Possono tirare un sospiro di sollievo, gli
ex 190 lavoratori del porto Canale: anche Cagliari potrà istituire la sua Agenzia per il lavoro portuale e così rilanciare le proprie
attività, promuovere l'occupazione e riqualificare le professionalità del
settore. Il Senato ha approvato l'emendamento, che sarà discusso dal Governo
per la prossima legge di Bilancio. Mancava solo il via libera, ma i buoni segnali
si erano già visti a metà novembre, quando al termine dell'incontro che ha
coinvolto quattro ministeri (Infrastrutture, Sviluppo, Economia e Lavoro) la
possibilità che anche Cagliari potesse avere la propria Agenzia - sul modello
di Gioia Tauro in Calabria e di Taranto - è diventata concreta.
Le reazioni.
«L'attività profusa per implementare le potenzialità del porto di Cagliari e
sostenere i lavoratori in un periodo di difficile transizione – affermano i parlamentari
sardi Dem, Romina Mura e Andrea Frailis - trova un punto fermo con l'istituzione nel porto di Cagliari dell'Agenzia per il lavoro portuale. Questo risultato è il frutto di un impegno di squadra e di una lunga
attenzione rivolta a questo scalo, una delle infrastrutture strategiche più
importanti della Sardegna, su cui puntiamo molto per innescare il rilancio
dell'economia dell'Isola».
Aggiungono Mura e Frailis: «Le prospettive
della portualità nel Mediterraneo sono grandi e l'Autorità portuale di Cagliari
sta svolgendo un lavoro egregio, che
vogliamo accompagnare con investimenti
e personale formato». Le Agenzie di Gioia Tauro e Taranto, istituite cinque anni fa, vanno verso il rinnovo, mentre per Cagliari è una novità. Le vertenze fanno
parte di un unico emendamento,
ma poi ogni Agenzia camminerà da sola per la riqualificazione professionale nel proprio porto.
I sindacati. «L'emendamento
ha avuto un parere favorevole, non possiamo che esprimere soddisfazione», commenta Marco Manca della Filt Cgil Cagliari: «In meno di un mese la vertenza
ha ottenuto molto di più che in due anni di battaglie: dai fondi europei di adeguamento alla globalizzazione per i lavoratori in
esubero alla Zona economica speciale, fino all'Agenzia del lavoro». Francesca Melis
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