mercoledì 24 gennaio 2024

Le BR uccidono Guido Rossa. Di Vincenzo Maria D’Ascanio.


 

Il sindacalista Guido Rossa, operaio all’Italsider di Genova, viene ucciso dalle Brigate Rosse mentre si trovava sulla sua macchina. È la prima volta che le BR uccidono un sindacalista, oltre che militante del Partito Comunista.Veniamo ai fatti. Pochi mesi prima, in azienda, Rossa notò Francesco Berardi intento a nascondere alcuni volantini dietro un distributore del caffè. Proprio il quel luogo erano stati ritrovati altri volantini delle Brigate Rosse, per questo Berardi fu bloccato. Dopo un dibattito tra i lavoratori l'armadietto di Berardi fu aperto ritrovandovi all'interno documenti brigatisti, volantini di rivendicazione di azioni compiute dalla BR e fogli con targhe d'auto appuntate.

 

Berardi intanto cerca inutilmente di fuggire ma viene fermato dalla vigilanza della stessa fabbrica; si dichiara dunque "prigioniero politico" e viene consegnato ai carabinieri e arrestato. Guido Rossa denuncia l'uomo (rispettando la disposizione del Consiglio di fabbrica, che imponeva la denuncia del possibili brigatisti) mentre gli altri due delegati si rifiutano, lasciandolo solo. Guido non ritira comunque la denuncia e testimonia al processo, nel quale Berardi (intanto morto "suicida" in carcere) viene condannato a quattro anni e mezzo di reclusione. Temendo una vendetta dei brigatisti, il sindacato offre per alcuni mesi a Rossa una scorta formata da operai volontari dell'Italsider, a cui lo stesso Rossa in seguito rinuncia.

 

La denuncia e la testimonianza del sindacalista sono decisive per la condanna di Berardi, ma decretano la sua condanna a morte. Il 24 gennaio 1979, al mattino, Rossa fu assassinato da un commando brigatista composto da Vincenzo Guagliardo, Riccardo Dura e Lorenzo Carpi. Successive indagini rivelarono che l’azione era stata progettata per gambizzare la vittima, ma Dura decise di colpire al cuore la vittima.

 

Ai suoi funerali, in un'atmosfera particolarmente tesa, partecipano circa 250.000 persone. Si svolsero nella grande “Piazza De Ferrari”, famosa per essere stata al centro delle manifestazioni antifasciste del 30 giugno 1960. Oltre al sindaco Fulvio Cerofolini erano presenti anche il presidente della Repubblica Sandro Pertini, che concesse la medaglia d’oro al valor civile, il segretario della CGIL Luciano Lama e il segretario del PCI Enrico Berlinguer.

 

Dopo la cerimonia Pertini chiede d'incontrare i “camalli” (gli scaricatori del porto di Genova). Racconta Antonio Ghirelli, all'epoca portavoce del Quirinale, che il Presidente era stato avvisato che tra quei lavoratori c'era chi simpatizzava con le BR. Pertini rispose che proprio per quello li voleva incontrare. Il Presidente entrò in un grande garage stracolmo di persone, salì sulla pedana e con voce ferma disse: “Non vi parla il Presidente della Repubblica, vi parla il compagno Pertini. Io le Brigate Rosse le ho conosciute: hanno combattuto con me contro i fascisti, non contro i democratici. Vergogna!”. Ci fu un momento di silenzio, poi un lungo applauso. La salma di Rossa fu infine tumulata presso il Cimitero monumentale di Staglieno.

 

Vincenzo Maria D’Ascanio.

Nessun commento:

Posta un commento

S’Istoria sarda in limba sarda. Di Francesco Casula.

  In unas cantas pimpirias, in televisione, apo contau s'istoria  sa literadura, sa poesia sarda.  - in sa de tres chistionende de s ...