Scoprono di essere positivi al Covid 19,
propendono per l'isolamento spontaneo e come suggeriscono le linee guida,
attendono una chiamata da parte dell'Ats: «Ma
nessuno ci ha contattato - rivela Carla Dettori - e ora rischiamo
di dover prolungare inutilmente la quarantena. Non sappiamo a chi rivolgerci».
Attesa vana La
vicenda di una coppia d'Iglesias, Carla Dettori, diciottenne studentessa e il
compagno Alessandro Pretta, lavoratore venticinquenne, non rappresenta un'eccezione
alla regola, piuttosto è la testimonianza di una situazione
comune a tantissime persone. Nelle
ultime settimane il numero di nuovi positivi è aumentato drasticamente, mandando
in tilt il sistema di tracciamento e facendo annaspare l'Ats sotto il peso di una
montagna di pratiche da formalizzare.
Il risultato, è lo smarrimento di decine
di famiglie private di ogni punto d'appoggio: «Non
rispondono alla mail e tantomeno al telefono -
prosegue Carla – e abbiamo il timore che quando verremo contattati possa
esserci la possibilità che si faccia riferimento per il conteggio dei giorni di
isolamento, a partire dalla data del tampone molecolare effettuato e da loro
programmato».
Chiusi in casa. La
diciottenne iglesiente si trova in quarantena spontanea assieme al convivente
dallo scorso 9 gennaio, quando partecipando per senso di responsabilità allo screening
di massa della popolazione studentesca, risultò essere positiva: «Fui chiamata
appena cinque minuti dopo aver effettuato il test rapido - continua Carla - mi
comunicarono la positività al Covid, mi
raccomandarono di effettuare la quarantena e di rimanere in attesa di una chiamata dall'Ats. Anche il mio compagno ha scoperto d'essere positivo dopo un tampone
effettuato in una farmacia. Abbiamo così deciso di isolarci attendendo delle
disposizioni».
Ma i giorni passano, il telefono rimane
muto e la coppia deve fronteggiare le dinamiche di una situazione grottesca;
Carla non può fare richiesta nemmeno per l'ottenimento della didattica a
distanza, all'istituto scolastico occorre la certificazione rilasciata dall'Ats
e Alessandro ha fornito al proprio datore di lavoro il certificato di
positività consegnatogli dalla farmacia, senza avere la certezza della validità:
«Rimanemmo in isolamento anche lo scorso settembre sempre a causa della
positività al virus - rivela Alessandro Pretta - e in quell'occasione mi venne
richiesta la certificazione rilasciata dall'Ats». La giovane coppia rimane così in balia delle tante incertezze e continua a rimanere isolata in
attesa di una telefonata.
Adriano Secci
Articolo
“L’Unione Sarda,” 14.01.2022
Federico Marini
skype: federico1970ca
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