Ogni
mattina il fantoccio di Kiev si alza e sa che potrà fare lo sbruffone sostenuto
dallo zio d’America. Si collega ai parlamenti d’Europa e impartisce i compiti
con nonchalance. In Israele paragona un mese di guerra
al più immane sterminio dei tempi moderni. In Grecia addirittura fa
parlare in aula un animale neonazista di Azov mentre il parlamento abbandona
l’aula disgustato.
Un giorno
ordina che lo si deve sostenere e basta. Un altro giorno stila la lista della
spesa, indicando anche che modello di armi vuole e quante ne vuole. Nel mentre, aiutato dal silenzio dei media occidentali,
ammazza dissidenti, imprigiona i dubbiosi, illegalizza partiti sgraditi e
chiude radio e televisioni. Democraticamente, s’intende.
Ora
con un pubblico molto più ampio continua il suo mestiere di attore, non più
comico, e riceve subito la bellezza di 10 miliardi di euro
dall’Unione Europea, come segno di simpatia e sperando che vengano spesi per
chi ha bisogno. Che tanto non fa niente se l’Ucraina è notoriamente il Paese
più corrotto del continente europeo.
E non fa niente nemmeno se in questo continente i contribuenti si stanno suicidando perché non sanno più come portare il pane a casa. Ma ora il pagliaccio di Kiev si è convinto di poter fare tutto ciò che vuole, aspettando l’applauso entusiasta un po’ come quando faceva le sue imbarazzanti performances in cui suonava il pianoforte col pisello.E allora va oltre, ringalluzzito dal consenso, e fa sempre più lo spiritoso.
“Chi non ci invia subito questo e quello, è complice di Putin” minaccia.
L’altro
giorno ha rispedito a casa il presidente tedesco Steinmeier: non aveva buoni
voti in russofobia, fuori dai piedi! Oramai crede di essere il capo
dell’Europa. Anzi, si allarga un po’: ora vuole fare anche il capo del
cristianesimo, crepi l’avarizia. Manda una nota di
protesta al Vaticano perché questa sera alla Via Crucis a Roma faranno tenere
la croce a una donna ucraina e a una russa insieme.
E come
sarebbe signor Papa? Come si permette di fare la Via Crucis senza chiedere
prima il permesso a Zelensky? Non lo sa che ci sta risultando carente di
russofobia? Non va mica bene! Beh signori, ogni rappresentazione teatrale ha un
inizio e una fine.
Adesso
sarebbe ora di smetterla di trattare sul serio questo bullo esaltato e tornare
a ragionare con un po’ di serenità e equilibrio. Avvisatelo che la sceneggiata
non ci ha fatto ridere: siamo troppo preoccupati dai morti, attuali e futuri,
ucraini e non ucraini. A differenza sua.
Pier
Franco Devias
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