lunedì 17 luglio 2023

La fine della Germania nazista


 

(17 Luglio 1945) La Seconda Guerra Mondiale volge al termine. A Postdam, le potenze vincitrici, rappresentate dal primo ministro britannico Winston Churchill (poi sosituito da Attlee, vincitore delle elezioni inglesi del 1945) il presidente degli Stati Uniti Harry Truman (F. Delano Roosevelt era deceduto pochi mesi prima) e il leader sovietico Josif Stalin, sono chiamate a decidere le sorti del mondo. In gioco e’ il futuro della Germania e del nuovo ordine post bellico. Nel corso della conferenza, protrattasi sino al 2 agosto, i tre capi di stato decidono, tra le altre cose, la suddivisione del paese in quattro zone di influenza, controllate da Stati Uniti, Unione Sovietica, Gran Bretagna e Francia, per impedire che la Germania rappresenti ancora un pericolo per la pace mondiale.

In precedenza vi furono diversi incontri, a partire dalla conferenza di Teheran, nel corso dei quali diversi leader delle forze interalleate si incontrarono per definire la gestione della vittoria sul Nazionalsocialismo. Dalla conferenza di Casablanca emerse la richiesta di resa incondizionata, mentre nel corso della conferenza di Yalta fu decisa la ripartizione del territorio tedesco in zone di occupazione coordinate da una commissione di controllo centrale. Dopo il crollo militare, la resa incondizionata del Terzo Reich dell'8 maggio 1945, e l'arresto dei leader del governo Dönitze von Krosigk avvenuto il 23 maggio, le forze vincitrici presero ufficialmente il potere di governo in Germania tramite la dichiarazione di Berlino, la costituzione delle zone di occupazione, e l'insediamento del consiglio di controllo alleato.

Il primo urto scoppiò violento fra Truman e Churchill, da un lato, Stalin e Molotov dall'altro, quando da parte americana si propose la revisione della dichiarazione di Jalta sulle zone liberate d'Europa, con conseguente riorganizzazione dei governi di Ungheria e Romania, su base più democratica. Stalin e Molotov opposero un secco rifiuto.

Il problema italiano fu poi motivo di un nuovo urto: contro la richiesta degli Stati Uniti di apportare "alcune modifiche ai termini dell'armistizio, in considerazione dell'aiuto prestato contro la Germania e della dichiarazione di guerra al Giappone", da parte sovietica si fu irremovibili nel rifiutare qualsiasi trattamento speciale che non fosse garantito anche all'Ungheria, alla Romania e alla Bulgaria. Alla fine il par. IX del protocollo finale riconobbe come primo compito la conclusione con l'Italia di un trattato di pace che avrebbe dovuto "rendere possibile ai tre governi di soddisfare il loro desiderio di appoggiare una domanda da parte dell'Italia per l'ammissione come membro (membership) delle Nazioni Unite". Si raccomandava la conclusione dei trattati con Bulgaria, Finlandia, Romania e Ungheria.

A parte la questione delle riparazioni la politica da adottare in Germania fu il punto più gravido di conseguenze future della conferenza. I suoi obiettivi possono ridursi a tre: a) disarmo e smilitarizzazione; b) denazificazione; c) ricostruzione politica del paese su basi democratiche. Attraverso questi “punti” era intenzione delle potenze occupanti di toglier di mezzo le cause profonde dell'imperialismo tedesco: militarismo prussiano, centralismo, grande concentrazione capitalistica e industriale, diseducazione delle masse. Le tre potenze si trovarono d'accordo nel senso che "per il momento nessun governo centrale tedesco dovesse costituirsi, giusta la decisione di Jalta di attribuire la suprema autorità e responsabilità al consiglio alleato di controllo"


Vincenzo Maria D'Ascanio

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