martedì 19 aprile 2022

Zelinsky dà gli ordini, l’Europa esegue. Di Pier Franco Devias.


 

Ogni mattina il fantoccio di Kiev si alza e sa che potrà fare lo sbruffone sostenuto dallo zio d’America. Si collega ai parlamenti d’Europa e impartisce i compiti con nonchalance. In Israele paragona un mese di guerra al più immane sterminio dei tempi moderni. In Grecia addirittura fa parlare in aula un animale neonazista di Azov mentre il parlamento abbandona l’aula disgustato.

 

Un giorno ordina che lo si deve sostenere e basta. Un altro giorno stila la lista della spesa, indicando anche che modello di armi vuole e quante ne vuole. Nel mentre, aiutato dal silenzio dei media occidentali, ammazza dissidenti, imprigiona i dubbiosi, illegalizza partiti sgraditi e chiude radio e televisioni. Democraticamente, s’intende.

 

Ora con un pubblico molto più ampio continua il suo mestiere di attore, non più comico, e riceve subito la bellezza di 10 miliardi di euro dall’Unione Europea, come segno di simpatia e sperando che vengano spesi per chi ha bisogno. Che tanto non fa niente se l’Ucraina è notoriamente il Paese più corrotto del continente europeo.

 

E non fa niente nemmeno se in questo continente i contribuenti si stanno suicidando perché non sanno più come portare il pane a casaMa ora il pagliaccio di Kiev si è convinto di poter fare tutto ciò che vuole, aspettando l’applauso entusiasta un po’ come quando faceva le sue imbarazzanti performances in cui suonava il pianoforte col pisello.E allora va oltre, ringalluzzito dal consenso, e fa sempre più lo spiritoso.

 “Chi non manda armi è responsabile dei morti” strilla.

“Chi non ci invia subito questo e quello, è complice di Putin” minaccia.

 

L’altro giorno ha rispedito a casa il presidente tedesco Steinmeier: non aveva buoni voti in russofobia, fuori dai piedi! Oramai crede di essere il capo dell’Europa. Anzi, si allarga un po’: ora vuole fare anche il capo del cristianesimo, crepi l’avarizia. Manda una nota di protesta al Vaticano perché questa sera alla Via Crucis a Roma faranno tenere la croce a una donna ucraina e a una russa insieme.

E come sarebbe signor Papa? Come si permette di fare la Via Crucis senza chiedere prima il permesso a Zelensky? Non lo sa che ci sta risultando carente di russofobia? Non va mica bene! Beh signori, ogni rappresentazione teatrale ha un inizio e una fine.

 

Adesso sarebbe ora di smetterla di trattare sul serio questo bullo esaltato e tornare a ragionare con un po’ di serenità e equilibrio. Avvisatelo che la sceneggiata non ci ha fatto ridere: siamo troppo preoccupati dai morti, attuali e futuri, ucraini e non ucraini. A differenza sua.

 

Pier Franco Devias

                                                                                                             

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