Pochi autisti, commessi e operai: lo
squilibrio post Covid tra offerta e domanda Sanna, ristoratore: «Tanti settori
in crisi, usiamo meglio il Reddito di cittadinanza» Non solo chef e camerieri è
emergenza personale
Uno sguardo agli annunci di lavoro e la conferma
arriva subito: cercasi cuochi, camerieri, baristi ma anche meccanici, manutentori, elettricisti,
commessi. E poi ancora operai specializzati,
autisti e autotrasportatori. L'elenco è lungo: l'economia che riparte dopo la
paralisi Covid ha bisogno di personale in tanti ambiti. Ma questo personale non
si trova: secondo un recentissimo studio a livello nazionale, più di un terzo delle offerte di lavoro resterà scoperta, con la Sardegna in linea con questa tendenza.
«Io faccio il ristoratore e vivo le stesse
difficoltà di un commerciante di abbigliamento, di un titolare di un'azienda di
trasporto. C'è difficoltà a reperire il personale, per
tutti. Non è mai stato
semplice soprattutto in certi comparti, come
il mio, che richiedono sacrifici e rinunce in termini di orari e tempo per la famiglia,
ma dopo il Covid la situazione è peggiorata. E non perché siano cambiati i
compensi ma perché si fanno scelte diverse».
Christian Sanna, 34 anni, insieme al
fratello Matteo, 48 anni, è il titolare del ristorante-vineria Le Botticelle di
Bacco, in via Torre Tonda a Sassari: «Sul calo
del personale l'attenzione si è focalizzata sul settore della
ristorazione-accoglienza. Ma anche altri comparti vivono difficoltà identiche». E una soluzione, secondo Sanna, potrebbe arrivare da un diverso utilizzo
del reddito di cittadinanza.
Cambio lavoro, cambio vita. È stato il
Covid, o meglio il lockdown durante il periodo peggiore della pandemia, a fare
da spartiacque in ambito lavorativo. «Le attività che si sono fermate hanno
perso per strada molti dipendenti - dice Christian Sanna - per un insieme di
concause: tanti hanno cercato un altro impiego stanchi di aspettare sussidi che
non arrivavano, poi c'è una parte che stando a casa ha
riscoperto i valori della famiglia e ha rimesso in fila le priorità: stop a lavori stressanti o senza orario, meglio godersi un po' di più gli
affetti.
E in tutto questo si inserisce il reddito
di cittadinanza che in tanti casi è
stata la ciambella di salvataggio per chi non aveva intenzione di ricominciare
la vita di prima. In ogni mestiere, che sia quello del cameriere,
dell'avvocato o del giornalista, è necessario un periodo di
formazione in cui non si ricevono grandi
compensi ma si impara la
professione, si
mettono insieme le competenze per crescere, andare
avanti con le proprie gambe e anche
guadagnare di più. Diciamo che il Covid unito al reddito di cittadinanza ha
inciso negativamente sulla volontà di fare esperienze e accontentarsi di
compensi bassi, almeno all'inizio».
Secondo il ristoratore, all'origine del
crollo di personale «non c'è una contrapposizione tra titolari e dipendenti,
che anzi spesso nelle difficoltà fanno ancora più squadra, ma le legittime scelte
e aspirazioni dei singoli». Sistema
da rivedere. È chiaro però che per fare incontrare
domanda e offerta il mercato del lavoro ha bisogno di una messa a punto. E un
buon inizio potrebbe essere una revisione ulteriore del reddito di cittadinanza:
«Perché per esempio non creare delle liste da cui attingere personale?
Tra chi percepisce il sussidio statale ci
sono persone che hanno competenze non sfruttate in vari ambiti, altre
potrebbero essere formate. In questo modo diventerebbe più semplice per le
imprese trovare i lavoratori che mancano perché vanno via, come quelli che si
ammalano e che devono essere sostituiti»
Articolo
“La Nuova Sardegna,” 10.11.2021
Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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