Un esordio tutto sommato positivo. Magari
un po' di attesa prima di entrare in qualche medio-grande azienda ma in generale in Sardegna il controllo del Green pass a chi ieri si è presentato al lavoro non ha comportato problemi. «Merito anche dell'organizzazione che abbiamo avuto nei giorni scorsi»,
sottolineano sindacati e associazioni. Unico "caso", risolto in poche
ore, tra la Slc Cgil e la sede cagliaritana della Concentrix. L'azienda di
telecomunicazioni-call center in una mail inviata due giorni fa ai 750
dipendenti si riservava «di valutare le eventuali conseguenze negative delle
scelte personali sull'organizzazione del lavoro».
Dopo le proteste, un'altra mail dove si
chiedeva di cancellare quella comunicazione. «Risposte positive» «La prima
giornata ha creato preoccupazione, è stata intensa così come lo sono stati i
giorni precedenti - afferma il numero uno di Confapi Sardegna, Giorgio Delpiano
- Però devo dire che le risposte che abbiamo avuto sono state positive. E
d'altronde le aziende erano già "rodate", visto che anche durante la pandemia hanno avuto a che
fare con
diversi protocolli di sicurezza da rispettare.
Ovviamente l'obbligatorietà del Green pass
è stato un bel banco di prova ma, ripeto, non ci ha colti impreparati. Non si sono registrati grossi disagi anche grazie al grande lavoro svolto dalla nostra Confederazione che nei giorni scorsi ha inviato tutte le circolari e abbiamo risposto alle
tante telefonate di imprenditori che chiedevano chiarimenti». «Grande
attenzione» Gavino Carta, segretario generale Cisl Sardegna: «Occorre gestire il provvedimento del Governo che presenta alcune lacune, come quella legata
alla privacy. Non siamo contrari, come abbiamo detto
più volte, a questo strumento ma credo sia importante anche che si registri un
ribasso dei prezzi dei tamponi.
La linea della Cisl poi è nota: siamo
dell'idea che il lavoratore si debba vaccinare per tutelare la sua salute e
quella di chi gli sta vicino. La sicurezza sul lavoro passa solo da quella strada.
Ieri magari si è registrato qualche piccolo problema ma in generale credo
proprio che questo nuova disposizione sia stata seguita con grande attenzione».
«Nodo tamponi» «Le preoccupazioni che negli ultimi giorni avevano evidenziato la
possibilità di avere delle criticità nella giornata in cui è entrata in vigore
l'obbligatorietà del Green pass sono state fugate dai dati emersi e da quelli verificati
dalle nostre strutture territoriali:
nessun problema agli accessi
dei luoghi di maggior concentrazione di lavoratori – sottolinea Samuele Piddiu, segretario
generale Cgil Sardegna – E questo denota che si è fatto un lavoro propedeutico corretto. Rimangono dei punti di criticità che
devono essere risolti dal Governo,
su tutti il nodo tamponi.
I lavoratori non devono pagare per recarsi
nel posto di lavoro: si deve introdurre una calmierazione dei costi e una
misura che consenta alle aziende di recuperare i costi sostenuti per l'acquisto
dei tamponi». Un hub alla Saras Alla Saras, che con i suoi 1.300 dipendenti nello
stabilimento di Sarroch è una delle principali aziende in Sardegna per numero di occupati, i controlli sono iniziati ieri all'alba.
Quasi tutti i lavoratori si sono presentati con il certificato ma per chi non ha fatto vaccino o tampone, l'azienda ha allestito una
postazione dove poter effettuare i test con un costo "calmierato" di 8 euro.
In Regione Anche negli uffici regionali sono
scattati i controlli al rientro in sede dei lavoratori. «La Regione - precisa l'assessora agli Affari generali Valeria Satta - si è uniformata alle
prescrizioni ritenendo doveroso tutelare i lavoratori in primo luogo. Preciso che i meccanismi di rilevazione sono conformi alla normativa
di tutela della privacy».
Michele Masala
Articolo
“Unione Sarda,” 115.10.2021
Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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