(24 Luglio 1911) L’esploratore
e archeologo statunitense Hiram Bingham, scopre
“La città perduta degli Inca”: Machu
Picchu
(dai termini quechuamachu – che significa "vecchio" – e pikchu,
traducibile con "cima" o "montagna), sito nelle Ande
peruviane. Guidato da Melchor Arteaga, e accompagnato da un sergente della guardia
civile peruviana,
Bingham
raggiunge
l’antichissima città
e, consapevole dalla meraviglia del luogo, chiede il sostegno dell'Universita
di Yale, della National Geographic e del governo peruviano per avviare lo
studio del sito.
Dal 1912 Bingham dirige
gli scavi archeologici, riportando alla luce le meraviglie della civiltà Inca. L’anno
successivo, con la pubblicazione di un articolo sulla rivista National Geographic, la
città perduta
inizia a farsi conoscere
nel mondo,
raggiungendo
un’indiscutibile
fama internazionale.
Collocata a m 2048 s.l.m., vi si trovano monumentali
testimonianze di
una città formata da diversi quartieri come il “presidio militare,” la “residenza reale,” il “centro sacrale
agricolo.” I cosidetti
terrazzamenti
circondano le costruzioni e servivano alla coltivazione della coca e di altri
prodotti).
Probabilmente costruita
nell’ultimo quarto del 14° secolo Avanti Cristo, la città si sviluppa intorno
a una
vasta piazza, cui si accede mediante articolate scalinate. Tra
le strutture maggiori si annoverano: il Palazzo della Principessa, il Torrione
(o Osservatorio solare), il Gruppo reale, il Tempio delle tre finestre, la
Sacrestia, il Tempio principale, l’Intihuatana, il Tempio della luna, il Gruppo
dei Mortai, il Gruppo delle tre porte.
Si suppone che la città
fosse stata costruita dall'imperatore inca Pachacútec e sia rimasta abitata
fino alla conquista spagnola del 1532. La posizione della città era un
segreto militare ben custodito, in quanto i profondi dirupi che la circondano
erano la sua eccellente difesa naturale..
Difatti, una
volta abbandonata, la sua collocazione rimase sconosciuta per ben quattro
secoli.
Scoperte archeologiche, unite a recenti studi su documenti coloniali, mostrano
che non si trattava di una normale città, quanto piuttosto di una residenza
estiva per l'imperatore e la nobiltà Inca. Si è calcolato che non più di 750
persone alla volta potessero risiedere a Machu Picchu e probabilmente durante
la stagione delle piogge o quando non c'erano nobili, il numero era ancora
minore.
Machu Picchu fa parte dei Patrimoni
dell'umanità stilati dall'UNESCO, eletto nel nel 2007 come una delle Sette
meraviglie del mondo moderno. È il terzo sito archeologico più grande del mondo
dopo gli scavi di Pompei e Ostia Antica: nel 2003, più di 400mila persone hanno
visitato le rovine e l'UNESCO ha espresso preoccupazione per i danni ambientali
che un tale volume di turisti può arrecare al sito.
Vincenzo Maria D’Ascanio.
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