martedì 19 aprile 2022

Più cubature per gli hotel restano fuori le villette. L'assessorato all'Urbanistica lima i dettagli per evitare un'altra bocciatura. Gli alberghi potranno "allargarsi" del 10% ma soltanto nelle zone comuni




 

La mazzata arrivata dalla Corte costituzionale, a gennaio, è stata pesante. La Regione ci ha messo un bel po' a riprendersi dallo choc, ma senza un Piano casa non era più possibile andare avanti. Così, qualche giorno fa, dall'assessorato all'urbanistica è uscita la nuova bozza dei bonus edilizi. Stavolta i dodici articoli proposti dovrebbero essere tutti in linea con il Piano paesaggistico regionale. Nessuna deroga e nessuna forzatura, per evitare che il Governo prima e i giudici costituzionali poi possano impugnare e bocciare la legge un'altra volta.

 

Alberghi. Stando alle copie ufficiose del Piano, ad hotel e villaggi turistici dovrebbe essere concesso un più 10 per cento delle volumetrie esistenti, purché tutto il «realizzato finora sia in regola» e la nuova quota prevista non sia stata già superata con i precedenti ampliamenti. L'incentivo dovrebbe essere concesso anche alle strutture ricettive classificate - è questa la dicitura esatta - presenti nella fascia costiera protetta dei 300 metri dal mare. Ma la finalità non sarà a maglie larghe, come invece lo era nelle precedenti edizioni del Piano, compresa l'ultima messa al bando dalla Corte costituzionale.

 

Stavolta, secondo sempre la bozza, sarà permessa solo per «migliorare la qualità degli standard dei servizi offerti». Seppure nella sua genericità, e quindi con la necessità di un approfondimento successivo, il paletto dovrebbe permettere solo l'aumento delle cubature per hall, zone congressi e altri servizi comuni. Non più, a questo punto, l'ampliamento dei metri quadri delle stanze e ancora meno l'aumento dei posti letto. C'è dell'altro: alle strutture classificate dovrebbe essere concesso un ulteriore 5 per cento di cubatura per migliorare l'efficienza energetica, cioè risparmiare sulla bolletta elettrica. Visto che non sono stati dichiarati incostituzionali, a gennaio, sono ancora validi e applicabili gli articoli della precedente legge, quella cassata, sulla possibilità di coprire piscina e verande anche se solo per i mesi della stagione turistica.

 

Seconde case. Negli altri Piani casa, ville e villette al mare erano riuscite sempre a ritagliarsi uno spazio seppure tra molte polemiche, riuscendo anche loro a ottenere qualcosa nelle pieghe dei vari bonus. Stavolta con la nuova stesura, invece, i condomini estivi dovrebbero essere tagliati fuori da qualunque ulteriore benefit edilizio. Il motivo principale dell'esclusione è che l'assessorato all'urbanistica ha capito (finalmente) di non poter bypassare in alcun modo, ancora meno con decisioni unilaterali, senza discuterle con lo Stato, il Piano paesaggistico regionale, così ha scritto la Corte costituzionale nella sentenza di gennaio.

 

C'è poi un secondo motivo ancora più chiaro: «La nuova legge non prevede alcun nuovo consumo del territorio e l'unica eccezione, destinata in esclusiva alle strutture ricettive classificate, è in funzione della produzione, dell'occupazione e dello sviluppo economico», è scritto nella relazione introduttiva al disegno di legge.

 

Prime case. Il nuovo Piano dovrebbe confermare i bonus non cassati dalla Corte costituzionali e infatti per una lettura più corretta sarà necessario sovrapporre gli articoli salvati dalla sentenza con i dodici della bozza preparata dall'assessorato all'urbanistica. C'è comunque una novità: il degrado sarà combattuto non solo con interventi in singoli edifici, ma anche «attraverso piani di riqualificazione che coinvolgano più abitazioni». Nel primo caso, il bonus sarà del 15 per cento, se riguarda un solo edificio, mentre nel secondo salirà fino al

20, con l'aggiunta del 5 se l'obiettivo dell'ampliamento o della ristrutturazione sarà anche ridurre i costi energetici. Tra l'altro sarebbe possibile anche l'intervento pubblico nel caso in cui la ristrutturazione coinvolgesse gli spazi verdi. Infine, la legge bozza dovrebbe riproporre il riuso dei sottotetti con altezza non inferiore a 2,40 metri, la costruzione di soppalchi purché non superino il 40 per cento della cubatura esistente, interventi di recupero dei cosiddetti grandi spazi, garantendo un'altezza minima di 2,40, e il cambio di destinazione d'uso per seminterrati, piani terra e pilotis.

 

di Umberto Aime

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