venerdì 1 marzo 2024

Gli stedenti attaccano la polizia. Gli scontri di Valle Giulia. di Vincenzo Maria D'Ascanio


 

(1º marzo 1968) Iniziano i tafferugli di Valle Giulia, una delle più imponenti scontri tra studenti e forze dell'ordine che si ricordino, nell'ambito delle manifestazioni legate al movimento sessantottino, in cui i primi tentarono di riconquistare la Facoltà di Architettura dell'Università di Roma attaccando la polizia, che la presidiava dopo averla sgomberata da un'occupazione studentesca.

 

Pier Paolo Pasolini, noto per le sue posizioni apertamente di sinistra (anche se l'intelletuale ha sempre rifiutato etichettamento in tal senso), con la poesia "Il P.C.I. ai giovani" si schiererà, in parte, con le forze di polizia, considerando i militari come figli del proletariato meridionale.

 

Non era di certo la prima volta che Polizia e Studenti arrivavano allo scontro. Ma le violenze non erano mai arrivata a questo punto. Furono due ore e mezzo d’ira e di sangue, e per diverse ore tutta la città è stata riempita dal suono delle sirene, mentre a Valle Giulia i feriti, da una parte e dall’altra, cadevano a decine e venivano portati via a braccia, sanguinanti, fino all’angolo di viale Bruno Buozzi dove venivano caricati sulle ambulanze o su automobili di passaggio.

 

«So anch’io», disse il ministro dell’Interno Paolo Taviani parlando nello stesso pomeriggio alla Camera, «che i problemi dell’università non si risolvono con la polizia. Ma debbo dire che fino a quando rimarrò a questo posto, le forze dell’ordine non daranno in nessun caso quell’impressione di vuoto di potere che dettero nel 1922 e che furono tra le cause che portarono al fascismo».

 

"Impressione di vuoto", certamente, la polizia non l’ha diede nei giardini che circondano la facoltà di architettura di Roma. Piuttosto, ha dato un’impressione di furia come raramente era accaduto negli ultimi anni. Per trovare esempi analoghi occorre riandare con la memoria ai grandi scioperi torinesi del 1961 o a quelli degli edili romani del 1964.

 

Per gli studenti l’appuntamento era alle 10 a piazza di Spagna. Sono circa 4000. Poi lungo la strada se ne aggiunsero altri, sopratutto liceali. Il corteo occupava tutta la via Flaminia per una lunghezza di 200 metri. Giunti sul posto, gli studenti si trovarono davanti ad un imponente cordone di forze dell'ordine, e durante il fronteggiamento che ne seguì, un piccolo gruppo di poliziotti si separò per affrontare con violenza uno studente isolato; il collettivo reagì con lancio di sassi ed oggetti contundenti.

 

Gli scontri presto degenerarono in tutta l'area universitaria e, sorprendentemente, gli studenti mostrarono di essere in grado di reggere l'urto con le cariche della polizia. A guidare l'attacco contro la polizia furono gli esponenti del disciolto movimento neofascista "Avanguardia Nazionale Giovanile", che guidati da Stefano Delle Chiaie, erano abituati agli scontri di piazza. Tra i partecipanti agli scontri di Valle Giulia vicini al movimento studentesco ritroviamo molte figure che avranno in seguito percorsi tra i più svariati: il cantante Paolo Pietrangeli, Giuliano Ferrara (che rimase ferito), Paolo Liguori, Aldo Brandirali, Ernesto Galli della Loggia, Oreste Scalzone. Tra i poliziotti invece il futuro attore Michele Placido.

 

Al termine degli scontri, i militanti guidati da Delle Chiaie e il FUAN occuparono la facoltà di Giurisprudenza, mentre gli studenti di sinistra occuparono Lettere. Si registrarono 148 feriti tra le forze dell'ordine e 478 tra gli studenti. Ci furono 4 arrestati e 228 fermati. Otto automezzi della polizia furono incendiati. Cinque pistole furono sottratte agli agenti.

 

Vincenzo Maria D’Ascanio

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