(17 Luglio 1945) La Seconda Guerra Mondiale volge al termine. A Postdam, le potenze vincitrici, rappresentate dal primo ministro
britannico Winston Churchill (poi sosituito da Attlee, vincitore delle elezioni
inglesi del 1945) il presidente degli Stati Uniti Harry Truman (F. Delano
Roosevelt era deceduto pochi mesi prima) e il leader sovietico Josif Stalin,
sono chiamate a decidere le sorti del mondo. In gioco e’ il futuro della
Germania e del nuovo ordine post bellico. Nel corso della conferenza,
protrattasi sino al 2 agosto, i tre capi di stato decidono, tra le altre cose,
la suddivisione del paese in quattro zone di influenza, controllate da Stati
Uniti, Unione Sovietica, Gran Bretagna e Francia, per impedire che la Germania
rappresenti ancora un pericolo per la pace mondiale.
In precedenza vi furono diversi incontri, a partire dalla conferenza di
Teheran, nel corso dei quali diversi leader
delle forze interalleate si incontrarono per definire la gestione della
vittoria sul Nazionalsocialismo. Dalla conferenza
di Casablanca emerse la richiesta di resa
incondizionata, mentre nel corso della conferenza
di Yalta fu decisa la ripartizione del territorio
tedesco in zone di occupazione coordinate da una commissione di controllo
centrale. Dopo il crollo militare, la resa incondizionata del Terzo Reich
dell'8 maggio 1945, e l'arresto dei leader del governo Dönitze von Krosigk
avvenuto il 23 maggio, le forze vincitrici presero ufficialmente il potere di
governo in Germania tramite la
dichiarazione di Berlino, la costituzione delle zone di occupazione,
e l'insediamento del consiglio di controllo alleato.
Il primo urto scoppiò violento fra Truman e Churchill, da un lato, Stalin e
Molotov dall'altro, quando da parte americana si propose la revisione della
dichiarazione di Jalta sulle zone liberate d'Europa, con conseguente
riorganizzazione dei governi di Ungheria e Romania, su base più democratica.
Stalin e Molotov opposero un secco rifiuto.
Il problema italiano fu poi motivo di un nuovo urto: contro la richiesta degli Stati Uniti di apportare "alcune modifiche
ai termini dell'armistizio, in considerazione dell'aiuto prestato contro la
Germania e della dichiarazione di guerra al Giappone", da parte sovietica
si fu irremovibili nel rifiutare qualsiasi trattamento speciale che non fosse
garantito anche all'Ungheria, alla Romania e alla Bulgaria. Alla fine il par.
IX del protocollo finale riconobbe come primo compito la conclusione con
l'Italia di un trattato di pace che avrebbe dovuto "rendere possibile ai
tre governi di soddisfare il loro desiderio di appoggiare una domanda da parte
dell'Italia per l'ammissione come membro (membership) delle Nazioni
Unite". Si raccomandava la conclusione dei trattati con Bulgaria,
Finlandia, Romania e Ungheria.
A parte la questione delle riparazioni la politica da adottare in Germania
fu il punto più gravido di conseguenze future della conferenza. I suoi obiettivi possono ridursi a tre: a) disarmo e smilitarizzazione;
b) denazificazione; c) ricostruzione politica del paese su basi democratiche.
Attraverso questi “punti” era intenzione delle potenze occupanti di toglier di
mezzo le cause profonde dell'imperialismo tedesco: militarismo prussiano,
centralismo, grande concentrazione capitalistica e industriale, diseducazione
delle masse. Le tre potenze si trovarono d'accordo nel senso che "per il
momento nessun governo centrale tedesco dovesse costituirsi, giusta la
decisione di Jalta di attribuire la suprema autorità e responsabilità al
consiglio alleato di controllo"
Vincenzo Maria D'Ascanio
Nessun commento:
Posta un commento