(1º marzo 1968) Iniziano
i tafferugli di Valle Giulia, una delle più imponenti scontri tra studenti e
forze dell'ordine che si ricordino, nell'ambito delle manifestazioni
legate al movimento sessantottino, in cui i primi tentarono di riconquistare la
Facoltà di Architettura dell'Università di Roma attaccando la polizia, che la
presidiava dopo averla sgomberata da un'occupazione studentesca.
Pier Paolo Pasolini, noto per le
sue posizioni apertamente di sinistra (anche se l'intelletuale ha sempre
rifiutato etichettamento in tal senso), con la poesia "Il P.C.I. ai
giovani" si schiererà, in parte, con le forze di polizia, considerando i
militari come figli del proletariato meridionale.
Non era di certo la prima volta che Polizia e Studenti arrivavano
allo scontro. Ma le violenze non erano mai arrivata a questo punto. Furono due
ore e mezzo d’ira e di sangue, e per diverse ore tutta la città è stata
riempita dal suono delle sirene, mentre a Valle Giulia i feriti, da una parte e
dall’altra, cadevano a decine e venivano portati via a braccia, sanguinanti,
fino all’angolo di viale Bruno Buozzi dove venivano caricati sulle ambulanze o
su automobili di passaggio.
«So
anch’io», disse il ministro dell’Interno Paolo Taviani parlando nello stesso
pomeriggio alla Camera, «che i problemi dell’università non si risolvono con la
polizia. Ma debbo dire che fino a quando rimarrò a questo posto, le forze
dell’ordine non daranno in nessun caso quell’impressione di vuoto di potere che
dettero nel 1922 e che furono tra le cause che portarono al fascismo».
"Impressione di vuoto", certamente, la polizia non l’ha
diede nei giardini che circondano la facoltà di architettura di Roma. Piuttosto,
ha dato un’impressione di furia come raramente era accaduto negli ultimi anni. Per
trovare esempi analoghi occorre riandare con la memoria ai grandi scioperi
torinesi del 1961 o a quelli degli edili romani del 1964.
Per gli studenti l’appuntamento era alle 10 a piazza di Spagna. Sono
circa 4000. Poi lungo la strada se ne aggiunsero altri, sopratutto liceali. Il corteo
occupava tutta la via Flaminia per una lunghezza di 200 metri. Giunti sul
posto, gli studenti si trovarono davanti ad un imponente cordone di forze
dell'ordine, e durante il fronteggiamento che ne seguì, un piccolo gruppo di
poliziotti si separò per affrontare con violenza uno studente isolato; il
collettivo reagì con lancio di sassi ed oggetti contundenti.
Gli scontri presto degenerarono in tutta l'area universitaria e, sorprendentemente,
gli studenti mostrarono di essere in grado di reggere l'urto con le cariche
della polizia.
A guidare l'attacco contro la polizia furono gli esponenti del disciolto
movimento neofascista "Avanguardia Nazionale Giovanile", che guidati
da Stefano Delle Chiaie, erano abituati agli scontri di piazza. Tra
i partecipanti agli scontri di Valle Giulia vicini al movimento studentesco
ritroviamo molte figure che avranno in seguito percorsi tra i più svariati: il
cantante Paolo Pietrangeli, Giuliano Ferrara (che rimase ferito), Paolo
Liguori, Aldo Brandirali, Ernesto Galli della Loggia, Oreste Scalzone. Tra i
poliziotti invece il futuro attore Michele Placido.
Al termine degli scontri, i militanti guidati da Delle Chiaie e il
FUAN occuparono la facoltà di Giurisprudenza, mentre gli studenti di sinistra
occuparono Lettere.
Si registrarono 148 feriti tra le forze dell'ordine e 478 tra gli studenti. Ci
furono 4 arrestati e 228 fermati. Otto automezzi della polizia furono
incendiati. Cinque pistole furono sottratte agli agenti.
Vincenzo
Maria D’Ascanio
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