giovedì 13 luglio 2023

Breve riassunto delle guerra civile spagnola. Di Vincenzo Maria D'Ascanio


 

(13 Luglio 1936) Madrid: Nella notte fra il 12 e il 13 luglio un drappello di Guardias de asaltorepubblicane cerca di uccidere uno dei maggiori esponenti della destra, José Maria Gil Robles, e, poiché non riesce nel suo intento, decide di assassinare il leader monarchico José Calvo Sotelo. S’intende così vendicare la morte di un tenente delle Guardias de asalto, José del Castillo, assassinato da un gruppo di falangisti nel pomeriggio del 12. Tali atti di violenza segnano l’avvio della guerra civile spagnola (che scoppierà definitivamente a breve, con l’insurrezione delle forze nazionaliste: 17 e 18 luglio).

 

La sollevazione militare contro la repubblica, fu guidata dal “generalissimo” Francisco Franco giunto segretamente dal Marocco. La spediziona franchista godeva non solo dell’appoggio interno dei generali nazionalisti (Goded, Mola, SanJurjo) e dei falangisti, ma anche dell’appoggio esterno delle dittature nazifasciste di Portogallo, Italia e Germania: fu un vero e proprio banco di prova dell’Asse Roma-Berlino (1936) che in seguito sarà spazzato via con la Seconda Guerra Mondiale, con l’inevitabile scia di morte e distruzione.

 

Proprio in questo frangente la Luftwaffe (la forza aerea tedesca) provò la potenza dei suoi cacciabombardieri contro la popolazione civile, radendo al suolo la cittadina basca di Guernica controlla dai repubblicani (aprile 1937).

 

Dalla sua parte il fronte repubblicano godette dell’appoggio dell’Unione sovietica e delle Brigate internazionali (un corpo di volontari democratici e social-comunisiti di varie nazioni). Altre potenze come la Francia e la Gran Bretagna, invece, preferirono mantenere la politica del non intervento che si tradusse in un vero fallimento, dati gli ingenti aiuti che Franco riceveva dall’Italia e soprattutto dalla Germania. La guerra civile spagnola poteva essere il momento ideale per far retrocedere Hitler dalla sua follia nazionalista e imperialista, ma le potenze democratiche tentennarono, come del resto fecero in altre importanti occasioni.

 

Nel corso di tre anni i fronti si alternarono le vittorie ora dei franchisti, ora dei rapubblicani, spostando le sorti ora a favore dell’uno ora dell’altro; l’offensiva nazionalista ebbe infine la meglio quando Franco e i falangisti entrarono a Madrid alla fine di marzo nel 1939. Il nuovo governo del caudillo Franco venne riconosciuto da diverse potenze tra le quali Francia, Inghilterra e Stati Uniti. Il 1° aprile proclamò la fine delle operzioni belliche e instaurò un regime di stampo fascista, autoritario e militare.

 

Il regime instauratosi in Spagna a seguito delle guerra civile si distaccò dalle dittature italiana e tedesca, concentrando la sua attenzione più sull’instabile condizione interna che non all’espansionismo estero; la Spagna infatti non parteciperà al secondo conflitto mondiale. Un periodo di ricostruzione si sostituì alla guerra. In questa occasione franco si dimostrò un abile stratega: pur avendo goduto dell’appoggio d’Italia e soprattutto Germania durante la guerra civile, non accettò la proposta di Hitler e Mussolini d’entrare a far parte dell’Asse, e dunque dichiarare guerra a Francia e Inghilterra inizizialmente, a USA e Unione Sovietica poi. La Spagna era ancora una nazione profondamente ferita nonché divisa: la guerra avrebbe di certo stimolato i repubblicani, che avrebbero approfittato del malcontento popolare per riprendere le ostilità contro i realisti.

 

Francò pensò invece a rafforzare il suo potere in patria e i tre poteri che ne garantivano l’esistenza:  (la grande proprietà agraria e la Chiesa Cattolica) e basato politicamente sull’ attivismo della Falange e sull’immagine carismatica del caudillo. Così nel 1947 Franco, a seguito di un referendum popolare, restaura la monarchia dei Borbone e se ne fa proclamare protettore a vita.

 

 

Vincenzo Maria D’Ascanio

 

 

* La foto ritrae un famoso quadro di Pablo Picasso, “Guernica,” che fu realizzato nel 1937. Col suo inconfondibile stile, Picasso ha voluto rappresentare il bombardamento della città basca di Guernica da parte delle forze nazifasciste. Ancora oggi questo quadro è un simbolo, che ricorda l’orrore di ogni guerra, capace di procurare all'umanità esclusivamente disperazione e orrore, in ogni luogo e tempo.

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