove il reddito medio supera
di poco i 10 mila euro, si fa sempre più piccola. Sono
in totale
(a ieri) 27.082 gli abitanti (10 anni fa erano 28.882) e il dato Istat sulla popolazione attiva
(sempre più anziana) dice che ogni 100
persone che lavorano, 63 sono a loro carico.
«Soprattutto le piccole
imprese non hanno più ossigeno – dice Elio Cancedda da sempre in prima linea in città per i diritti del
mondo delle Partite Iva – sappiamo
che un'amministrazione comunale non può risolvere tutto, ma qui serve impegnarsi sulle piccole cose. Sono dieci anni, ad esempio, che chiediamo di togliere i parcheggi a
pagamento per riportare le persone nel centro in crisi, ma non si è mai andati
oltre promesse. Chiunque vinca deve avere ben chiaro che, senza azioni concrete, ci troverà in piazza a protestare già dai
prossimi mesi. Qui la gente è allo stremo».
Non lo dicono solo le Partite Iva,
l'invito-appello alla massima operatività arriva anche dalla Chiesa: «Occorre lavorare in sinergia, come è avvenuto nei mesi neri del Covid, per intercettare le vere povertà – dice don Giampaolo
Cincotti, rappresentante legale del Centro di distribuzione della Caritas che comprende le 7 parrocchie cittadine – circa 150 famiglie hanno il
nostro centro come unica fonte di sostentamento, vivono un'esistenza difficile. Serve un grande
impegno, ad esempio sarebbe prezioso un
passo avanti il centro della solidarietà: sarebbe
dovuto nascere nell'ex asilo di via Brigata
Sassari ma il progetto è fermo».
Non è l'unico a essersi arenato e, infatti,
nei programmi dei tre candidati, Daniela Garau, Pietro Morittu e Luca Pizzuto,
i temi sono infiniti. Arrivare alle tre candidature è stato un percorso lungo e
tortuoso e sino al 10 settembre la tensione è stata massima per tutti gli
schieramenti. Centrodestra Daniela Garau, consigliera uscente del Patto Civico, avrà tre liste a sostegno della sua candidatura: quella del suo Patto Civico,
quella della Lega e la lista "Noi con voi", all'interno della quale
sono confluiti i Riformatori, Forza Italia e Fratelli d'Italia. La coalizione, così hanno dichiarato i suoi sostenitori, è quella che unisce l'intero centrodestra per la prima volta compatto sotto un'unica candidata, anche se per arrivare
a questa unione si è atteso un via libera "extra cittadino" arrivato
all'ultimo minuto utile.
Centrosinistra. Non
meno travagliato è stato il percorso che ha portato alla coalizione che sostiene
Luca Pizzuto,
ovvero quattro liste di Articolo Uno, M5S, Pci e Psi, e quello che ha fatto
nascere la corazzata di sei liste "Carbonia 2021" guidata da Pietro Morittu: con lui il Pd e le civiche Carbonia
Avanti, OraxCarbonia, Uniti per rinascere, Pietro Morittu Sindaco e Sviluppo e
Ambiente–Cittadini per Carbonia. Fino al 10 settembre scorso gli scenari sono
cambiati giorno dopo giorno.
Il M5S, dopo il passo indietro della sindaca
Paola Massidda, aveva deciso di puntare sul vicesindaco uscente Gianluca Lai. Nel resto del centrosinistra fervevano le discussioni iniziate nell'autunno scorso, quando iniziò a
prospettarsi la nascita di una coalizione trasversale che avrebbe potuto avvicinare il Pd al Psd'Az. Erano iniziati i primi malumori culminati
poi, in pieno inverno, con una grave spaccatura nel Pd causata anche (e soprattutto) da vecchie frizioni interne al partito. Nell'ipotetica unica coalizione nascente c'era anche Luca Pizzuto il cui
nome ha anche fatto parte di un sondaggio, nato per testare il gradimento degli
elettori di centrosinistra, che si è chiuso con il nome di Pietro Morittu.
Nel frattempo i contatti per una
coalizione il più possibile ampia sono continuati e anche quando è stato chiaro
che una lista del Psd'Az non ci sarebbe stata, è apparso palese (anche se mai
nessuno lo ha dichiarato a voce alta sino all'ultimo) che numerosi esponenti vicino al mondo sardista e all'Udc sarebbero entrati a far parte della coalizione di Morittu. A quel punto Pizzuto ha rotto gli indugi chiedendo una netta presa di
posizione: «Art.1 non starà in una coalizione – ha detto – che dialoga con chi
a livello regionale è nel centrodestra». La presa di posizione c'è stata, ma in
senso inverso, e così Pizzuto è uscito dalla coalizione.
A quel punto è iniziato l'avvicinamento con
il M5S che, come vuole il nuovo corso indicato da Giuseppe Conte, ha deciso di
abbandonare i vecchi individualismi in nome della nascita di un nuovo polo
progressista. Ed ecco le nuova alleanza corroborata da Pci e Psi. La
conclusione di questa travagliata
stagione saranno le tre opzioni spalmate su 13 liste a disposizione, domenica e lunedì prossimi,
dei 23.695 elettori e (se arriveranno)
dei 3.462 cittadini iscritti all'Aire.
Stefania Piredda
Articolo
“Unione Sarda,” 08.10.2021
Federico
Marini
skype:
federico1970ca
Nessun commento:
Posta un commento