Ecco
La richiesta-proposta del Comitato. Si chiede alla municipalità di Cagliari,
nella figura del Sindaco e di tutto il Consiglio comunale, di farsi carico
immediatamente: 1- della decisione di rivedere il
posizionamento della statua di Carlo Felice, spostandola, anche
attraverso donazione, in uno dei musei cittadini, corredandola di adeguata
didascalia che permetta ad ogni visitatore del museo di prendere coscienza
della storia di questo tiranno; 2- della decisione di rivedere
la denominazione della strada “Largo Carlo Felice” con qualcosa che richiami un
momento positivo della storia dell’Isola e della città, quale per
esempio la data della cacciata dei Savoia e che il Popolo Sardo, attraverso
l'Assemblea del Consiglio Regionale, ha deciso di celebrare con “Sa Die de Sa
Sardigna”; 3- di sostituire la statua di Carlo Felice
con altro monumento idoneo a ricordare invece un eroe della lotta per la
liberazione del popolo sardo dalle vessazioni dei dominatori succedutisi
nei secoli, quale per esempio, lo stesso Giovanni Maria Angioy i cui seguaci
furono perseguitati da Carlo Felice; 4- di concordare
con le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado della città iniziative di
informazione e formazione degli studenti sulla storia della città di Cagliari
così da favorire la conoscenza e la crescita del senso di identità che oggi
appare debole, effimero e non consapevole.
Perché tale proposta Le statue dei tiranni,
peraltro volute e innalzate da loro stessi o dai loro pretoriani ed ascari, ma
certamente non dai popoli, si abbattono. Così è stato storicamente.
Bene: che facciamo a fronte della statua di Carlo Felice, che ancora campeggia,
in bella mostra, al centro di una Piazza della capitale della Sardegna' La
lasciamo dove sta, perché ormai fa parte della storia e dell’architettura
cagliaritana' Io penso di no.
Nella storia non c’è niente di irreversibile. Né di intoccabile. Anche
perché la storia non è necessariamente un processo razionale, come pensava e
teorizzava il grande filosofo tedesco Georg Wilhelm Friedrich Hegel (ciò che è
reale è razionale). Dunque oggi, se i cittadini
cagliaritani e i suoi rappresentanti lo vogliono, si può decidere di
“correggere” un ciclopico errore storico. Le statue i popoli le
innalzano e le dedicano ai loro eroi, a sas feminas e a sos omines de gabale
(alle donne e agli uomini di valore): non ai loro carnefici. Quella statua è un insulto, un offesa per l’intero popolo
sardo ma soprattutto per le centinaia di vittime: di democratici sardi, impiccati,
fucilati, condannati al carcere a vita, perseguitati.
Solo
perché combattevano per la libertà. Contro l’odioso sistema feudale e la
tirannide di Carlo Felice, il peggiore fra i sovrani sabaudi. Egli infatti da vicerè come da re fu crudele, feroce e sanguinario
(in lingua sarda incainadu), famelico, gaudente e ottuso (in lingua sarda
tostorrudu). E ancora: Più ottuso e reazionario d’ogni altro principe, oltre
che dappocco, gaudente parassita, gretto come la sua amministrazione, lo
definisce lo storico sardo Raimondo Carta Raspi. Mentre per un altro storico
sardo contemporaneo, Aldo Accardo, – che si basa sulle valutazioni di Pietro
Martini – è Un pigro imbecille. Scrive il Martini (peraltro storico filo
monarchico e filo sabaudo):”Non sì tosto il governo passò in mani del duca del
Genevese, la reazione levò più che per lo innanzi la testa; cosicché i mesi
che seguirono furono tempo di diffidenza, di allarme, di terrore pubblico”.
Rimuovere
la statua di un tiranno significa dimenticare la storia. “Sconvolgere
l’architettura di Cagliari” Noi del Comitato proponiamo
di “rimuovere” la statua per collocarla in un Museo: non di abbatterla.
La riteniamo infatti un “manufatto”, persino con elementi di “bene culturale”,
architettonico, scultorio. E’ dunque giusto che venga conservato e non
distrutto. Ma non esibito. Esposto in una pubblica Piazza. Come fosse un eroe
da omaggiare e non un essere spregevole, oggetto di sprezzo e ludibrio.
Questo è l’indirizzo
da cui si può accedere al sito:
blog.libero.it/wp/1945carlofeliceeitirannisabaudi
Francesco Casula
Storico
e saggista della cultura sarda.
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