venerdì 12 gennaio 2024

Vasco odia il sud e la Sardegna? Di Vincenzo Maria D’Ascanio.


 

La leggenda metropolitana su Vasco Rossi che parla male del Sud, serpeggia nell’aria da circa vent’anni. «L’ho sentita», «Sì, io ho visto Vasco al Tg parlarne male», «Sì, come no, ha detto che il Sud è un cesso». Una leggenda così radicata in alcune coscienze che è diventata un fenomeno all’inverso della comunicazione nel nostro Belpaese. In molti dicono di aver visto, sentito, ma nessuno ha mai portato una vera prova e questo non per pigrizia, ma semplicemente perché non esiste nulla. Ma ora cerchiamo di fare un po’ di ordine sulla questione.

 

Dicerie e leggende metropolitane. Non si tratta tanto di sapere se Vasco abbia o meno parlato male del Sud, si tratta invece di comprendere quali siano le coordinate prestabilite per l’esplosione di una leggenda metropolitana. Nel caso specifico la leggenda nasce agli inizi degli anni ’90, quando Vasco, arrivato all’apoteosi della sua carriera, essendo stato il primo artista italiano a riempire “San Siro,” e a battere negli incassi mostri sacri come Madonna e Rolling Stones. Comincia intanto a dar fastidio a tantissimi “uomini di musica”. Ogni sua uscita è forte, conforme alla sua personalità.

 

Così succede che una leggenda prende forma in poco tempo, nel momento in cui Vasco è fermo discograficamente. «Vasco vota la lega Nord». Poi il Blasco nazionale – segue la leggenda – si reca a Roma dove dice che la capitale è una città di merda, poi va in Sardegna e non contento dice agli abitanti del posto che sono “caproni”. In Calabria succede lo stesso.

 

Qui, Vasco per molti è l’artefice di «io vado al Sud perché ogni tanto al cesso bisogna andarci». Un putiferio. Questa frase si radica nelle menti calabresi e meridionali in poco tempo. Si diffonde in tutte quelle coscienze che già non vedevano di buon occhio un personaggio scomodo come Vasco, etichettato come un drogato da evitare. La diceria è inarrestabile: tutti han sentito senza sentire nulla. Vasco convoca una conferenza stampa e sorprendendo tutti riafferma inizialmente una sua scelta politica. «È da vent’anni che voto i radicali. Ho anche la tessera del partito radicale. Non so davvero da dove sia uscita fuori questa storia: io che voto Lega, io che parlo male di Roma, del Sud, spesso visitato nel corso della mia gioventù». Vasco lancia un monito forte. «La mia verità sta nelle canzoni, se poi qualcuno vuole credere a questa storia, lo faccia pure, ma che non venga ai miei concerti ad applaudirmi».

 

I retroscena. Sta di fatto che nel 1993, anno della massima esposizione di questa leggenda metropolitana, Vasco fa un concerto a Catanzaro. Lo stadio è pieno in ogni ordine di posto. La folla lo acclama come non mai. Così Vasco va avanti per la sua strada, ma quella leggenda lo accompagna per tutti i suoi anni di carriera. Fino al 2004, quando Vasco organizza un concerto al Sud. La gente comincia a farsi una domanda. «Ma lo farà perché si sente in colpa?»

 

Ecco che allora tutti aspettano la dichiarazione fatale di Vasco. Nelle interviste i giornalisti cominciano a chiedere. Vasco con la sua ironia pungente spiazza ogni volta tutti, ma per molti non c’è niente da fare. I dubbi permangono. Quando Vasco arriva nel retro palco per il concerto di Catanzaro, chiarisce. «Sono molto felice di essere qui, al Sud è sempre più difficile fare dei concerti ultimamente, ma io ci sto da Dio». Una frase chiara, chiarissima. È una frase che non spazza via ogni dubbio, ma mette in moto un nuovo meccanismo. «Vasco ha detto che al Sud deve andarci qualche volta, perché si deve pur pisciare da qualche parte».

Una frase così semplice, strumentalizzata e modificata ad arte dai detrattori. La storia non finisce qui però. Infatti, Vasco ritorna più volte al Sud. Sempre con tantissimo successo, ma con l’alone di mistero della vecchia leggenda.

Nel 2007 c’è uno spartiacque decisivo: Vasco è a Cosenza per un concerto del suo nuovo Tour. In città serpeggiano voci incredibili. «Gli tireremo di tutto in faccia. È meglio che non faccia il concerto questa volta». La gente (parliamo sempre di una piccola parte, è giusto che questo fenomeno sia lben limitata) non vuol sentire ragioni. Anche se nessuno ha sentito, va avanti la battaglia di “sputtanamento.”

 

Vista la situazione, Vasco decide di scrivere una lettera alla “Provincia cosentina”, dove spiega tutto il suo rapporto dettagliato con il Sud, un rapporto d’amore fortificato negli anni anche attraverso la collaborazione del manager calabrese Dino Vitola. Una storia fatta di tante gioie e poche delusioni. Tra queste, quella di non esser stato chiamato più dalle città del Sud dopo la morte del suo amico Massimo Riva. Forse il meridione era terrorizzato da un personaggio che, comunque fossero andate le cose, era troppo vicino alla droga e dunque in grado di traviare così i giovani.

 

Nel giro di pochi anni il rapporto con il Sud, con Roma e la Sardegna è tornato su binari più conformi alla normalità. Vasco ha continuato a fare concerti, ad andare in vacanza al Sud, ad aprire i suoi tour in Sardegna. Intanto, se avete tempo, leggete i link sottostanti, dove la bufala che “Vasco odia il sud” è ben chiarita (ne ho scritto qualcuno, ma sono decine e decine, dove Vasco sottolinea che denuncerà chiunque affermerà questa diceria).

 

https://www.ilriformista.it/la-grande-fake-news-di-vasco-rossi-che-odia-sud-e-napoli-bisogna-pure-andare-al-cesso-301717/
 
 
https://www.bolognatoday.it/cronaca/vasco-rossi-sud-insulti-facebook-concerto-napoli.html
 
 
https://www.ilsecoloxix.it/cultura-e-spettacoli/2015/07/02/news/vasco-rossi-la-bufala-sul-sud-e-la-querela-l-autore-del-post-solo-un-equivoco-1.31680993


Vincenzo Maria D'Ascanio

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