Altri 259 casi di contagio rilevati, nessuna
vittima e solo sette posti letto che separano la Sardegna dalla soglia
d'allarme delle terapie intensive. La
settimana di Natale si apre per l'Isola con numeri che non lasciano ben sperare, mentre ieri è stato rilevato un altro caso di infezione da Omicron.
Nessuna conferma ufficiale, la notizia è comunque verificata.
Il sequenziamento. Si tratta di una donna del Cagliaritano
rientrata da Londra, capitale del Paese dove la variante più contagiosa del virus si sta
diffondendo in maniera impressionante.
La stretta sugli arrivi in Italia ha permesso di individuare per tempo l'infezione. È il terzo contagio da Omicron scoperto nella nostra regione dopo i due
casi del Nord Sardegna (il passeggero del volo Roma-Alghero, rientrato a casa dopo un viaggio in Sudafrica, e un suo contatto stretto)
sequenziati agli inizi di dicembre
dal laboratorio dell'Aou di Sassari.
Il bollettino. Il bollettino
regionale registra 259 nuovi positivi, su 1.493 persone testate, e nessuna
vittima. Dodici (uno in più) i pazienti ricoverati in terapia intensiva, 119
(tre in più) in area medica, mentre sono ormai 4.053 (111 in più) le persone in
isolamento domiciliare. Quanto ai dati nazionali, il report del ministero della
Salute conta 16.213 casi, con un
tasso di positività al 4,8% (4,3% il giorno precedente).
Le vittime sono 137, il numero più alto in
questo mese. Intanto aumenta
il numero dei posti letto occupati in ospedale. I
ricoverati in
terapia intensiva sono 987 (+73), in area medica 8.101 (+375). I nuovi posti letto Intanto, dopo la
circolare dell'altro ieri, il ministero della Salute sollecita le Regioni ad alzare la guardia, rafforzando l'assistenza ospedaliera e
territoriale in vista di un forte aumento dei casi. In Sardegna è stato già riaperto un reparto Covid al Santissima Trinità di Cagliari,
una dotazione di posti letto che andrà ad aggiungersi a quella del Binaghi, il presidio che la primavera scorsa aveva sostituito
l'ospedale di Is Mirrionis nell'assistenza ai malati Covid.
Curva in impennata. La curva epidemica si è impennata, avverte il fisico Giorgio Sestili, «ed
è tornata ad avere un andamento esponenziale». Nell'ultima settimana, spiega,
«si è modificato l'andamento lineare che faceva immaginare che per Natale non
saremmo andati oltre 30mila casi. L'andamento dei casi, però, è aumentato del
41%, tornando ai livelli di oltre un mese fa, poi scesi a 25%, al 20% e al 15%:
ogni settimana si rilevava un incremento progressivamente minore, ma nell'ultima
settimana, appunto, è avvenuto un balzo in alto».
Presi in contropiede. La causa di questa impennata della curva, avverte Sestili, «non può che
essere l'effetto della Omicron, in
quanto non ci sono stati cambiamenti relativi ad altre misure». I dati che
avevamo a disposizione, spiega, «suggerivano che la diffusione della nuova
variante era appena cominciata e tutto indicava che sarebbe diventata più
estesa con il nuovo anno. Lo scenario, però, è cambiato più velocemente di
quanto si potesse immaginare».
Mai così infettivo. È molto più contagiosa
della variante Delta, questo l'unico dato che appare evidente. «Le ultime stime disponibili
sulla letteratura scientifica indicano che potrebbe essere dalle cinque alle 6 volte più contagiosa della Delta. E se quest'ultima
era a sua volta più trasmissibile rispetto al ceppo originario del virus Sars Cov-2
individuato a Wuhan e sulla base del quale sono stati progettati i vaccini, si può dedurre che Omicron possa essere circa dieci volte più
contagiosa rispetto al virus originario».
Epidemiologi spiazzati. Una velocità d'infezione mai vista finora, con tempi di raddoppio dei
contagi che stanno lasciando spiazzati epidemiologi e governi. «Al momento –
dice Giorgio Sestili - possiamo ipotizzare un tempo di raddoppio di circa due
giorni, sulla
base di quanto indicano i dati dal Sud
Africa e quelli di un Paese che ha un'alta attività di sequenziamento, come la
Danimarca. Ogni due giorni potremo quindi veder raddoppiare i casi di Omicron e già notiamo che la nuova variante sta diventando dominante in alcune zone
d'Europa».
Piera Serusi
Articolo “L’Unione Sarda,” 21.12.2021
Federico Marini
skype: federico1970ca
Nessun commento:
Posta un commento