(10 Luglio 1976) Viene ucciso a Roma Vittorio Occorsio. Magistrato presso il Tribunale di Roma, Occorsio ha
partecipato al processo per la Strage di Piazza Fontana e ai processi contro
Ordine Nuovo. Inoltre, è stato il primo magistrato a occuparsi
della loggia P2, indagando sui rapporti tra terrorismo
neofascista, massoneria e apparati deviati del Sifar. Dentro l’auto del
magistrato, crivellata dai colpi di mitra, viene ritrovato un volantino di
rivendicazione di Ordine Nuovo. Per l’omicidio di Occorsio saranno condannati i
neofascisti Pierluigi Concutelli e e Gianfranco Ferro come esecutori materiali.
Non sono stati mai accertati i mandanti del
delitto: una costante, nei delitti di stampo politico del nostro paese.
Il Movimento Politico Ordine
Nuovo è stata una potente organizzazione
paramilitare e terrorista. Inizialmente, fu un'associazione extraparlamentare
di estrema destra, nata nel dicembre 1969 dopo il rientro di Pino Rauti
all'interno del Movimento Sociale Italiano, raccogliendo l'eredità politica del
Centro Studi Ordine Nuovo. I principali dirigenti del movimento erano Clemente
Graziani, Salvatore Francia, Roberto Besutti. I dirigenti del movimento nel
1973 finiscono sotto processo con l'accusa di "ricostituzione del
disciolto partito fascista", subendo pesanti condanne.
ll
Movimento Politico Ordine Nuovo viene sciolto ufficialmente nel novembre dal
ministro dell'Interno Paolo Emilio Taviani, anche se era già ampiamente predisposto per continuare la propria lotta
politica in maniera clandestina. Nel 1974-75 numerosi ex ordinovisti furono
coinvolti nelle indagini sugli attentati neofascisti: Pierluigi Concutelli
assume il controllo militare del movimento. Il 22 dicembre 2014, ci fu un blitz
dei carabinieri del Ros, coordinati dalla procura distrettuale antimafia
dell'Aquila, nei confronti di un «gruppo clandestino denominato
"Avanguardia ordinovista", che, richiamandosi agli ideali del
disciolto movimento politico neofascista Ordine Nuovo, progettava azioni violente
nei confronti di obiettivi istituzionali».
L’azione determinò l’arresto di 14 persone, in numerose regioni italiane, oltre
a una serie di perquisizioni a carico di altri indagati, tra cui spiaccano:
Stefano Manni, ex carabiniere residente a Montesilvano e indicato come
possibile leader del gruppo eversivo e il 93enne Rutilio Sermonti,
intellettuale di estrema destra che, secondo i Ros, avrebbe fornito «sostegno
ideologico alla struttura, avendo inoltre redatto un documento denominato
"Statuto della Repubblica dell'Italia Unita" che rappresenta una
nuova Costituzione della Repubblica nella quale viene tracciato il nuovo ordine
costituzionale della nazione esplicitamente ispirato all'epoca fascista. Tra i reati contestati all'organizzazione,
l'associazione con finalità di terrorismo, eversione dell'ordine democratico e
finalizzata all'incitamento alla discriminazione e alla violenza per motivi
razziali, etnici o religiosi.
Secondo gli inquirenti, il «compimento di atti di violenza al solo fine di
destabilizzare l'ordine pubblico e la tranquillità dello Stato» avrebbe dovuto
realizzarsi attraverso una serie di attentati a magistrati, forze dell'ordine,
prefetture ed uffici dell’amministrazione statale. Un altro progetto
dell'organizzazione, poi sfumato, sarebbe stato anche quello di assassinare lo
storico militante ordinovista Marco Affatigato, attualmente latitante e
accusato di associazione sovversiva, «ritenuto infame poiché legato ai servizi
segreti». Durante il processo in corso nei confronti di Stefano Manni (Sermonti
morì nel 2015) questi ha dichiarato che le sue erano "solo sbruffonerie.”
Vincenzo M. D’Ascanio.
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