(09 febbraio 1976) A Bologna nasce Radio Alice, una tra le prime emittenti
radiofoniche libere in Italia. Ha sede in via del Pratello e utilizza un
trasmettitore FM, che durante la seconda guerra mondiale era stato utilizzato da
un carro armato americano. Dopo qualche giorno di prove tecniche il 9 Febbraio
1976, a mezzanotte, Radio Alice inizia le sue trasmissioni.
Il primo pezzo musicale ad
andare in onda è The Star Spangled Banner di Jimi Hendrix: una
canzone che inneggia alla libertà dai condizionamenti di una società che
comincia a essere totalizzante e omologatrice nel segno del consumismo. Voci
che non avevano mai avuto la parola stavano per prendersela, rivoluzionando il sistema comunicativo dominante e i
linguaggi ordinari.
Era il periodo delle
liberalizzazioni delle radio, la situazione a Bologna era incandescente, in continuo fermento. “Ci si
chiedeva cosa fare, ci intrigava molto il mondo della comunicazione e aprire
una radio costava pochissimo. Così è nata Radio Alice”, raccontano i suoi
fondatori. A quel tempo a Bologna “si stava svegli alla
notte, che si passava sempre di osteria in osteria. Al tempo si viveva un po’
ovunque.” È questo il contesto in cui entra in funzione RA.
Per esempio, al Dams c’è un professore originale, Gianni Celati. Il suo
seminario su Lewis Carroll all’università è seguitissimo, tanto che si
trasforma in collettivo politico, in un concerto rock, una radio. Alice diventa l’emblema del Movimento del ‘77, “un modo per
non farsi catturare.”
Radio Alice è
spesso ricordata come la "radio degli autonomi", ma in realtà ha
rappresentato un originale esperimento di comunicazione: priva di
redazione e di palinsesto fisso, annunciava la rivoluzione mediatica che irrompeva con l'uso continuo della diretta telefonica. Nella sua
breve vita le istanze politiche si mescolavano a pratiche artistiche ed
esistenziali, in un flusso di comunicazione privo di pubblicità, trasmissioni e
organigrammi.
Tutto meritava di essere
trasmesso: brandelli di libri, comunicazioni sindacali, poesie, lezioni di
yoga, analisi politiche, dichiarazioni d'amore, commenti ai fatti del giorno,
ricette, favole della buonanotte, liste della spesa, la musica dei Jefferson
Airplane, degli Area, dei Fugs o di Beethoven. Le trasmissioni si aprivano e si
chiudevano sempre col brano Lavorare con lentezza del cantautore pugliese Enzo
Del Re.
Radio Alice purtroppo ha una esistenza brevissima perché solo 13 mesi dopo viene chiusa con una irruzione della polizia Fu accusata di avere avuto un ruolo di coordinamento negli scontri avvenuti in seguito all'uccisione, da parte della polizia, dello studente Francesco Lorusso durante una manifestazione l'11 marzo 1977.
Quei tredici mesi di vita sono però intensi per l'energia comunicativa che la radio riesce a liberare. Una creatività che parte anche da piccole assemblee e attraversa tutta la città, partendo dal centro per poi estendersi verso tutte le periferie. Con questa modalità produce nuovi scenari comunicativi, numerose produzioni culturali, nuove forme di relazione.
Lo studio stesso della radio, un
piccolo bilocale in un sottotetto, diventa una specie di "router
umano" attraversato anche fisicamente da centinaia di ragazzi, portatori di culture talvolta discordanti, ma che riescono a convivere grazie a una grande profondità di vedute. Proprio questo convivere diventa il punto
esclamativo, dietro il quale si formeranno pensieri che sfideranno il bigotto
sentire comune influenzato enormemente da una civiltà cattolica che, in quegli
anni, non riesce a comprendere proprio quei giovani, desiderosi di una nuova
spiritualità lontana dai dettati dogmatici.
Sa Babbaiola.
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