venerdì 26 novembre 2021

Operazione "Gladio" e la rete calndestina "stay Behind"


 

(26 Novembre 1956) I servizi segreti italiani e americani sottoscrivono un accordo relativo all’organizzazione della rete clandestina denominata "Stay Behind". Sono le basi dell’operazione "Gladio", che ha l'obiettivo di svolgere in Italia attività di controllo e contrasto del Partito Comunista nel caso di un’espansione sovietica in Europa occidentale. La NATO era preoccupata che l'Unione Sovietica avesse altissime possibilità di conquistare l'Europa prima dell'intervento statunitense che, data la distanza geografica, sarebbe intervenuta in un secondo momento.

 

In Italia è stata ipotizzata da più parti (anche dalla Commissione Stragi) l'esistenza di strutture nate in chiave anticomunista nelle ultime fasi della seconda guerra mondiale e nel primo dopoguerra, che poi sarebbero confluite, in tutto o in parte, in Gladio. Centro e quartier generale dell'esercito clandestino di "Gladio", fu la base militare sarda di Capo Marrargiu, che divenne il Centro Addestramento Guastatori. All'esterno della base appariva il simbolo della spada Gladio e il motto "Silendo Libertatem Servo". La costruzione della "base" iniziò attorno al 1954.

 

Per la realizzazione del Centro, la Cia destinò trecento milioni di lire. Il colonnello Renzo Rocca ebbe il compito di sovrintendere alla costruzione della nuova base stay behind italiana. Il Centro fu dotato, oltre alle strutture per l'ospitalità, anche di bunker sotterranei, poligoni di tiro, zone per i corsi sull'uso degli esplosivi, aule per le lezioni di carattere ideologico, attrezzature subacquee per l'addestramento di uomini-rana, un piccolo porto, due piste d'atterraggio per aeroplani e una per gli elicotteri. Il Centro di Capo Marrargiu doveva costituire anche la base operativa "ultima" della rete. Se la Sardegna fosse stata occupata dal nemico, il Comando si sarebbe trasferito in Inghilterra.

 

L'ex terrorista Vincenzo Vinciguerra confessò nel 1984 al giudice Felice Casson di aver compiuto l'attentato terroristico di Peteano il 31 maggio 1972, nel quale morirono tre carabinieri. Durante il processo, Vinciguerra spiegò come era stato aiutato dai servizi segreti italiani e come fuggì nella Spagna franchista dopo la strage. L'ex terrorista, sentito nello stesso anno anche nel processo relativo alla strage di Bologna, parlò apertamente dell'esistenza di una struttura occulta nelle forze armate italiane, composta sia da militari che da civili, con finalità di coordinare le varie stragi per chiudere anche la fase "riformista" della Democrazia Cristiana. A "Gladio" sono riconducibili il colpo di stato tentato del generale "Di Lorenzo" e altri tentativi di destabilizzare la democrazia parlamentare italiana

 

La struttura Gladio fu ufficialmente sciolta dal Presidente del Consiglio dei Ministri Giulio Andreotti nel novembre del 1990. Contemporaneamente furono dati "in pasto" all'opinione pubblica i nomi dei 622 gladiatori, ai quali fu inviata una lettera di congedo da parte del direttore del Sismi Ammiraglio Fulvio Martini che riassumiamo: «Per ordine del Governo la struttura Stay Behind è stata sciolta in data 27 novembre 1990. Pertanto alla ricezione della presente la S.V. deve considerarsi sciolta da ogni vincolo connesso alla predetta struttura. Viene quindi a cessare ogni forma di riservatezza. Il Servizio La ringrazia per la consapevole disponibilità offerta nella possibile prospettiva di un compito legittimo e generoso nella malaugurata evenienza di un'occupazione militare dell'Italia. È con questi sentimenti che Le invio il mio grazie ed i miei più cordiali saluti».

 

Mentre la Russia apriva i suoi archivi segreti, gli Usa aggiunsero altri lucchetti ai loro, rifiutandosi di collaborare con gli organi italiani. In Italia, invece, si pensò bene di distruggere una parte di questi archivi. Ciò ha permesso al Comitato parlamentare, presieduto da Tarcisio Gitti, di votare a maggioranza la conclusione in cui si afferma sia la piena legittimità della struttura sia l'assenza di deviazioni.

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