mercoledì 22 dicembre 2021

Cagliari, il Porto industriale avrà l'Agenzia per il lavoro


 


Possono tirare un sospiro di sollievo, gli ex 190 lavoratori del porto Canale: anche Cagliari potrà istituire la sua Agenzia per il lavoro portuale e così rilanciare le proprie attività, promuovere l'occupazione e riqualificare le professionalità del settore. Il Senato ha approvato l'emendamento, che sarà discusso dal Governo per la prossima legge di Bilancio. Mancava solo il via libera, ma i buoni segnali si erano già visti a metà novembre, quando al termine dell'incontro che ha coinvolto quattro ministeri (Infrastrutture, Sviluppo, Economia e Lavoro) la possibilità che anche Cagliari potesse avere la propria Agenzia - sul modello di Gioia Tauro in Calabria e di Taranto - è diventata concreta.

 

Le reazioni. «L'attività profusa per implementare le potenzialità del porto di Cagliari e sostenere i lavoratori in un periodo di difficile transizione – affermano i parlamentari sardi Dem, Romina Mura e Andrea Frailis - trova un punto fermo con l'istituzione nel porto di Cagliari dell'Agenzia per il lavoro portuale. Questo risultato è il frutto di un impegno di squadra e di una lunga attenzione rivolta a questo scalo, una delle infrastrutture strategiche più importanti della Sardegna, su cui puntiamo molto per innescare il rilancio dell'economia dell'Isola».

 

Aggiungono Mura e Frailis: «Le prospettive della portualità nel Mediterraneo sono grandi e l'Autorità portuale di Cagliari sta svolgendo un lavoro egregio, che vogliamo accompagnare con investimenti e personale formato». Le Agenzie di Gioia Tauro e Taranto, istituite cinque anni fa, vanno verso il rinnovo, mentre per Cagliari è una novità. Le vertenze fanno parte di un unico emendamento, ma poi ogni Agenzia camminerà da sola per la riqualificazione professionale nel proprio porto.

 

I sindacati. «L'emendamento ha avuto un parere favorevole, non possiamo che esprimere soddisfazione», commenta Marco Manca della Filt Cgil Cagliari: «In meno di un mese la vertenza ha ottenuto molto di più che in due anni di battaglie: dai fondi europei di adeguamento alla globalizzazione per i lavoratori in esubero alla Zona economica speciale, fino all'Agenzia del lavoro». Francesca Melis

 

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