sabato 18 dicembre 2021

Dae s’àrbore rutu totus fachen linna. Di Pier Franco Devias.


 

Graziano Mesina, è lui stesso il primo a dirlo, è un uomo che ha sbagliato, che ha commesso errori. E li ha pagati molto duramente. A differenza di altri. E certamente molto più duramente di tanti altri. Sperava di morire libero, morirà prigioniero. Ma non è di Mesina che voglio parlare: di lui parlano in tanti, da parecchio, e forse qualche volta anche a sproposito. Voglio piuttosto parlare di chi parla di lui. Perché era troppo ghiotta l’occasione, per certe persone, per non dare sfoggio del loro cattivo gusto.

 

Uno, con un passato da presidente della Regione, oggi distribuisce patenti di balentia e disprezza a voce alta i criminali. E dire che, quando è stato presidente della Sardinia Gold Mining, alcuni criminali lui li ha visti da vicino: ci sarebbe piaciuto sentire chiaro e forte il suo disprezzo verso di loro, quando hanno saccheggiato l’oro sardo e in cambio hanno lasciato un lago di cianuro che avvelena Furtei. Ma per quei BANDITI che lui ha visto da vicino, molto da vicino, pluriennali LATITANTI in giacca e cravatta, non ha scritto granché.  E’ più prode, e forse più conveniente, seguire la corrente e ruggire oggi contro un vecchietto di 80 anni.

 

Ed ancora peggio, molto peggio, fa la stampa italiana. Inguaribilmente malata, di pregiudizio, di provinciale esotismo che, scava scava, altro non è che strisciante razzismo antisardo. Un continuo uso e abuso di termini di balente e omertà, di insinuazioni, di allusioni neanche tanto velate al presunto “carattere dei Sardi” (dio mio ‘sti Sardi!) Ma spiegatecelo voi l’abuso del termine balente, cari giornalisti italiani!

 

Raccontateci di come nella vostra Italia si abusi abitualmente del concetto di “VALOROSO”, come quando a delinquenti della stazza del Generale Graziani, il Macellaio del Fezzan, venne intitolato un sacrario ad Affile, con benedizione della Cassazione il 26 settembre 2020. Raccontateci di come viene definita “Onorevole” gente implicata, e condannata, e pluricondannata, per i reati più ignobili e antisociali. E che mai una sola volta hanno visto una galera, mentre qualcuno di cui si parla ci ha vissuto per 40 anni!

 

E quando volete parlarci di OMERTA', anzichè guardare verso la vostra isola colonia con tutti ‘sti brutti sardegnoli che la infestano, date uno sguardo alle vostre caserme, dove succede molto spesso l’inenarrabile, e qualche volta ci scappa pure il morto, e ogni volta c’è sempre chi vede, sente. E sta zitto.

 

Date uno sguardo a qualche stragista morto tranquillo, libero e pure omaggiato, con le mani sporche di sangue innocente, con rispettabilissimi gran signori, delle più alte cariche di Stato, che la bocca l’hanno tenuta ben chiusa. O provate a fare un giro nella società bene, quella dei pezzi grossi. Quella dove qualche volta ci bazzica anche - che so - il vostro editore, o un finanziatore del vostro giornale, magari pure un onorevole che ha gentilmente segnalato la vostra preparazione professionale.

 

Parate l’orecchio e vedete un pò se corrono tutti a denunciare ciò che sanno sugli affari di quell’industriale, dei maneggi del generale, dei viziacci dell’alto prelato. Andate lì a controllare come sono messi a omertà, visto che l’argomento vi piace. E ogni tanto, ma dico, ogni tanto, abbiate la decenza di non parlare di ciò che non conoscete. E soprattutto di sciacquarvi bene la bocca prima di parlare del Popolo Sardo!

 

Pier Franco Devias

 

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