Ci
insegnano da bambini che, noi Sardi, non abbiamo nemmeno un passato. Siamo
comparsi all’improvviso dal nulla, facendo qualche mucchio di pietre di scarso
valore, ci siamo opposti stupidamente e senza risultato ai Romani. Poi siamo
scomparsi di nuovo nel nulla e ricomparsi allegri e festanti solo per fare
l’Italia unita.
Ci hanno
insegnato che tutto ciò che è sardo è rozzo e di poco valore. E noi lo
insegniamo ripetendolo come sciocchi pappagalli ai nostri figli. Ci hanno tolto
una lingua che ha mezzo millennio in più della loro, e ci hanno detto che non è
nemmeno una lingua. Ci hanno mandato al macello a migliaia per rubare terre ai
legittimi proprietari e consegnarle a loro. Ci hanno disperso per il mondo con
la miseria e il sottosviluppo imposto.
Ci hanno
spopolato e ammucchiato là dove servivamo a loro e ai loro affari. Ci hanno
bombardato, avvelenato, ammorbato per i loro sporchi interessi. Ci disperdono e
ci chiamano pocos. Ci rendono infelici e ci chiamano locos. Ci mettono l’uno
contro l’altro e ci chiamano malunidos.
E voi
vedete complotti, cospirazioni e piani di sterminio dappertutto, tranne che nel
lento e silenzioso etnocidio che si svolge davvero sotto i vostri occhi… Per
quello no, non muovete un dito. E proprio perciò va avanti, inesorabile.
Ma anche
se cercate di ignorare il vostro destino, non significa che lui accetterà di
ignorare voi. Spetta a voi decidere se lasciarlo fare o accettare di fare i
conti con lui. Cioè con voi stessi.
Pier Franco Devias
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