domenica 31 ottobre 2021

Zan: no alle discriminazioni, siamo più forti dell'odio


 

È l'uomo del momento, Alessandro Zan. Ancor di più dopo che il disegno di legge contro l'omobitransfobia che porta il suo nome è stato, come si dirà più volte nel corso della serata, «volgarmente e vergognosamente affossato dal voto segreto in Senato», nei giorni scorsi. Zan ha presentato ieri sera a Cagliari il suo libro "Senza paura. La nostra battaglia contro l'odio" (ed. Piemme). A dialogare con lui Andrea Frailis, giornalista e volto storico di Videolina ma oggi impegnato nel ruolo di deputato alla Camera nelle fila dello stesso partito di Zan, il Pd.

 

La battaglia. L'arcobaleno idealmente si sposta dalla strada negli spazi interni dell'albergo cagliaritano. Prima una conferenza stampa "volante" fa il punto sul tema politico, l'accento si posa sulle prospettive: «Non ci fermiamo. Non ci rassegniamo. Si proseguirà con più vigore di prima. L'Italia è altra cosa rispetto ai suoi attuali rappresentanti in Parlamento».  Subito dopo spazio al racconto del libro.

 

Sala gremita. E tanta curiosità. Molti i giovani in prima linea, qualcuno indossa la mascherina multicolore, simbolo dell'universo Lgbtq+; gli adulti ascoltano attenti e silenziosi, sembrano prendere mentalmente appunti. Cagliari riscopre la propria coscienza civile. E se per alcuni è una novità, per tanti altri, la maggioranza, ha il sapore di una gradita riconferma. Si parte con un applauso, che si allunga non appena Andrea Frailis ricorda Laura Grasso, donna che ha incarnato, sempre in prima persona, la realtà "arcobaleno" in Sardegna.

 

Gli ostacoli. Si entra con delicatezza nei temi più intimi della vita di Alessandro Zan. In particolare quando viene sollecitato sul rapporto con i propri genitori. E si scopre che il suo vissuto, il suo particolare, è storia comune a una moltitudine di ragazze e ragazzi che hanno paura di non essere capiti. «La famiglia può essere un grande rifugio o montagna da scalare», ha spiegato Zan, «si fa fatica quando si ha un padre erede di una visione patriarcale più rigida. Diceva che l'omosessualità era una malattia. E votava lega». Difficile crescere in un contesto simile. Complicato dichiararsi per ciò che si è.

 

«Mi rendevo conto», prosegue nel racconto il deputato padovano, «che nella società non era previsto un posto anche per me. A scuola, non avevo nessuno con cui scambiare i bigliettini dei primi amori. Anzi, convivevo con compagni di classe omofobi, sempre pronti alle battute feroci e agli insulti: "fr….", dicevano. Per me è stato un grande dolore. Oggi, mi rendo conto che non era colpa loro: sono cresciuti in brodo culturale che avallava le discriminazioni».

 

Il cambiamento Il vissuto non cambia. Il contesto non si evolve. E così Zan fa l'Erasmus in Gran Bretagna «in una città brutta e povera, l'ostile Sunderland», che però lo aiuta a diventare più consapevole. «Quando rientro in Italia, dai miei, faccio coming out», rivela alla platea silenziosa e attenta, «mia madre rimane disorientata. Mio padre, invece, la prende malissimo. Per un anno non ci siamo parlati. Poi ha iniziato un percorso personale che gli ha fatto fare i conti con una realtà che non era quella immaginata. Ciascun genitore ha delle aspettative per i propri figli».

 

È proprio la politica a riunificare la famiglia Zan: quando Alessandro

si candida il genitore prende il suo materiale elettorale e lo inizia

a distribuire in paese, orgoglioso che il figlio attivista gay corre

per un posto alla Camera. «Ha pure smesso di votare Lega», chiosa a

margine della storia.

 

I passi. L'incontro con il pubblico cagliaritano è l'occasione per ripercorrere l'iter del disegno di legge e per rimarcare quanto i giovani «già conoscono il paese che sarà. Noi dobbiamo solo lottare per riuscire a darglielo per come lo vogliono. La scuola e l'educazione sono la chiave». L'ultima battuta è di Andrea Frailis: «La Costituzione statunitense riconosce il diritto alla felicità». Il messaggio è chiaro.

 

Giovanni Follesa

 

 

Articolo “La Nuova Sardegna,” 25.10.2021

Federico Marini

marini.federico70@gmail.com

skype: federico1970ca

 

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