giovedì 18 gennaio 2024

L’arresto di Renato Curcio. Di Vincenzo Maria D’Ascanio.


 

(18 gennaio 1976) In via Maderno a Milano la polizia arresta Renato Curcio, ritenuto il leader dell'organizzazione terroristica “Brigate Rosse.” Curcio era evaso nel febbraio del 1975 durante un'azione organizzata e diretta dalla moglie Margherita Cagol, nome di battaglia “Mara”, che morì dopo un conflitto a fuoco con l’Arma dei Carabinieri.

 

Renato Curcio (Monterotondo, 23 settembre 1941) nasce da una relazione extraconiugale tra la madre Jolanda Curcio, giovane ragazza pugliese emigrata a Roma, e Renato Zampa, fratello del noto regista cinematografico Luigi Zampa. Formatosi intellettualmente e politicamente all'Università di Trento, nel 1969 fondò con altri, tra i quali la futura moglie Margherita Cagol e Alberto Franceschini, il “Collettivo Politico Metropolitano”.

 

Curcio, entrato a far parte della rivista d’ispirazione marxista-leninista "Lavoro Politico", ha modo di esprimere opinioni distanti dalla lotta armata. Il ripensamento sul tema della violenza arriva dopo gli scontri di Avola del 02 dicembre 1968: nell'occasione la polizia sparò sui braccianti uccidendone due e continuando a sparare senza sosta per 25 minuti. All'inizio del mese di novembre del 1969 siamo nel pieno della rivoluzione studentesca: Renato Curcio partecipa all'ormai famoso Convegno di Chiavari presso l'hotel Stella Maris. Qui vengono stilate le basi per l'avvio della lotta armata in Italia, a cui prende parte anche un nucleo di appartenenti al Collettivo politico metropolitano di Milano. L'anno successivo vengono fondate le Brigate Rosse: è il mese di maggio del 1970 quando nel quartiere di Lorenteggio, a Milano, appaiono i primi volantini con la stella a cinque punte.

 

Curcio è alla guida delle BR insieme alla moglie Mara e Alberto Franceschini. La prima azione avvenne il 17 settembre 1970, quando il gruppo fa saltare in aria il garage di Giuseppe Leoni, dirigente d’azienda. SIT Siemens, Pirelli, Alfa Romeo sono le prime industrie dove il partito armato s’insedia. In seguito, con la morte di Mara Cagol e con la carcerazione dei leader Curcio e Franceschini, la direzione del movimento passò in mano ad esponenti della cosiddetta "ala militarista" capeggiata da Mario Moretti, che porterà il gruppo in seno alla triste stagione degli omicidi e dei ferimenti che l'Italia conoscerà dalla seconda metà degli anni '70.

 

Pur non avendo mai teorizzato la violenza Renato Curcio non si è mai pentito delle sue scelte, ma ha duramente criticato numerose decisioni delle Brigate Rosse, soprattutto successive al suo arresto. Negli anni '90 è stato quindi scarcerato con quattro anni di anticipo, e da allora è tornato all'attività di sociologo nella cooperativa editoriale e sociale “Sensibili alle foglie”, da lui fondata, che si occupa di tematiche legate alla disabilità, immigrazione e diritti nelle carceri. Inoltre, la cooperativa opera interessanti studi nel campo delle nuove forme di controllo sociale nella società di massa. Appena ottenuta la semilibertà il 7 aprile 1993, l'allora direttore de Il Giorno, Paolo Liguori, gli offrì un posto da giornalista ma lui declinò l'offerta perché prematura.

 

Vincenzo Maria D’Ascanio

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