Non desta più stupore questa stampa
incolta e questo giornalismo dilettantesco che non distingue più l’informazione
dall’avanspettacolo. Lo ha scritto anche una autorevole corrispondente di
guerra della Rai, Lucia Goracci: “se i
vaccinati sono oltre l’80% e i no-vax meno del 20%, com’è che in televisione ci
sono sempre e solo loro?”.
Giornali
è tv in processione dietro cortei no-laqualunque, con interviste a curiosi
personaggi che pronosticano la morte dei vaccinati entro due anni; altri che
parlano della mafia farmaceutica (senza rendersi conto, né gli invasati né i giornalisti, che alle case
farmaceutiche conviene più un imbecille che spende 30€ la settimana per
comprare tre tamponi, anziché 20€, a spese dello Stato, per due vaccini che
durano 8/9 mesi); ora hanno raccontato, beatificandolo, dell’esistenza in natura di un nuovo guru della piazza negazionista di Bologna.
Hanno
scritto il suo nome, il titolo di studio, hanno specificato che segue la
medicina olistica, che si circonda di frasi di Gaber e degli Inti-Illimani; di
questo arruffapopoli hanno pubblicato le foto (capello lungo messianico con
effetto bagnato); uno che per un’ora, dopo ogni frase chiudeva col grido
“vergogna”, che poi gli adepti ripetevano tre volte come una giaculatoria; dove
Draghi era “Grisù”, Mattarella un rincoglionito da pensionare ed il ministro
Speranza apostrofato con ripetuti “Bleah”, espressione fumettistica di
disgusto. Fino all’insulto a Liliana Segre. E tutto è messo in onda e sulle
prime pagine.
Poi arriva
lui, l’onnipresente Massimo Cacciari, il cottimista dei salotti tv dei pareri
universali; il pensatore che manifesta fastidio
fisico e tricologico sul pensiero di chiunque sotto la sua lente, in cui non ce
n’è uno che ne abbia fatto una giusta, tranne lui, si desume, giacché lui è
quello che assegna i voti. Cacciari, nella foga di mantenere vivo il suo
standard dell’eccesso, per scongiurare effetti di assuefazione, spara una
provocazione al giorno, ieri, sull’argomento della mobilitazione democratica
dei sindacati dopo l’assalto fascista alla CGIL, ha detto: “il fascismo non esiste”.
Roba che
somiglia molto a quell’altra frase ripetuta da alcuni dopo che avevano
ammazzato Falcone e Borsellino: “la mafia non esiste”.
La
chiudo con Berlusconi di cui, stampa e social, riportano una frase
intelligente: “eroe è chi blocca un treno per Aushwitz, non un porto per il
green-pass”. Giusto!
Peccato
che non tutti ricordano che per Berlusconi erano eroi anche i parlamentari che
votarono per la nipote di Mubarak, quelli che cantarono l’inno di Mameli sulla
gradinata del tribunale di Milano contro i giudici che lo giudicavano, e anche
quando diede ragione a Dell’Utri che definì eroe, Mangano, il suo stalliere
mafioso, forse perchè seppe tenere la bocca chiusa. In questi giorni sono in
corso le votazioni per il rinnovo degli organi, regionali e nazionali,
dell’Ordine dei giornalisti.
Più che
un voto è una speranza.
Giovannimaria
– Mimmia - Fresu
giornalista pubblicista
presso Politiche sociali e immigrazione
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