Dopo quella del tribunale ordinario che
l'ha riconosciuto colpevole di peculato per l'uso illegale dei fondi destinati
al gruppo politico regionale del centrosinistra, arriva
anche la condanna della Corte dei
Conti per l'ex consigliere regionale e parlamentare sassarese Silvio Lai (59 anni): l'ex segretario del Pd sardo dovrà versare all'erario 40.955 euro, la somma
stabilita dalla Corte presieduta da Donata Cabras.
La richiesta della Procura regionale - era
più alta di quasi un terzo, ma i giudici hanno ritenuto che il danno erariale
attribuibile a Lai fosse inferiore. La «colpa grave» dell'ex parlamentare è di
aver beneficiato tra il 2005 e il 2009 di una cinquantina di bonifici non
giustificati da attività compatibili con quella del gruppo L'Ulivo-Pd e di aver
versato fra le altre somme al centro studi Carlo Carretto e al mensile Sassari
sociale senza alcuna ragione riferibile ai compiti istituzionali del gruppo.
Difeso dall'avvocato Antonio Avino Murgia, Lai ha sempre respinto tutte le accuse
come già avvenuto al processo penale.
Condannato dalla Corte dei Conti anche l'ex
consigliere cagliaritano dell'Udc Alberto Randazzo (50 anni), che dovrà versare
195.803 euro legati a 36 assegni bancari, prelievi e bonifici firmati come
presidente e tesoriere del gruppo tra il 2004 e il 2008. Per Vincenzo Floris (69 anni) di Orgosolo la condanna erariale ammonta a 45.527 euro,
calcolata in base alle somme spese nel corso della tredicesima legislatura senza giustificazione compatibile coi criteri che regolano l'uso
dei fondi pubblici. Floris faceva parte del gruppo Pd-L'Ulivo, i cui componenti nel corso della tredicesima legislatura sono stati in larga
parte condannati a pene fra i
due e i tre anni dal tribunale ordinario.
Alla base delle ultime decisioni della
Corte dei Conti - depositate lo scorso 27 settembre - è sempre la stessa
ragione: come stabilito dalla Corte di Cassazione qualsiasi spesa sostenuta con fondi pubblici
dev'essere rendicontata «in modo
puntuale e coevo», come dire con la massima precisione e subito. Nel
caso che riguarda ormai un centinaio di ex consiglieri regionali sardi, fondi
per milioni euro destinati all'attività istituzionale dei gruppi politici sono
stati spesi senza controllo, senza alcuna giustificazione e al di fuori dai
criteri che regolano l'uso delle risorse finanziarie pubbliche. Gli ex onorevoli si sono difesi - quasi tutti - facendo riferimento alla prassi del consiglio regionale sardo, secondo la quale i
riscontri delle spese non erano richiesti. (m.l)
“La Nuova Sardegna”, 05.10.2021
Federico Marini
skype: federico1970ca
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