(24 Novembre
1963) in seguito al suo arresto, determinato dall’accusa di aver assassinato il
Presidente degli Stati Uniti D’America John Fitzgerald Kennedy, nei sotterranei
della centrale di polizia di Dallas, mentre veniva trasferito alla prigione
della contea Lee Harvey Oswald fu ucciso da Jack
Ruby, che dichiarò di aver agito per vendicare la morte di Kennedy.
Tuttavia Ruby era membro della mafia italoamericana, e ciò diede adito alla
teoria del complotto, secondo cui occorreva bloccare possibili rivelazioni di
Oswald, che in realtà sarebbe stato un agente segreto con ruoli
riconosciuti anche nell'IDEA, poi richiamato in patria
per infiltrarsi tra gli esuli cubani, che accusavano Kennedy di non aver
intrapreso l'operazione "Mangusta" (piano d’invasione dell’isola
cubana). In realtà, questa fu bloccata in seguito agli accordi stillati dalla
crisi dei missili, che vedava contrapposti gli USA all’URSS
Lee Harvey
Oswald fu arrestato a
pochissime ore dall’attentato. Oswald secondo alcune fonti sarebbe stata quasi una
figura da romanzo. Dopo aver militato nel corpo dei Marines fu scelto per
diventare una spia da inviare in Unione Sovietica. Dimessosi (apparentemente
improvvisamente e senza ragioni) dal corpo, partì alla volta dell’U.R.S.S. e
ottenne l’asilo politico. Fu assunto in una fabbrica e qui sposò Marina, una
ragazza russa che lavorava nella sua stessa fabbrica.
Quando
ritornò negli U.S.A. le cose non andarono come lui si aspettava: stranamente
nessuno voleva riconoscergli il ruolo di spia. A questo punto si trasferì con
tutta la famiglia a Dallas, e continuava a fare del proselitismo
per i movimenti comunisti. A questo punto la vita di Oswald cominciò ad
essere frenetica e apparentemente senza dei punti di riferimento: da una parte
dava volantini a favore del comunismo e di Castro, dall’altra parte frequentava
gli esuli anticastristi che naturalmente si organizzavano, con l’aiuto della
CIA, per invadere CUBA (a tal proposito possiamo ricordare l’operazione
Mangusta). Improvvisamente ritroviamo Oswald su quella torre, deciso ad
assassinare un Presidente che aveva dialogato con l’URSS, intendeva ritrare le
truppe dal Vietnam e allo stesso tempo cercava il dialogo anche con fidel
castro.
In base ai
risultati della “Commissione Warren” sull’assassinio del Presidente degli Stati
Uniti, questa stabilì che JKK fu ucciso dal fucile imbracciato da Lee Harvey
Oswald. Lo scetticismo con cui l’opinione pubblica mondiale accoglie i
risultati, costringono il presidente Ford a nominare una seconda commissione. Nel 1976, la “United States Select House Committee on
assasinations,” ipotizzerà che Oswald abbia fatto parte di una più vasta
cospirazione, composta da membri non individuabili.
In due
interviste, nel 1994 a Bob Vernon e nel 2003 a Jim Marrs e Wim Dankbaar, un certo James Files, mafioso informatore della
CIA, rivelò di essere il vero cecchino dell'attentato a Kennedy insieme a
Charles Nicoletti, un altro mafioso italo-americano. Secondo questa poco
credibile versione, lui si sarebbe appostato sulla collinetta di Grassy Knoll,
mentre Nicoletti era al quinto piano del Dal-Tex Building (il deposito di libri
da dove sparò Oswald). L'operazione Kennedy sarebbe stata pianificata
dalla CIA e dal boss della malavita di Chicago Sam Giancana. Lee Harvey Oswald faceva parte del progetto, ma come capro
espiatorio.
Nel 2004
arrivarono altre due testimonianze: quella E. Howard Hunt e quella di Madeleine
Duncan Brown. Il primo registrò un nastro audio e la seconda un video che
combaciano su molti punti e avvalorerebbero la tesi complottista. Howard Hunt,
un agente della CIA, imputato anche nel caso Watergate, fece la sua confessione
al figlio in punto di morte, dandogli la sua testimonianza in una traccia
audio.
Nelle
sue rivelazioni l'ex agente segreto fa i nomi di Mary Pinchot Meyer e altri
nomi di numerosi individui con legami diretti o indiretti con la CIA. Tutti
avrebbero avuto un ruolo nell'omicidio Kennedy: addirittura il vicepresidente
(poi eletto presidente) Lyndon B. Johnson, futuro Presidente USA. Questo non approvava la decisione di Kennedy di voler
ritirare le truppe dal Vetnam, anche perché questa decisione avrebbe
compromesso i suoi affari con l'industria delle armi. Ad avvalorare le
dichiarazioni di Hunt (e, quindi, la sua presenza in Dealey Plaza il giorno
dell'assassinio di Kennedy), è la stretta somiglianza con uno dei tre vagabondi
fermati subito dopo l'omicidio di Kennedy e poi rilasciati.
Sempre
recentemente, l'ex amante di Lyndon Johnson, Madeleine Duncan Brown, in una
intervista video ha rivelato di aver saputo del complotto il giorno precedente
al delitto e che Johnson ne faceva parte. Una seria indagine fu quella del
procuratore di New Orleans Jim Garrison, che contestò il verdetto della
commissione Warren (La sua storia fu raccontata da O. Stone nel film JFK, un
caso ancora aperto). Harrison dimostrò che tutti i
componenti della Commissione Warren erano legati alla CIA ed agli ambienti
militari. Inoltre dimostrò con certezza che gli spari su Kennedy
giunsero da tre posizioni diverse, è soprattutto che E.L.
Oswald non poteva colpire il Presidente da quella distanza, anche perché
coperto degli alberi.
Indubbiamente
la morte di Kennedy faceva comodo a molti, alla CIA, alla mafia, a chi voleva
bloccare la sua politica antirazziale, all'FBI, ai ricchi produttori di armi. È certo, comunque, che il successore di Kennedy cambiò
radicalmente linea politica di JFK, continuando il lavorio anti Fidel Castro,
interrompendo qualsiasi dialogo con l'URSS, continuando la guerra in Vietnam,
lasciando in pace la CIA ed i banchieri statunitensi.
Quando lo "spettro" di un nuovo Kennedy, Bob, si riaffacciò sulla scena della carica presidenziale, un nuovo omicidio chiuse la vicenda. Ritornano alla mente le parole pronunciate da John Kennedy in un incontro pubblico: "Chi ha cercato stupidamente di ottenere il potere cavalcando la tigre ha finito per esserne divorato." E JFK, che cercò di domare quelle tigri che volevano conservare il proprio potere, finì sbranato
Sa Babbaiola
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