(24 Gennaio1979) Il
sindacalista Guido Rossa, operaio all’Italsider di Genova, viene ucciso dalle
Brigate Rosse mentre si trovava sulla sua macchina. È la
prima volta che le BR uccidono un sindacalista, oltre che militante del Partito
Comunista. Pochi mesi prima, in azienda, Rossa notò Francesco Berardi
intento a nascondere alcuni volantini dietro un distributore del caffè. Proprio
il quel luogo erano stati ritrovati altri volantini delle Brigate Rosse, per
questo Berardi fu bloccato. Dopo un dibattito tra i lavoratori l'armadietto di
Berardi fu aperto ritrovandovi all'interno documenti
brigatisti, volantini di rivendicazione di azioni compiute dalla BR e
fogli con targhe d'auto appuntate.
Berardi intanto cerca
inutilmente di fuggire ma viene fermato dalla vigilanza della stessa fabbrica;
si dichiara dunque "prigioniero politico" e viene consegnato ai
carabinieri e arrestato. Guido Rossa denuncia l'uomo
(rispettando la disposizione del Consiglio di fabbrica, che imponeva la
denuncia del possibili brigatisti) mentre gli altri due delegati si rifiutano,
lasciandolo solo. Guido non ritira comunque la denuncia e testimonia al
processo, nel quale Berardi (morto "suicida" in carcere) viene
condannato a quattro anni e mezzo di reclusione. Temendo una vendetta dei
brigatisti, il sindacato offre per alcuni mesi a Rossa una scorta formata da
operai volontari dell'Italsider, a cui lo stesso Rossa in seguito rinuncia.
La denuncia e la
testimonianza del sindacalista sono decisive per la condanna di Berardi, ma
decretano la sua condanna a morte. Il 24 gennaio 1979,
al mattino, Rossa fu assassinato da un commando brigatista composto da Vincenzo
Guagliardo, Riccardo Dura e Lorenzo Carpi. Successive indagini
rivelarono che l’azione era stata progettata per gambizzare la vittima, ma Dura
decise di colpire al cuore la vittima.
Ai suoi funerali,
in un'atmosfera molto tesa, partecipano circa 250.000 persone. Si
svolsero nella grande “Piazza De Ferrari”, famosa per essere stata al centro
delle manifestazioni antifasciste del 30 giugno 1960. Oltre al sindaco Fulvio
Cerofolini erano presenti anche il presidente della Repubblica Sandro Pertini, che concesse la medaglia d’oro al
valor civile, il segretario della CGIL Luciano Lama
e il segretario del PCI Enrico Berlinguer.
Dopo la cerimonia Pertini
chiede d'incontrare i “camalli” (gli scaricatori del porto di Genova). Racconta
Antonio Ghirelli, all'epoca portavoce del Quirinale, che il Presidente era
stato avvisato che tra quei lavoratori c'era chi simpatizzava con le BR.
Pertini rispose che proprio per quello li voleva incontrare. Il Presidente
entrò in un grande garage stracolmo di persone, salì sulla pedana e con voce
ferma disse: “Non vi parla il Presidente della
Repubblica, vi parla il compagno Pertini. Io le Brigate Rosse le ho conosciute:
hanno combattuto con me contro i fascisti, non contro i democratici.
Vergogna!”. Ci fu un momento di silenzio, poi un lungo applauso. La
salma di Rossa fu infine tumulata presso il Cimitero monumentale di Staglieno.
Sa Babbaiola
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