(13 Luglio 1936) Madrid: Nella notte
fra il 12 e il 13 luglio un drappello di “Guardias de asalto” repubblicane cerca
di uccidere uno dei maggiori
esponenti della destra, José Maria Gil Robles, e, poiché non riesce nel suo intento, decide di
assassinare il leader monarchico José Calvo Sotelo. S’intende così
vendicare la morte di un tenente delle Guardias de asalto, José del
Castillo,
assassinato da un gruppo di falangisti nel pomeriggio del 12. Tali atti
di violenza segnano l’avvio della guerra civile spagnola (che scoppierà
definitivamente a
breve,
con l’insurrezione delle forze
nazionaliste: 17 e 18 luglio).
La sollevazione militare contro
la repubblica, fu guidata dal “generalissimo” Francisco Franco giunto
segretamente dal Marocco. La spediziona franchista godeva non solo
dell’appoggio interno dei generali nazionalisti (Goded, Mola, SanJurjo) e dei
falangisti, ma anche dell’appoggio esterno delle dittature nazifasciste di Portogallo,
Italia e Germania:
fu un vero e proprio banco di prova dell’Asse Roma-Berlino (1936) che
in seguito sarà spazzato via con la Seconda Guerra Mondiale, con l’inevitabile
scia di morte e distruzione.
Proprio in questo frangente la
Luftwaffe (la forza aerea tedesca) provò la potenza dei suoi cacciabombardieri
contro la popolazione civile, radendo al suolo la cittadina basca di Guernica controlla dai
repubblicani (aprile 1937).
Dalla sua parte il fronte
repubblicano godette dell’appoggio dell’Unione sovietica e delle Brigate
internazionali
(un corpo di
volontari democratici e social-comunisiti di varie nazioni). Altre
potenze come la Francia e la Gran Bretagna, invece, preferirono
mantenere la politica del non intervento che si tradusse in un vero fallimento, dati gli ingenti
aiuti che Franco riceveva dall’Italia e soprattutto dalla Germania. La guerra civile
spagnola poteva essere il momento ideale per far retrocedere Hitler dalla sua
follia nazionalista e imperialista, ma le potenze democratiche tentennarono,
come del resto fecero in altre importanti occasioni.
Nel corso di tre anni i fronti si
alternarono
le vittorie ora dei franchisti, ora dei rapubblicani, spostando le sorti ora a favore
dell’uno ora dell’altro; l’offensiva nazionalista ebbe infine la meglio quando Franco e i
falangisti entrarono a Madrid alla fine di marzo nel 1939. Il nuovo governo
del caudillo Franco venne riconosciuto da diverse potenze tra le quali Francia,
Inghilterra e Stati Uniti. Il 1° aprile proclamò la fine delle operzioni
belliche e instaurò un regime di stampo fascista, autoritario e militare.
Il regime instauratosi in Spagna a
seguito delle guerra civile si distaccò dalle dittature italiana e tedesca,
concentrando la sua attenzione più sull’instabile condizione interna che non
all’espansionismo estero; la Spagna infatti non parteciperà al secondo
conflitto mondiale. Un periodo di ricostruzione si sostituì alla guerra. In questa
occasione franco si dimostrò un abile stratega: pur avendo goduto dell’appoggio
d’Italia e soprattutto Germania durante la guerra civile, non
accettò la proposta di Hitler e Mussolini d’entrare a far parte dell’Asse, e
dunque dichiarare guerra a Francia e Inghilterra inizizialmente, a USA e Unione
Sovietica poi.
La Spagna era ancora una nazione profondamente ferita nonché divisa: la guerra
avrebbe di certo stimolato i repubblicani, che avrebbero approfittato del
malcontento popolare per riprendere le ostilità contro i realisti.
Francò pensò invece a
rafforzare il suo potere in patria e i tre poteri che ne garantivano
l’esistenza: (la grande
proprietà agraria e la Chiesa Cattolica)
e basato politicamente sull’ attivismo della Falange e sull’immagine
carismatica del caudillo. Così nel 1947 Franco, a seguito di un referendum
popolare, restaura la monarchia dei Borbone e se ne fa proclamare
protettore a vita.
Vincenzo
Maria D’Ascanio
* La foto ritrae un famoso quadro di Pablo
Picasso, “Guernica,” che fu realizzato nel 1937. Col suo inconfondibile stile,
Picasso ha voluto rappresentare il bombardamento della città basca di Guernica da parte delle forze nazifasciste. Ancora
oggi questo quadro è un simbolo, che ricorda l’orrore di ogni guerra, capace di procurare all'umanità esclusivamente disperazione e orrore, in ogni luogo e tempo.
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