lunedì 17 gennaio 2022

Insularità, quasi fatta «Ora è veramente una battaglia di tutti»


 

Il traguardo è in vista. Dopo anni di battaglie il principio di insularità rivendicato dai sardi potrebbe finalmente diventare parte integrante della Costituzione. Il disegno di legge approvato lo scorso novembre dal Senato a marzo otterrà con tutta probabilità anche l'ok della Camera: poi resterà solo la formalità della seconda lettura dai due rami del Parlamento, e si potrà aprire un nuovo futuro per l'Isola.

 

Quasi un sogno che si avvera per i componenti del Comitato promotore che da anni lavorano affinché la lotta di una regione abbracci il resto d'Italia e l'Europa. Missione a conti fatti compiuta, stando al sostegno unanime ricevuto fuori e dentro il Parlamento da tutti gli schieramenti politici. Obiettivi comuni «Ci sono tutti i presupposti perché questa importante partita vada in porto», conferma Michele Cossa, consigliere regionale dei Riformatori e presidente della commissione speciale sull'insularità. «Sì, la durata della legislatura è ancora un'incognita, ma registriamo comunque un sostegno concorde da parte di tutti i parlamentari sardi, come poche volte in passato».

 

Il sì alla Camera, sebbene senza una data certa, arriverà fra due mesi e mezzo circa. Quando poi si completerà l'iter costituzionale, per l'Isola sarà il momento di passare dalle parole ai fatti. «Stiamo già lavorando per realizzare le fondamenta della Sardegna del futuro», assicura Cossa. «Sul tavolo, oltre alle partite più importanti come i trasporti e l'energia, c'è anche il gap infrastrutturale. Ci serve più autonomia nella pianificazione delle strutture scolastiche, sanitarie e giudiziarie. Le ricadute saranno enormi, da tradurre però in pratica con atti di programmazione e legislativi».

 

Niente alibi. La presidente del Comitato scientifico per l'insularità, Maria Antonietta Mongiu, ribadisce: «Non ci sono più ostacoli. Il disegno di legge entrerà in aula con l'appoggio di tutti i partiti, grazie anche al coinvolgimento di altre regioni su una battaglia che non è solo sarda». Tuttavia, il momento di abbassare la guardia non è ancora arrivato: «Stiamo percorrendo l'ultimo miglio verso il traguardo, momento storico che deve ancora una volta avere il sostegno compatto della politica regionale e nazionale». In realtà, forse, le sfide più impegnative per la Sardegna potrebbero arrivare dopo marzo.

 

«Una volta che avremo acquisito il principio costituzionale dovremo essere in grado di metterlo in pratica», spiega Mongiu. «Perché la rivoluzione sarà anche di approccio per un'Isola che non vivrà più il concetto di insularità come sinonimo di penalizzazione, ma come diritto di rivendicare le stesse possibilità di tutti i cittadini europei». Ecco perché per la professoressa «una nuova classe dirigente regionale sarà indispensabile per trasformare concretamente quello che abbiamo sognato per anni. Quando la battaglia in Parlamento sarà finita non avremo più alibi da scaricare sul governo. Avremo noi la responsabilità di svestire i panni di cittadini di serie B e conquistare diritti negati per anni».

 

Luca Mascia

 

Articolo “L’Unione Sarda,” 17.01.2022

Federico Marini

marini.federico70@gmail.com

skype: federico1970ca

 

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