venerdì 11 febbraio 2022

In un giorno 14 morti nell'Isola Via le mascherine all'aperto


 


Il Covid fa una strage nelle ultime ventiquattr'ore in Sardegna, quattordici morti – riporta il bollettino quotidiano. E mentre la maggior parte delle regioni intravede la luce in fondo al tunnel, nell'Isola in una settimana il quadro complessivo è in peggioramento, ma per ora – dice l'assessore alla Sanità Mario Nieddu – non cambieremo colore.

 

I numeri. «Perché tanti decessi? Purtroppo oggi è normale, si tratta della "coda" dei casi che sono aumentati molto, arrivano dopo un decorso di tre settimane dall'inizio della malattia», spiega il microbiologo dell'Università di Cagliari Aldo Manzin. «La Sardegna, come è già accaduto, arriva in ritardo rispetto al resto d'Italia, registreremo anche noi una riduzione significativa di contagi, poi a seguire, di ricoveri e di morti. Verosimilmente a fine mese».

 

Le vittime sono due donne di 67 e 83 anni e due uomini di 60 e 94 anni residenti nella provincia di Sassari; due donne di 72 e 84 anni e due uomini di 68 e 77 anni della provincia del Sud Sardegna; una donna di 81 anni e tre uomini di 54, 60 e 74 anni della Città Metropolitana di Cagliari; una donna di 89 anni della provincia di Oristano e un residente nella provincia di Nuoro.

 

Le nuove infezioni ieri sono calate – 2.365 (contro le 3.209 di mercoledì) ci cui 1.603 diagnosticate con tampone antigenico – i pazienti in terapia intensiva sono 30, in area medica 403 (-1). In isolamento domiciliare ci sono 31.186 persone (+560 rispetto al giorno precedente). L'Isola – secondo il report settimanale della Fondazione Gimbe – è una delle poche regioni con gli indicatori in rosso: i nuovi casi hanno una variazione spaventosa – +104,4% – la più elevata del Paese (la media nazionale è a -27,9%), dovuta al fatto che solo di recente abbiamo iniziato a conteggiare anche i test antigenici; gli attualmente positivi ogni 100mila abitanti sono 1.855; i posti letto occupati in area medica sono il 25,5%, in terapia intensiva il 13,7%.

 

Le misure Intanto l'Italia avvia il percorso della riapertura, due anni dopo l'inizio della pandemia, quando si supera una soglia drammatica, quella dei 150mila caduti a causa del virus. Da oggi termina l'obbligo di utilizzo delle mascherine all'aperto, e da qui a fine marzo, con la scadenza dello stato d'emergenza, ci sarà un progressivo allentamento di tutte le restrizioni, Green pass compreso, e non si esclude che alcuni divieti possano anche cadere prima.

 

Dunque da oggi si può tornare a circolare per strada con il viso scoperto, ma attenzione – avverte Manzin – «la cautela deve restare, non dev'essere un "liberi tutti", anche se ovviamente l'impatto psicologico della misura è forte. La mascherina non serve se camminiamo in una zona dove non c'è nessuno, ma va mantenuta se ci sono assembramenti o comunque situazioni di rischio. E dobbiamo assolutamente continuare ad usarla nei locali al chiuso, e quando siamo a stretto contatto con altre persone per un periodo prolungato di tempo, almeno fino a quando la circolazione del virus non diventerà bassissima, endemica».

 

Gli step. Si tornerà anche a ballare, con la riapertura delle discoteche con capienza del 50% al chiuso e si potrà stare senza la mascherina solo in pista. Mascherine e discoteche sono i primi due passi della road map annunciata dal presidente del Consiglio Mario Draghi per riaprire il Paese, che al momento ha altre due date: il 31marzo, quando scadrà lo stato d'emergenza, e il 15 giugno,quando terminerà l'obbligo di vaccinazione per gli over 50.

 

Per quanto riguarda il Green pass, il sottosegretario alla Salute Andrea Costa spiega che «già da marzo si potrebbe prevedere una dismissione graduale, partendo dai luoghi all'aperto», mentre l'altro sottosegretario, Pierpaolo Sileri, sottolinea che«sicuramente andrà fatta una revisione» del sistema con la fine dello stato d'emergenza ma «è prematuro pensare di toglierlo prima». Sileri non esclude invece l'abolizione dell'isolamento per i positivi asintomatici: «Credo che, come la Gran Bretagna, ci arriveremo, quando sarà dimostrata la sicurezza e gli ospedali saranno molto più vuoti».

 

Cristina Cossu

 

 

Articolo “L'Unione Sarda” del 11.02.2022

Federico Marini

marini.federico70@gmail.com

skype: federico1970ca

Nessun commento:

Posta un commento

S’Istoria sarda in limba sarda. Di Francesco Casula.

  In unas cantas pimpirias, in televisione, apo contau s'istoria  sa literadura, sa poesia sarda.  - in sa de tres chistionende de s ...