Mentre il premier Mario Draghi vola a
Bruxelles col ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, per
incontrare la presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen sul tema dell'approvvigionamento
energetico (il tema oggi più urgente per il Governo), per la maggioranza si apre un'altra settimana parlamentare bollente. Lo
schieramento che sostiene l'ex presidente della Bce dovrà fronteggiare ben due
votazioni a rischio già nella giornata di domani: il nuovo emendamento sulla riforma del catasto da cui
riprenderanno i lavori della commissione Finanze di Montecitorio; e la proposta di Fratelli
d'Italia sul presidenzialismo, che
inizierà il suo iter in un'altra commissione, quella per gli Affari
costituzionali.
Momento Delicato. La crisi ucraina, al centro dell'impegno
dell'esecutivo, cade in un momento di sfilacciamento della maggioranza. Dopo il voto che giovedì
ha salvato per un soffio la riforma del fisco - e il Governo -, il rischio imboscata sul catasto, su
cui Palazzo Chigi ha già chiarito
di voler tirare dritto, è ancora dietro l'angolo. E la pietra d'inciampo è un emendamento soppressivo,
questa volta presentato dall'opposizione.
Il presidente della commissione Luigi Marattin (Italia viva) ostenta sicurezza sui numeri che «ci sono stati giovedì e ci saranno martedì», ma avverte: se FI e Lega votassero una proposta dell'opposizione, «politicamente»
sarebbe «molto più grave», rispetto alla settimana scorsa quando hanno
sostenuto una propria proposta.
Secondo il responsabile economico dei
renziani, dietro l'atteggiamento della Lega e di Forza Italia sulla riforma del
catasto «ci possono essere solo due motivi. O si è a priori convinti che il
catasto di oggi sia il migliore possibile, oppure si applica l'algoritmo del perfetto
populista». Quanto ai timori di un aumento delle tasse, per Marattin «siamo al
processo alle intenzioni o alla fantasia. La norma è chiara: la mappatura non potrà avere effetti fiscali. Per
cambiare idea, nel 2026, servirà obbligatoriamente un'altra norma che cancelli questa.
E quindi una maggioranza politica che la approvi. Il resto sono chiacchiere. Su
una vicenda in cui vi è una vaga attinenza con un tema popolare si è costruita una
montagna di balle per guadagnare qualche punto nei sondaggi».
No a nuove tasse. La revisione dei criteri per la mappatura
catastale, con alcune sfumature, vede il centrodestra - da FdI a FI - contrario. La Lega è schierata su una linea dura e Matteo Salvini promette battaglia: «Mettere le mani nelle tasche dei contribuenti non ha niente a che fare con
le riforme e con il Pnrr. Ci siamo opposti e ci opporremo». Anche in
Forza Italia il mantra resta il «no a nuove tasse sulla casa», ma gli azzurri sembrano più dialoganti e aperti a possibili tentativi di mediazione: oggi si riuniranno appositamente.
Fratelli d'Italia, se da un lato invoca coerenza
chiedendo di votare no alla delega fiscale, dall'altro si prepara, con la sua
proposta sul presidenzialismo, a spaccare di nuovo la maggioranza. E paradossalmente stavolta è proprio Iv – fermissima sulla riforma del catasto – che potrebbe
aprire varchi con gli alleati.
Insomma, nelle prossime settimane il Governo navigherà in acque agitate. E per affrontarle la parola
d'ordine è il confronto. Sulla
concorrenza il termine degli emendamenti è stato fissato al 14 marzo, mentre sugli appalti, attesi al
Senato mercoledì, si cerca una mediazione..
Nessun commento:
Posta un commento