Io di
calcio, come è noto, non ne capisco niente. Ma la figura di Gigi Riva è un qualcosa che va oltre, ben oltre il
calcio.
Ho riflettuto tante volte su questo
personaggio così benvoluto da noi Sardi. Mi è capitato anche di vederlo, un
giorno, mentre mangiavo una pizza con amici a Cagliari e mi colpì la semplicità
e la riservatezza di quest’uomo che, con evidenza, apprezzò che al nostro cenno
di saluto non seguì la solita invadente richiesta di selfie e autografi, come è
tipico della nostra epoca egocentrica e indiscreta.
Penso
che la sua scelta di restare in Sardegna, spesso, sia male interpretata. In
tanti ripetono che volle restare qui “nonostante altrove lo avrebbero coperto
d’oro”. Ebbene chi dice questo, pur sardo, non ha capito il valore di questa
terra. A differenza di Gigi Riva. Lui capì che non c’è oro che possa ripagarti di una vita tra gente
che ti vuole bene. Non c’è oro che possa ripagarti
più di essere una leggenda per un popolo. Non per una tifoseria, ma per una
nazione intera. In tanti, ancora oggi, non riescono a capire che lui accettò
col cuore quel valore inestimabile che non poteva essere comprato.
Io
credo che l’affetto di tutti i sardi verso questo uomo sia dovuto, come dicevo,
a qualcosa che va ben oltre il calcio. In realtà lui ha rappresentato, pur nel
suo campo, ciò che i sardi aspettavano da generazioni. Perché Gigi Riva è stato quello che,
dopo cinquecento anni di sconfitte, ha permesso ai sardi, a tutti i sardi e in
quanto tali, di poter dire: “Noi, noi sardi
abbiamo vinto contro tutti!”
Per questo tutti lo hanno amato, e tutti lo tengono ben più in alto
di come si fa con un campione sportivo:
perché è stato quello che ha portato il riscatto tra le classi popolari,
abituate a perdere sempre, a vedersi sempre superare e umiliare. E’ stato, in
questo senso diffuso, un campione del popolo anche a prescindere dallo sport, e
la sua modestia e familiarità con la gente comune ne hanno determinato quella
santificazione laica che oggi tanti gli tributano.
Per
questo oggi tutti noi sardi, sportivi o meno, ci sentiamo un po’ orfani per la
perdita di un nostro beniamino. Ma ciò che si sta manifestando in questa
occasione deve anche inorgoglirci. Perchè ci dimostra che non è vero che siamo
sempre divisi, sempre invidiosi e irriconoscenti: l’affetto per questo campione
ci rivela che sappiamo ancora amare chi ci rappresenta, chi ci riscatta, chi
lotta con tutte le sue forze per dimostrare di che pasta siamo fatti.
Dobbiamo solo imparare a riconoscere i tanti, tantissimi Gigi Riva
che spesso trascuriamo, ma che sono intorno a noi.
Uomini e donne che si realizzano, che con grande fatica si (e ci) riscattano
nel loro campo di gioco, portando col loro talento il nome della nostra terra
alto nel mondo. E
allora, riconoscenti per l’esempio di questo grande campione, vorrei che tutti
noi imparassimo a dire grazie anche a tutti i Gigi Riva che con la loro umiltà
e con la loro tenacia ci rendono orgogliosi di essere sardi.
Pier Franco Devias
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