martedì 25 gennaio 2022

Giovani Paolo II visita Cuba.


 

(25 Gennaio1998) Con una messa celebrata in piazza della Rivoluzione, si conclude la storica visita di Giovani Paolo II a Cuba. Alla celebrazione eucaristica partecipa anche il leader maximo, Fidel Castro. Primo pontefice a recarsi in visita sull’’isola, Wojtyla condannerà, il giorno successivo, l’embargo imposto dagli Stati Uniti, definendola una misura discriminatoria che colpisce solo i poveri.

 

L'embargo contro Cuba, conosciuto anche come el bloqueo, è un embargo commerciale, economico e finanziario imposto dagli Stati Uniti d'America contro Cuba all'indomani della rivoluzione castrista. Il 17 dicembre 2014, il presidente statunitense Barack Obama annuncia l'intenzione di porvi fine. Tuttavia, per poter essere effettivamente rimosso, sarà necessario il voto favorevole del congresso americano, controllato dal Partito Repubblicano che si oppone alla Presidenza.

 

Tuttavia, qual’era la reale posizione di Fidel Castro verso la religione cattolica, e quale posizione aveva Giovanni Paolo II nei confronti del comunismo o, per meglio dire, del socialismo reale? Sin dall’inizio la maggior parte del clero accolse con favore la partenza del dittatore agli inizi del 1959, ma immediatamente cominciarono anche gli attriti. Una prima prova di malcontento si manifestò in occasione della riforma agraria che fu malvista da una parte della popolazione cattolica, che la interpretò come una prova dell’avanzata comunista; anche se i Vescovi Cubani dichiararono che la riforma si muoveva nel senso di una giustizia sociale cristiana.

 

Le tensioni ebbero inizio quando Castro, in risposta alla politica degli Stati Uniti, iniziò ad avvicinarsi all’Unione Sovietica, e ciò allarmò la Chiesa che temeva l’espansione del socialismo reale nel Paese. Durante la convenzione cattolica nazionale, a cui parteciparono circa un milione di fedeli, la folla scandì lo slogan: «Noi vogliamo una Cuba Cattolica! Cuba sì, Russia no!». Anche questa volta i Vescovi, tuttavia, vollero smorzare i toni, specificando che «nessun Governo, da quando noi siamo presuli, ha mai concesso tante facilitazioni alla Chiesa». Come sappiamo più tardi Cuba si avvicinerà sempre maggiormente all’Unione Sovietica, anche perché la pressione degli Stati Uniti per riavere il controllo su Cuba si fece molto pressante (possiamo ricordare lo sbarco nella “Baia dei Porci,” dove gli esuli cubani, facilitati dalla CIA, cercarono disastrosamente di riprendere il potere).

 

Tuttavia le intenzioni di papa Wojtyla non sono quelle d’abbattere l’ultimo avamposto del socialismo reale in occidente. L’incontro è stato preparato nei minimi dettagli, Fidel Castro è già stato in Vaticano e le possibili tensioni sono già state allentate. Resta comunque una visita dall’importanza sicuramente storica perché, come scrive l’Avvenire, “quando il papa si è recato in un qualsiasi paese, più nulla è rimasto come prima.”

 

La visita di Giovanni Paolo II durò alcuni giorni, ed ebbe il suo culmine durante l’omelia che si svolse nella “Piazza della Rivoluzione,” la stessa in cui aveva visto Fidel Castro protagonista mentre arringava i cubani contro l’imperialismo americano. Il papa condannò apertamente l’embargo imposto sull’isola, che aveva il solo effetto di abbattersi sui più poveri. Allo stesso modo invitò i cubani ad aprirsi alle parole di Gesù Cristo, perché i Vangeli non avevano creato problemi a nessuna struttura sociale.

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