7 segnalazioni nel giro di 3 giorni. Decine di persone non riescono in Umbria a prenotare visite specialistiche ed esami importanti attraverso la sanità pubblica. In un paio di occasioni sono stata fermata per strada da cittadini increduli, un paio le ho in famiglia, tre le ho lette nei post di denuncia dei miei amici su Facebook.
Non è
normale, o almeno non lo era fino a un paio di anni fa. Non lo era quando per
visite di routine le liste di attesa erano molto lunghe, è vero, ma per quelle
urgenti invece si trovava sempre posto. Diciamo la verità: in Umbria la sanità pubblica è stata
bombardata dalla destra a favore di quella privata.
L’avevano
scritto nel loro programma e l’hanno fatto davvero. Il Covid è stato
l’acceleratore perfetto: la scusa c’era ed è stata utilizzata oltre il dovuto.
Per un po’ si è trattato solo di andare a fare gli esami nelle cliniche private
convenzionate con il pubblico invece che all’ospedale. Oggi si tratta di dover
pagare centinaia di euro di tasca propria o aspettare molti, troppi, mesi.
In
questo modo si nega il fondamentale diritto alla salute per tutti e tutte, anzi
lo si garantisce per censo. Sei ricco o hai un’assicurazione? Farai tutti
gli esami in pochi giorni. Sei povero o del ceto medio? Aspetti, rinunci, o ti
bruci metà dello stipendio. Una vergogna
che in Umbria ci eravamo a lungo risparmiati. Vorrei tornassimo una terra civile. O almeno
ci spero e mi impegno perché sia così.
Fa così
male dover ammettere con chi incontri per strada che non c’è altra soluzione
che protestare, denunciare, fare appelli e aspettare che la maggioranza si
renda conto della gravità di quanto sta accadendo e decida di cambiare
direzione di marcia. Privato non è meglio di pubblico. Privato sono gli affari di
pochi, pubblico è la salute di tutti. È così lampante che stupisce anche
doverlo riaffermare ogni giorno.
Elisabetta Piccolotti
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