In pratica sarà una vita in lockdown. Una
ritirata in zona rossa per oltre 90mila sardi, a contare solo gli over50. A
febbraio il mondo dei nov vax si fa angusto, ovunque disseminato di cartelli
con divieto d'accesso. Già non possono più viaggiare nemmeno su
un autobus cittadino,
né entrare in un locale, andare in palestra, pranzare al ristorante o prendere il caffè al bar. Tra
una settimana saranno costretti
a fare il tampone a ripetizione anche per fare shopping, entrare negli uffici pubblici, in banca e
alle Poste, e se già dovevano
mostrare il test negativo per andare al lavoro, beh, da metà mese questo non basterà più per chi ha
compiuto 50 anni (cioè chi è obbligato a vaccinarsi). Per loro scatta la sospensione, anche dallo stipendio.
Il popolo senza dose. Il diritto di cittadinanza attiva spetterà
dunque solo a chi possiede il green pass rafforzato, che sia guarito
o vaccinato (da non più di sei mesi) non fa differenza. Gli altri, gli irriducibili, senza tampone
potranno al massimo fare la spesa al supermercato, andare dal veterinario, comprare i croccantini al gatto, entrare in farmacia. Non sono
mica pochi: in Italia due milioni
circa, contando solo gli over50. In Sardegna, oltre 90mila. Una città grande come Olbia. Tra questi,
63mila cinquantenni e sessantenni
rischiano una multa di 100 euro e, se hanno un lavoro, si vedranno sospendere lo stipendio.
Quanto agli anziani con più di 70 anni
(quasi 28mila quelli senza neanche una dose di vaccino), per ritirare la
pensione alle Poste dovranno prima passare in farmacia. I convertiti «Credo che
dal primo febbraio avremo un ulteriore incremento delle prime dosi», dice
Gabriele Mereu, responsabile del settore profilassi e vaccini per l'area
sanitaria del Sud Sardegna. Dall'8
gennaio, ovvero dal giorno in cui è stato introdotto l'obbligo vaccinale per gli over50, negli hub della
Sardegna si sono viste centinaia
di facce nuove ogni giorno. Una
media di 1.600 prime dosi ogni 24 ore, per la stragrande maggioranza
somministrate a persone adulte. «L'incremento è costante – sottolinea il dottor
Mereu –, e si andrà ancora più veloci a febbraio perché arriverà un'ulteriore stretta
e tanti non vaccinati cominceranno a vedersi respinti ovunque».
Intanto ieri che era domenica, in genere
giornata di basso afflusso, sono state 131 (su 2.880 iniezioni). Gli
irriducibili «Tra un po' ci toglieranno anche la possibilità di fare la spesa
al supermercato. Pazienza, ce la faremo portare a casa». Carmen («Il cognome
non sul giornale») è una degli irriducibili. Vive a Olbia, ha 57 anni, un
compagno, un lavoro in proprio, una madre anziana e tanti amici pro vax e no
vax. Lei non vuole essere definita no vax. «Non sono contro i vaccini in generale, ma solo
contro quello antiCovid. Perché?
Perché non c'è stata un'adeguata sperimentazione, è stato fatto tutto troppo in fretta».
La sua vita, per il resto, è come quella
di tutti: tampone, mascherina, gel per le mani, nessun assembramento. «Sto
attentissima, seguo le regole sia per proteggere me che per tutelare gli
altri». Ha una madre anziana che va a trovare regolarmente. «Certo, è
vaccinata, e all'inizio mi tormentava perché voleva che mi decidessi a farlo
anche io. Ha visto che ero irremovibile e ha smesso. Mi dispiace non poterla
invitare al bar per bere un caffè insieme, pazienza, lo beviamo a casa».
La vita sociale. Anche il compagno («Vaccinato») ormai si è rassegnato. E pure le amiche
care, quelle sopravvissute alla selezione. «Mi dicevano: dai, fallo anche tu,
così possiamo stare insieme. Hanno capito le mie ragioni, rispettano la mia
libertà come io rispetto la loro. Mi chiede se ci vediamo? Certo, a casa loro o
a casa mia». Poi ci sono le amicizie e le conoscenze che non sono sopravvissute
alla selezione. «Sto facendo pulizia. Una persona è arrivata a dirmi: spero che
il Covid ti prenda bene. Non le ho risposto, ho tagliato». E i morti, i ricoveri
in terapia intensiva? Si tratta perlopiù di non vaccinati. «Vuole sapere se ho paura? No. Sono
soprattutto persone fragili, con altre patologie. Io sono serena. Sto attenta, seguo le regole».
Piera Serusi
Articolo “Unione sarda,” 24.01.2022
Federico Marini
skype: federico1970ca
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